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Articolo 21 - Editoriali
Il ministro Tremonti non bada a spese
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di Bianca Di Giovanni*

Con lo sbarco del centrodestra si moltiplicano nelle stanze ministeriali sia numero di addetti che promozioni. La dirigenza lievita in 3 anni di 103 unità, nonostante il fatto che i ministeri si riducano da 24 a 14. I dipendenti pubblici aumentano
di 20mila unità . E il gruppo di lavoro del ministro Tremonti, il grande tagliatore, assomma a ben 442 persone: compongono gli uffici di diretta collaborazione con gli organi politici (gabinetti, ufficio stampa, segreterie) del suo ministero. Tra questi ci sono decine di dirigenti. In quattro anni il numero degli addetti di Tremonti è aumentato di 156, con una spesa in più di 6 milioni di euro. Niente male per il ministro che taglia il posto di decine di migliaia di precari della Pubblica amministrazione, per risparmiare.
Il tutto nonostante che lâ??anno scorso siano stati già «tagliati» 8mila posti rispetto al 2003. Lo rivela il presidente della Corte dei Conti in unâ??audizione sulla Finanziaria, lamentando le troppe deroghe al blocco del turn-over annunciato ogni anno. Il «guardiano dei conti», Giulio Tremonti non è tra quelli che fanno peggio. Molto più «attivi» sono i Beni culturali, le Infrastrutture, la Giustizia e le politiche agricole. Lâ??ultimo in ordine di tempo a moltiplicare le poltrone di vertice è il neo-ministro della Salute Francesco Sorace, che nel decreto sullâ??aviaria crea un nuovo dipartimento e tre direttori generali. Ma anche in Via venti Settembre si muovono parecchie pedine. A guardare a ritroso gli ultimi 4 anni, nelle stanze del superministero sembra di assitere a un film gotico: defenestrazioni, esili più o meno volontari, sostituzioni improvvise. Sono passati tre Ragionieri generali, due direttori generali, due ministri, tre portavoci del ministro (poltrona rimasta vuota oggi).. Dileguate nel giro di pochi mesi personalità come Vito Tanzi e Riccardo Faini. Ma per quelli che restano câ??è un luminoso futuro ad aspettarli.
Tutti professori Al Tesoro infatti câ??è un «gioiello» nascosto che consente al ministro di «promuovere» i suoi collaboratori senza dichiararlo esplicitamente: la Scuola superiore dellâ??economia e delle finanze. La vecchia scuola Vanoni è diventata una sorta di cassa integrazione dorata per i più stretti collaboratori del ministro. Basta leggere il nome dei docenti e compare lâ??organigramma del gabinetto del ministro. Il rettore è Vincenzo Fortunato, arrivato a capo gabinetto del superministero dopo una lunga carriera alle Finanze, dove era capo dellâ??ufficio legislativo. Tra i docenti altri membri del gabinetto del ministero, come Marco Pinto, Gaetano Caputi che è capo dellâ??ufficio legislativo, e Concetta Zezza che per la scuola è direttore amministrativo. Sale in cattedra per volere del ministro anche il suo braccio destro: Marco Milanese, capo segreteria. Oltre allâ??incarico di capo segreteria allâ??Economia e di docente alla scuola superiore di economia, Milanese è anche capo di gabinetto di Tremonti come vicepremier. Tre in uno.
Incarichi in corsa La maggior parte delle nomine alla Scuola superiore sono avvenute nei giorni tutmultuosi dellâ??addio del ministro, «defenestrato» da Fini in piena notte di mezza estate. Insomma, prima di lasciare, il ministro ha serbato qualche poltroncina di tutto rispetto ai fedelissimi. Con una serie di leggi e leggine il centro-destra ha equiparato lo status dei professori della scuola a quello dei docenti universitari. In poche parole, per decreto del ministro (senza concorso) vengono immessi nel circuito accademico nuovi docenti. Un bellâ??affare per chi ha la fortuna di esserci. Sulla vicenda sono piovute in parlamento diverse interrogazioni. Tra gli altri anche il deputato ds Giorgio Benvenuto, che scrive lâ??interpellanza a marzo: ancora aspetta una risposta scritta. Veloci con i decreti di nomina, lentissimi con le risposte in Parlamento.
Grilli piglia-tutto La storia dellâ??ex Ragioniere generale oggi Direttore generale merita un capitolo a sé. Non solo perché durante le difficili finanziarie amava dedicarsi al golf (così dicono molti suoi ex collaboratori). Anche per il gran numero di poltrone che è riuscito a collezionare in un solo colpo. Naturalmente è anche lui «professore in pectore» della «scuola-rifugio»: il decreto di nomina diventerà attivo quando lui lo desidererà. Passato dalla ragioneria alla Direzione generale con un emolumento di circa 500mila euro annui (un poâ?? superiore a quello dellâ??attuale Ragioniere Canzio), Grilli ha deciso di rinunciare allâ??indennità dovutagli come direttore dellâ??Iit lâ??Istituto italiano di tecnologia creato da Tremonti a fine 2003. Niente cumulo, ma molti soldi da gestire. Lâ??Iit ha una dotazione finanziaria di 200 milioni di euro e e la possibilità di attivare un miliardo in 10 anni.

*da l'Unità

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