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Umberto Santino: "Quello che Saviano scrive su Peppino Impastato è falso ma non ci vuole rispondere"
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di Gabriele Paglino*

Umberto Santino: "Quello che Saviano scrive su Peppino Impastato è falso ma non ci vuole rispondere" "Quanto scrive Roberto Saviano, in merito alla storia di Peppino   Impastato, nel libro ‘La parola contro la camorra’ è assolutamente   menzognero". E' quanto ha affermato ai microfoni di Radio Città Aperta Umberto Santino, presidente del Centro siciliano di documentazione "G.   Impastato". Il 4 ottobre scorso il Centro Impastato ha inviato una lettera di   diffida alla Giulio Einaudi, la casa editrice che ha pubblicato il   libro in cui lo scrittore campano, tra le tante storie ( Pippo Fava,   Giovanni Falcone, Don Peppe Diana ecc.) cita anche quella di Peppino Impastato.  Secondo Saviano il famoso film di Marco Tullio Giordana, 'I cento passi?, avrebbe recuperato la memoria del militante politico   e giornalista, assassinato dalla mafia la notte tra l?8 e il 9 maggio   del ?78, ma soprattutto contribuito alla riapertura del processo.   "Tutto falso - attacca Santino - le indagini, e non il processo come   dice Saviano, sono state riaperte prima che il film venisse presentato   al Festival di Venezia ( ndr 31 agosto 2000). Il signor Saviano in   poche righe riesce a cancellare più di trent'anni di lavoro portato   avanti dai familiari, dai compagni e dal Centro, cominciato già il   giorno dopo l'assassinio di Peppino. Un lavoro che è riuscito ad   ottenere, seppur in ritardo, due risultati storici: la condanna di   Badalamenti e del suo vice Vito Palazzolo. Anche su questo Saviano è   totalmente disinformato perchè i processi erano due. L'altro secondo   risultato, ottenuto grazie al nostro operato, è stato il   riconoscimento da parte della Commissione Parlamentare Antimafia che   tutto quello che noi dicevamo sul depistaggio operato dalle forze   dell'ordine e dal magistrato Martorana. Anche su questo Saviano dà   prova della sua ignoranza, perchè non è stata Cosa Nostra ad aver   diffuso la voce che si fosse trattato di un attentato kamikaze ma il   procuratore capo Martorana. Dal punto di vista giudiziario dunque, il   film non ha avuto nessuna influenza" Santino poi, ricordando che il giornalista freelance Simone Di Meo ha ottenuto dalla Mondadori l'inserimento solo dall'undicesima ristampa   del libro "Gomorra" del suo nome, dopo aver intentato causa sempre   contro Saviano per l'utilizzo nel suo libro di ampi stralci di   inchieste condotte dal freelance senza citarlo, chiede che anche per   il centro "G. Impastato" valga lo stesso principio. "Chiediamo la rettifica di quanto scritto su Peppino Impastato e il   riconoscimento del nostro ruolo". Prosegue Umberto Santino lamentando   inoltre un totale silenzio da parte degli organi d'informazione sulla   vicenda e su tutto il lavoro portato avanti in questi trent'anni dal   Centro siciliano di documentazione "G. Impastato". "Sembra esserci un   silenzio stampa dei media, quotidiani che lottano per la libertà   d'informazione come l'Unità, Il Fatto e Il Manifesto, ma che   evidentemente hanno il mito di Saviano, non ci hanno degnato neanche   di una breve. La Repubblica inizialmente pubblicò, solo dopo   l'ennesimo sollecito, una nostra lettera in gran parte tagliata". Cosi come Radio Città Aperta questa mattina, anche in quell'occasione   La Repubblica chiese allo scrittore campano di replicare. Al momento   però Saviano non ritiene opportuno farlo. "Il fatto che Saviano non ci risponda e non abbia accettato il   confronto - conclude il presidente del Centro di via Villa Sperlinga a   Palermo - dimostra che è un presuntuoso". 

*Radio Città Aperta

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