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Articolo 21 - Editoriali
Quei politici senza padri né madri
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di Giorgio Bocca

La politica si è ridotta a opposte manipolazioni della verità: la guerra è meglio della pace per trasformare le dittature in democrazie, la disinformazione in libera stampa, la servitù dei popoli aggrediti in progresso civile

da L'Espresso

Giovanni Sartori ha passato in rassegna i comportamenti dei nostri leader politici e ne ha concluso che i loro 'giochini' non sono soltanto squallidi, ma anche, si direbbe, stupidi.
Siamo d'accordo. Ma dal momento che non è possibile che una intera classe politica sia nata stupida, rozza, cafona, cerchiamo di capire il perché di questo fenomeno, molto sgradevole per i contemporanei, ma certamente non casuale.
Le ragioni sono molte e si riassumono in una: questi politici sono degli orfani, non hanno più né padri né madri che li educhino, sono dei poveretti che corrono dietro ai simboli ciechi del profitto, del denaro e collezionano gaffes, errori infantili.

Il loro modello, il capo del governo, è uno privo di educazione, di gusto. Furbo, abilissimo a fare soldi, ma nella vita sociale al livello di un commesso viaggiatore che deve vendere per buona, merce avariata o dozzinale. E come tale ha potuto navigare in un mondo in cui le regole religiose e di classe si sono allentate sino a scomparire.
Voglio dire che ben altri erano i controlli che subivano un Togliatti o un De Gasperi quando la chiesa comunista e quella cattolica si affrontavano. L'attuale valore predominante, quello del capitale, è potente ma contraddittorio e non può essere guida di una politica che deve mediare fra le classi, non può essere governo del mondo come dimostra l'anarchia contemporanea.

Non può, per fare un esempio, essere guida di una buona informazione perché deve al tempo stesso diffondere le notizie vere e la pubblicità madre della menzogna universale. E questo non è un di scorso teorico, basta aprire un giornale, una televisione per rendersi conto che l'informazione sulle guerre contemporanee è uno scontro di propagande, di verità nascoste o manipolate.
Le discussioni vane su come debba essere diretta la nostra informazione televisiva sono la controprova che essa non può essere diretta, meno che mai da una classe politica che ha perso il senso dello Stato.
E come non vedere che questa classe politica ha perso anche la guida del buon gusto, della bellezza? Siamo scesi di livello anche rispetto all'Europa delle dittature nere; le 'cattedrali di luce' del nazismo, le parate notturne di Norimberga, le riviste sulla piazza Rossa, su cui splendevano le stelle del Cremlino, celebravano una bellezza aggressiva, autoritaria, perversa, ma avevano la bellezza tragica del male, atterrivano.

Il papa Ratzinger attribuisce questa mancanza di valori alti alla scarsa presenza di Dio nel mondo moderno. Certo nella società del 'vitello d'oro' dei conservatori, bontà loro, 'compassionevoli', la presenza di Dio è quasi inafferrabile, tutto dipende dagli interessi economici e di potenza, e siccome sono interessi contraddittori al punto da essere inconfessabili, la funzione politica ne risulta soffocata.
Non è colpa dei politici se nel contemporaneo si può parlare della guerra, discutere della guerra solo mentendo, solo sostenendo l'assurdo che la guerra è meglio della pace, che non c'è mezzo migliore per trasformare le dittature in democrazie, la disinformazione in libera stampa, la servitù dei popoli aggrediti in progresso civile.
Ma così facendo la politica si riduce ad opposte manipolazioni della verità. Il protagonista della politica moderna da noi è Berlusconi il quale sistematicamente ha adottato le forme peggiori della non politica, ha selezionato i dirigenti del suo partito fra i quadri della sua agenzia pubblicitaria che lui stesso ha istruito a vendere il più possibile con i più vari incantamenti e incentivi materiali, soldi, regali, promozioni.
Dobbiamo dunque stupirci, caro Sartori, se i leader di partito cresciuti nel culto del vitello d'oro sono politicamente squallidi e stupidi?

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