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Articolo 21 - Editoriali
Tremonti: «Non metteremo le mani nelle tasche degli italiani». Salta il tavolo governo-enti locali
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di Alessandro Cecioni

da Liberta'on line

Buco nei conti, urge manovra correttivaDeficit oltre il 5%, si pensa a un decreto ??taglia spese? da 3 miliardi

Deficit che viaggia ben oltre il 5% del Pil e governo che corre ai ripari. Oggi il consiglio dei ministri esaminerà, e forse varerà, un decreto ??taglia spese? che produca risparmi per almeno 3 miliardi. «Non metteremo le mani nelle tasche degli italiani», dice il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti. Chi ha parlato con lui in privato in queste ore lo descrive «molto preoccupato». «E' falso dire che i conti pubblici sono allo sfascio», dice ancora Tremonti a ??Porta a porta? rispondendo a un attacco di Francesco Rutelli, Margherita. «C'è un problema - ammette Gianni Alemanno, ministro delle Politiche agricole - vedremo in consiglio dei ministri come affrontarlo». Che le cose non vanno lo dice anche il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi: «Si lavora su tutti i fronti, la coperta è corta e bisogna cercare di spendere meglio i soldi vostri e anche miei, perché sono un grande contribuente». E un problema c'è anche con Enti locali e Regioni, tavoli di confronto buttati all'aria dopo il taglio del 50% del Fondo sociale e dopo che il governo ha detto che non paga i 520 milioni che ancora deve per quest'anno. Che nel 2005 le cose siano andate molto peggio del previsto e che questo possa pesare sui conti del 2006, e quindi sulla Finanziaria, lo dice anche la Corte dei conti. «I risultati del gettito della manovra 2005 - dice il presidente della Corte, Francesco Staderini - sono stati assai inferiori alle attese». Un numero per tutti: dalle dismissioni degli immobili si attendevano 7 miliardi, sono arrivati 600 milioni. «Stanno preparando una manovra correttiva», dice Vincenzo Visco, Ds, ex ministro del Tesoro. «Ora Berlusconi chieda scusa alle Cassandre che avevano visto giusto», dice Enrico Letta, Margherita. «Mancano tre miliardi per la vendita delle strade, mancano le cartolarizzazioni, manca la revisione degli studi di settore. A ben vedere - dice il senatore Natale Ripamonti, Verdi - la manovra 2005 è stata nulla». «I nostri conti sono in linea con quanto stabilito con l'Unione», ribadisce Tremonti, che vuol dire 4,7% di tendenziale 2006 da correggere al 3,9% con una manovra dello 0,8%. Solo che quest'anno si deve chiudere al 4,3%, e se davvero siamo al 5,1% come dice l'Istat, serve un altro 0,8% da reperire subito. Così al ministero si parla anche di 1 miliardo e mezzo di cartolarizzazioni immobiliari anticipate con la creazione di un nuovo fondo per girare a Fintecna le caserme non più in uso (500 milioni di introiti) e un'accelerazione dell'operazione Patrimonio 1 (vale un miliardo) e riguarda alcuni immobili previdenziali. Per una Finanziaria che ha dato meno del previsto una, la prossima, che presenta così tante ombre che la Corte dei conti, pur ammettendo che non si tratta di una Finanziaria elettorale, non si sente di giudicarla. Anticipa però dei dubbi. Per esempio proprio sul taglia spese che potrebbe essere varato oggi: «Potrebbe avere effetti positivi per il 2005, ma questi non garantirebbero i conti del 2006». Anzi, come già si è verificato nel 2002, ci potrebbe essere un «effetto rimbalzo». Insomma le spese bloccate quest'anno andrebbero comunque fatte il prossimo. «Le previsioni di riduzione debito-Pil - dicono ancora i magistrati contabili - resta poi affidata in larga misura a una dinamica tendenziale molto favorevole, e non adeguatamente spiegata, del fabbisogno di cassa». A rischio - secondo Staderini - anche le entrate da lotta all'evasione (650 milioni).

 

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