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"AAA. Sono offeso nessuno mi si compra". Lettera Giulietti-Orlando su compravendite in Parlamento
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di Europa Quotidiano

"AAA. Sono offeso nessuno mi si compra". Lettera Giulietti-Orlando su compravendite in Parlamento

Cara Europa, impazza il mercato dei parlamentari in vista del voto del 14 dicembre prossimo. Siamo mortificati dal fatto che nessuno, dall'interno del Pdl, ci abbia ancora chiamato. Anche perché noi potremmo tranquillamente dare la fiducia, senza alcuna richiesta economica. Per dare il nostro voto ci basterebbe che Berlusconi si impegnasse a fare tre cose. La prima, una legge immediata sul conflitto d'interessi, scegliendone liberamente una tra i vari paesi democratici vicini e possibilmente non la Russia. La seconda, il ritiro immediato di tutte le leggi ad personam e della vergogna. La terza, l'impegno di prendere, alla fine del suo intervento, il testo delle leggi bavaglio e stracciarle in aula. (Beppe Giulietti, deputato, portavoce Articolo 21)

Caro Beppe, mi spiace che nel Grande Lupanare Nazionale tu non sia stato convocato. Eppure, a leggere i titoli dei quotidiani, pare che tra le tenutarie e le meretrici acquisite per la nuova “quindicina” in questo o quel palazzo della politica, il movimento sia vasto e variopinto, com'era nei bordelli romani prima dell'infausta legge Merlin. Però, devi ammettere che la tua disponibilità a farti quindicinare senza un garantito numero di marchette, è un po' insidiosa. Tu non vuoi pecunia, contratti, consulenze a vita, va bene; ma pretendi che il cavaliere strappi le leggi bavaglio, quelle ad personam, quelle vergogna, avendo forse nella tua memoria il teatrale momento in cui dal palco stracciava il programma del centrosinistra. Fossi in te, ringrazierei il padreterno se finora non è riuscito a stracciare ben altro programma, la nostra Costituzione. Ci prova ogni giorno, ma si vede che da questo orecchio gli italiani non  sentono: per loro va tutto ok finché si tratta di impedire ai comunisti di governare (ti ricordi tutti quei poveri bambini vivi che Prodi mangiava anche in aula durante i suoi due governi?). Ma la Costituzione no, noi italiani, anche se votiamo a destra, sentiamo la Costituzione, questa Costituzione come l'assicurazione stipulata contro il rischio della nostra demenza politica. Rivendichiamo il diritto ad essere politicamente dementi, ma una polizza contro quell'andare “fino in fondo” (ricordi Mussolini?) è meglio tenerla ben custodita. Siamo così: a Napoli si dice 'a Madonna ce pense (infatti, basta guardare i marciapiedi), nel resto d'Italia diciamo “Ci pensa la Costituzione” . Non hai visto gli applausi alla Scala per la Costituzione, per Napolitano, per l'inno di Mameli? Mi sembrava di risentire quelli per Ciampi, quando andava per l'Italia a inneggiare al Tricolore e a incitare a riscoprire l'Inno nazionale che faceva tanto ridere i giocatori della “nazionale” (Grazie, presidente, auguri per altri 90 anni. E mi perdoni se faccio il suo nome e quello del suo successore in queste righe che parlano di bordello dei politici, di fosco tramonto della satrapia). Comunque, caro Beppe, forse qualcosa della Costituzione stessa va ritoccata: non tanto le cose di cui si parla tutti i giorni, quanto quelle di cui non si parla mai. Per esempio: perché la corruzione di uomini e donne o la loro obbiettiva riduzione in schiavitù configurano reati fuori del parlamento, e invece nel parlamento, messi in atto da parlamentari o su parlamentari, si chiamano trasformismo, e al più si prende l'invettiva di qualche poeta un po' retore (l'irto spettral vinattier di Stradella, fulminava Carducci contro Depretis). Oggi c'è altro che Depretis. E promuove altro che trasformismo. Eppure perfino al cardinale Bertone, segretario di stato del papa, non prude la pelle. Ieri, per esempio, il cardinale ha incontrato Berlusconi, il quale gli assicura - lui, il cattolico – che “il laicismo di Fini è peggio di quello dei radicali”: con i quali ha appena cercato di contrattare il voto di fiducia, pur dovendo rinunciare alle marchette che da quelle parti non hanno corso. Si presterà Bertone a ingiungere al cattolico Casini di tornare insieme al cattolico Berlusconi? Sarebbe questa la “nuova classe di cattolici” di cui parlano i ruiniani passati e presenti? Non so cosa ne pensi tu, che frequenti chiese e religiosi almeno ad Assisi. Quel che penso io lo sai, ma non conta. Non ho l'età. (Federico Orlando)


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