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In piazza per difendere la professione e la democrazia
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di Paolo Butturini*

In piazza per difendere la professione e la democrazia

Care colleghe e cari colleghi: domani, dalle 10 in poi, davanti al Senato si manifesta per un bene pubblico indisponibile e tutelato dalla Costituzione: la libertà di informazione. Il Disegno di Legge 1611, firmato dal Guardasigilli Angelino Alfano, non vieta soltanto di pubblicare le intercettazioni, istituisce una vera e propria censura preventiva. Impossibilitato a cassare a valle le notizie scomode, il Governo risolve il problema vietandone la diffusione tout court. Non potremo raccontare ai cittadini che si è danneggiata la loro salute per arricchire qualche primario o casa di cura, non potremo dire ai risparmiatori che è stata operato un saccheggio ai danni del loro denaro, non potremo denunciare che gli elettori sono stati truffati grazie al voto di scambio con le mafie e così via. Non è in gioco il destino di un piccolo, per quanto importante, sindacato di categoria, a rischio sono la professione e il diritto dei cittadini a essere informati. Senza libertà non ci sarà contratto che ci possa tutelare, perché sarà definitivamente uccisa la ragione stessa dell´esistenza dei giornalisti.
Di fronte a tutto questo chi, nell´Associazione Stampa Romana, aveva il titolo (e secondo me in questo caso il dovere)  per convocare il direttivo e la Consulta sindacale, ha scelto di non farlo. E´ una decisione della quale prendo atto, ma che non condivido e che mi addolora.
E allora, care colleghe e colleghi del direttivo, cari fiduciari di testata, cari componenti dei Comitati di Redazione mi appello a voi: autoconvocatevi, scendete in piazza con la Fnsi e le Associazioni regionali a difesa della nostra professione. In qualità di rappresentante legale della Asr tutelerò tutti coloro che me lo chiederanno, per difendere ciascuno dalle prepotenze aziendali (specie nelle piccole realtà) o dalla miopia di qualche direttore e caporedattore. A questo e a nient´altro servono i permessi sindacali: a garantire il diritto di tutti i membri delle organizzazioni sindacali, specie i più deboli e isolati, di partecipare alle iniziative della loro categoria.
Ma la manifestazione di domani non è cosa che riguardi soltanto i giornalisti. Per questo mi appello anche ai sindacati, ai partiti, alle associazioni, alla società civile, agli intellettuali: fate sentire la vostra voce, partecipate anche voi, la democrazia e l´informazione sono un patrimonio di tutti.

*segretario dell'Associazione Stampa Romana


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