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Lui ride ma a noi non resta che piangere
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di Ennio Remondino

Lui ride ma a noi non resta che piangere

Le cronache bene informate dei quotidiani ci raccontano di una grossa risata di Berlusconi messo a conoscenza delle rivelazioni dei documenti WikiLeaks che lo riguardano. Le valutazioni della diplomazia statunitense lo descrivono come “politicamente debole, incapace come leader europeo moderno” e, via via, più vicino a Putin e Gheddafi che alla Merkel o a Sarkozy, più interessato ad intrecciare grandi affari petroliferi in conto nazionale, di terzi e di quarti clienti. Lui compreso, lasciano intendere. “Embeh”, deve aver replicato il Premier al riassunto fattogli nella notte da Letta e Bonaiuti, “dov'è la novità, dov'è l'11 settembre della diplomazia paventato da Frattini?”. Vero. Una volta tanto sono d'accordo con lui. Dov'è la novità? Sarà per la diffidenza nei confronti della intelligenza della diplomazia e dell' “intelligence” Usa che ho maturato in una ventina d'anni di avventure per il mondo, ma non mi pare di aver scoperto oggi nulla di più di quanto era noto a qualsiasi analista politico di media intelligenza e di comune sapere. 
Berlusconi se la ride e parte proprio oggi per l'ennesima visita al suo amico Gheddafi. Interessi petroliferi, certamente, forse un accenno al dramma delle migrazioni e al trattamento che la Libia riserva ai disperati che noi respingiamo a casa sua. Ma certamente troveranno tempo e modo per farsi accudire dalla pattuglia di bionde infermiere predilette da Gheddafi, come svela WikiLeaks. Ad alleviare ad ambedue le fatiche di tanto oneroso governo dei drammi del mondo. Il resto, a leggere le pagine italiane della valutazioni politiche statunitensi, è barzelletta. O umiliazione nazionale. Almeno a leggere le sintesi dei documenti segreti riportati dai quotidiani di mezzo mondo. Il sito ed i documenti autentici sono, al momento, irraggiungibili via internet per un boicottaggio informatico da parte di organismi governativi americani. Il patetico tentativo di mettere una pezza al buco enorme ormai fatto nei confronti della segretezza e della credibilità dell'intero Dipartimento di Stato.
Leggo dei severi giudizi riservati a tanti altri capi di Stato e di governo e, da italiano, mi umilio. Leggi dei vicini di casa nostra e scopri un Nicolas Sarkozy che viene maltrattato e definito un “Imperatore senza corona”, un uomo arrogante e vanitoso. Non è un complimento ma c'è di peggio. Anche Angela Merkel incassa la sua pagella Usa: “Poco creativa, che non prende mai rischi”. Tradotto in tedesco potrebbe risultare persino un complimento. Se passiamo dall'Europa marginale al mondo che conta, troviamo un Putin dalla politica autoritaria di stampo “machista”. E' o non è amico intimo di Silvio? La Cina di Hu Jintao è interessata solo all'egemonia in Asia, e non pare una grande scoperta. L'iraniano Ahmadinejad è ovviamente il “nuovo Hitler” da lettura israeliana, Gheddafi un ipocondriaco rifatto di botulino e accudito da belle infermiere valenti, l'afghano Karzai un paranoico con fratello trafficante di droga. Consolante per i nostri militari che muoiono in Afghanistan averne l'autorevole conferma da parte di chi l'ha nuovamente imposto alla presidenza.
Insomma, se si torna a Berlusconi, “Fisicamente e politicamente debole per i party notturni” , viene da ridere. O da piangere. L'America paranoica dà le pagelle ai leader del mondo chiamandoli in causa per la loro fedeltà atlantica o per la loro sfide aperte al potere statunitense e, arrivata in Italia, si inciampa in Noemi e Ruby. Salvo qualche interesse poco trasparente in affari energetici con gli amiconi Putin e Gheddafi. Piccolo “conflitto di interessi” che noi frequentiamo da tempo ma che non hanno ancora deciso come poter tradurre il lingua inglese. Da noi basta l'acronimo Rai, e già ci capiamo. Come immaginare, infatti, di poter soltanto spiegare ad un mondo alle prese con la bomba informativa Wiki, la pianificazione di una informazione televisiva gestita com'è quella italiana? Forse soltanto Putin, Gheddafi e Hu Jintao potrebbero capirci. Noi che ci dobbiamo accontentare di un Masi e di un Minzolini, intraducibili in qualsiasi lingua, ci rifugiamo da Mentana e ci prepariamo all'ascolto di Saviano e Fazio. Ultima puntata, per loro. Gli altri, purtroppo restano. “Italian wilde partys”, direbbe Wiki, con l'aggiunta di “crociere selvagge”.

 


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