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Articolo 21 - Editoriali
Sanremo: Tony Renis, come il suo amico Silvio, non sa perdere?
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di Giorgio Santelli

Tony RenisOgni giorno è sempre più teso e nervoso.  Man mano che vede i "sondaggi" comincia a prendersela con il mondo intero.  Attacca tutti, amici compresi.  E comincia a dire che in altre parti del mondo le cose non sarebbero andate nello stesso modo. Pensate che stiamo parlando di Silvio Berlusconi.  Invece, una volta tanto, no.  Parliamo di Tony Renis che, guarda caso, è suo intimo amico... quasi un fratello.  E si sa che, tra fratelli, il codice genetico è simile ed è proprio quello che forma il carattere.  I due, di fronte ai fallimenti, si comportono nello stesso modo.  Il primo, Tony, nel mondo degli chansonierre; il secondo, Silvio, in quello della politica (quella con la 'p' minuscola).

Che Sanremo fosse un insuccesso annunciato lo si sapeva. E giusto la presenza rodata e accattivante di Simona Ventura, Gene Gnocchi e Paola Cortellesi è servita ad evitare che lo spettacolo facesse la fine di qualche fiction: dopo la prima puntata si prova la seconda e poi via... la si ritira perchè non la guarda nessuno.

Tony Renis è un po' come quegli artisti da Grande Fratello o da Isola dei Famosi.  Lo conoscono in pochi e se qualcuno intona la sua canzone, il primo nome che viene in mente è quello di Sergio Endrigo. Insomma, è conosciuto per una canzone o poco più. E quella canzone ce la sta facendo sentire in tutte le salse.  La sentiamo come unico stacchetto pubblicitario durante il festival.  L'ascoltiamo al posto di quel "perché Sanremo è Sanremo".  La fanno cantare a Dustin Hoffman.  La intonano, sullo stacchetto, gli artisti che entrano in scena.

Insomma, il festival è fatto a immagine e somiglianza di Tony Renis e di quel mondo, finto e pacchiano, che è la Hollywood di cartapesta. Ma è il mondo di Renis.  Quello in cui lui è abituato a stare.  Ovvio, quindi, che quando il suo mondo non sfonda il video lui si arrabbia.  Perchè è la sua formula che non funziona.

Ed è lì che emerge il Silvio Berlusconi che è in lui. Le sue ultime dichiarazioni sono un po' come quelle di Silvio sulla politica dei Ladri e via dicendo.

Sono stati anche alcuni artisti italiani a chiedere cifre pazzesche per essere a Sanremo: per esempio Iva Zanicchi che avrebbe preteso 75mila euro. Lo ha detto oggi in conferenza stampa e si è tolto un sassolino dalla scarpa: riferendosi ai cachet degli artisti ospiti del suo festival, dopo aver imitato Don Vito Corleone ("ce lo dobbiamo dire, simpaticamente"), ha detto: "Non sono stati solo gli artisti internazionali a chiedere molto, anche se alcuni hanno chiesto mezzo milione o 600 mila dollari, che a me sembrava un insulto alla povertà. Anche gli italiani hanno chiesto cifre sproporzionate: Iva Zanicchi voleva 75mila euro, poi è andata a Mantova, magari gratis. La signorina Cinquetti - ha aggiunto nonostante i dirigenti Rai protestassero perché erano stati fatti nomi - ha chiesto 60 mila euro. Io questo lo devo dire". E ancora:"Non ho voluto gli artisti internazionali miei amici perché non pago ai miei amici queste cifre, anche se i soldi sono della Rai e potevo fregarmene. Ma - ha concluso -penso che queste cifre siano un insulto".

Ce l'ha con Fabrizio Del Noce, perchè lo spettacolo doveva durare solo tre giorni.

Aveva promesso ospiti internazionali da mille e una notte.  Ora si ritrova con un pugno di mosche bianche in mano.  E allora corre ai ripari.  "Se Celentano si comportasse da Celentano ci farebbe una improvvisata e questo sarebbe un vero e proprio colpo di scena".  

Ad una domanda sugli altri ospiti internazionali che hanno disertato il suo Festival, Renis risponde: "Clooney e Clinton volevano mezzo milione di dollari, l'inglesino Hugh Grant una cifra simile. Queste star sarebbero venute a Sanremo da Los Angeles con degli aerei personali che sarebbero costati minimo 100 mila dollari. Cifre pazzesche, che io ho rifiutato dicendo alla Rai che erano sproporzionate anche se non mettevo in dubbio il valore di questi grandi personaggi che abitualmente prendono 15 milioni di dollari a film".

Riguardo a Mel Gibson, di cui domani verranno proiettate alcune scene del suo ultimo film 'Passion', il direttore artistico spiega che la sua assenza è dovuta all' indisponibilità del regista-attore a non bruciare la promozione del film. Ma Renis ci tiene a sottolineare la sua volontà di portare anche "un pò di cultura" a Sanremo. "Sono io che ho voluto Bolle, Cafiso e Dolores dei Cranberries".

E' qualcosa ma è un nulla rispetto alle promesse fatte agli italiani.  Di nuovo come Silvio.  E come sta succedendo all'amico che è stato prestato dalla musica alla politica, anche il mondo di cartapesta del buon Tony si sta sfaldando sotto il diluvio dello share. L'insuccesso è ormai certo.  La Rai dovrà solo decidersi a dirlo.  Ma - a questo punto ci sta bene - chissà quando... quando... quando.

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