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Diritti umani, ‘Premio Makwan’ ad attivista egiziano Hamdy Al-Azazy
Diritti umani, ‘Premio Makwan’ ad attivista egiziano Hamdy Al-Azazy Gli attivisti del Gruppo EveryOne e gli operatori umanitari scelti per votare i
difensori dei diritti umani che in tutto il mondo si sono distinti per il loro
coraggio e i loro risultati, hanno assegnato il Premio Makwan per l’anno appena
trascorso a Hamdy Ahmed Al-Azazy, presidente della ONG New Generation Foundation for
Human Rights di Arish (Nord del Sinai, Egitto), che da anni si dedica all'assistenza
dei profughi - soprattutto subsahariani - nelle carceri e negli ospedali, oltre che
alla tutela dei loro diritti. Il Premio Makwan per i Diritti Umani, che è dedicato
alla memoria del ventunenne gay Makwan Moloudzadeh, impiccato il 5 dicembre 2007 in
Iran, è un riconoscimento assegnato ogni anno a persone, enti o organizzazioni che
si sono distinte per azioni o progetti a tutela dei diritti fondamentali degli
individui, dei gruppi sociali e dei popoli.

Le motivazioni del premio. “Negli ultimi anni,” spiegano i co-presidenti di
EveryOne, Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau, “Hamdy Al-Azazy si è
impegnato per contrastare i traffici di esseri umani e organi nel Sinai egiziano,
opponendo le ragioni dell'umanità al tragico fenomeno dei rapimenti di profughi in
fuga da crisi umanitarie, perpetrato da bande di predoni che operano ad Arish,
Rafah, Gorah, Sheikh Zuweid e altre città del Sinai. Con la propria opera a
salvaguardia della vita dei migranti, Al-Azazy ha permesso nell’ultimo anno la
liberazione di centinaia di profughi e, attraverso difficili azioni diplomatiche nei
confronti delle autorità egiziane e internazionali, nonché dei capi-tribù beduini
del Sinai, la riduzione della tratta di migranti e rifugiati, nonché della
compravendita di organi umani”.

Insieme al Gruppo EveryOne - di cui la New Generation Foundation for Human Rights è
partner - Hamdy ha cooperato con la CNN nella realizzazione del documentario Death
in the Desert, andato in onda per la prima volta il 5 novembre 2011, che ha
contribuito in misura determinante a diffondere nel mondo immagini e informazioni
sul traffico di esseri umani e organi nel Sinai, inducendo le autorità egiziane e
internazionali ad agire con una determinazione mai vista prima.
Hamdy Al-Azazy, che si occupa inoltre della preparazione e della sepoltura delle
salme dei profughi che muoiono nei campi di prigionia gestiti dai trafficanti nel
deserto al confine con Israele (spesso dopo aver subito l'espianto dei reni), ha
subito minacce di morte e recentemente, anche grazie all’intervento
dell’organizzazione Front Line Defenders (www.frontlinedefenders.org), è stato
costretto a trasferirsi temporaneamente al Cairo per sottrarsi alle violenze di
alcune bande criminali.

“Il premio assegnato da EveryOne si propone di segnalare alle Istituzioni egiziane e
internazionali” concludono Malini, Pegoraro e Picciau, “la necessità di sostenere e
tutelare la vita e l'opera umanitaria di Hamdy El-Azazy, che nonostante gli
innumerevoli rischi continua ogni giorno, con coraggio e determinazione, a salvare
vite umane, preservandone tante altre da gravi drammi umanitari”.
Dalla rete di Articolo 21