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Articolo 21 - Editoriali
La prostata di Provenzano
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di Maria Grazia Mazzola*

Poiché sono una cronista della vecchia scuola,comincerò raccontando un fatto. Provate a fare una ricerca nella teca con il nome Provenzano e vi accorgerete che tutti i servizi televisivi sono focalizzati sull'intervento chirurgico alla prostata del latitante più ricercato d'Italia,irreperibile da 42 anni, ne ha 72. I servizi televisivi, e dunque l'informazione, sul capo di Cosa Nostra, pluricondannato per strage, omicidi, e reati gravissimi, è rimasta limitata  al suo viaggio nella clinica di Marsiglia, con inquadrature sulle sue cartelle cliniche, sulla radiografia del Mammasantissima - ecco vi mostriamo il suo scheletro -,se usa i lassativi oppure no, deve mangiare verdura e frutta rigorosamente, quanto pesa, i sintomi, gli esami del sangue e tutto quanto la curiosità dei dettagli può scovare. Sembrerebbe una battuta di spirito, ma se guardate con attenzione a quanto prodotto di recente su Cosa Nostra, ovvero l'organizzazione mafiosa responsabile delle stragi, dei delitti politici e degli omicidi più efferati, risulta â??la prostata di Provenzanoâ?.
Mi ricordo che qualche brillante direttore di qualche telegiornale, ai cronisti di sua fiducia, diceva sempre che sulla mafia â??bisogna volgarizzareâ?. Dico brillante perché faceva informazione sullo stile gossip, catturando ascolto, ma volgarizzando, appunto.
Erano gli anni 90 e le immagini che propinava erano incentrate su pastori, pecore, coppole e lupare. L'informazione di maniera, come si dice, contenta tutti e non disturba nessuno.
E la politica allora che c'entra con la prostata di Provenzano?
Nulla, assolutamente nulla, infatti.
Siamo nel 2005 e tutto quanto avevamo considerato patrimonio della storia giudiziaria e della memoria antimafia del nostro Paese, sembra d'un tratto, in questi anni, rimosso oppure accantonato, o peggio dimenticato. Il nodo della questione: Cosa Nostra senza la complicità della politica e dell'istituzione, sarebbe da lungo tempo già stata sconfitta. Lo scrive il giudice Giovanni Falcone in Cose di Cosa Nostra, lo dimostrano processi, ma sembrerebbe acqua passata. Storie per anziani, per giornalisti e cittadini che hanno la 'fissazione' della memoria. Ed è scomodo raccontare i fatti usando la memoria, se ti limiti al fatterello non ti disturba nessuno."Chi copre la latitanza del superlatitante Provenzano?",chiedo al Procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso, nella sua prima intervista che ho contestualizzato in un'inchiesta più ampia curata per TV7, sui 'biglietti' del Capo di Cosa Nostra, i 'pizzini', dei quali ho mostrato immagini inedite. Ed è scandalo nel mondo politico, perché nella risposta si indica una rete di favoreggiatori tra colletti bianchi, esponenti politici, anche esponenti di forze di polizia, come emerso dalle inchieste. Il neoprocuratore premuto da più parti, con una precisazione, ha rassicurato tutti: non ci sono nomi nuovi, si tratta del processo in corso a Palermo. Si placano gli animi, i nomi si conoscono, tutto normale, che scandalo è? C'e' un presidente della regione Sicilia imputato per favoreggiamento nei confronti di Cosa Nostra, è tutto normale.
Come è una notizia vecchia che Villabate, il comune alle porte di Palermo, è stato sciolto per mafia nel 1999 e nel 2003, e guarda caso il documento falso di Provenzano è uscito da lì. Ma  è ovvio che i cittadini, gli impiegati del comune, intervistati mi dicano che è una notizia vecchia, si sa da tempo, siamo abituati. E' tutto normale, lo sapevamo.  Mi sono chiesta se lo scandalo, provocato dall'intervista, non sia al contrario, la 'discesa dalle nuvole' dei più, quelli che reagiscono pensando che tutti abbiamo bevuto la storiella della mafia ridotta alla prostata di Provenzano oppure alle coppole e alle lupare. L'antimafia smemorata non può chiedere comunque a un magistrato :'faccia i nomi'. E se invece ci fossero favoreggiatori del superlatitante sotto indagine, parliamo di nomi nuovi, veramente pensiamo che un Procuratore li faccia? Non dimentichiamo che c'è un pentito, un politico di Villabate, con contatti nazionali, dice Grasso nell'intervista, che sta collaborando con la Procura di Palermo e sta rendendo dichiarazioni in questi mesi. Le conosceremo in un futuro abbastanza prossimo. Veramente pensiamo che il capo di Cosa Nostra, pluri operato e malato, sfugga alle forze di polizia  per 42 anni senza adeguate e molteplici coperture? E la politica che fa?

*Inviata speciale del TG1

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