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Legittimo impedimento: Ingroia, “il continuo ritornello denigratorio nuoce alla serenità del clima infra-istituzionale”
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di Maria Laura Carcano

Legittimo impedimento: Ingroia, “il continuo ritornello denigratorio nuoce alla serenità del clima infra-istituzionale”

La Corte Costituzionale ha bocciato parzialmente la legge sul legittimo impedimento. In particolare l’autocertificazione da parte di premier e ministri del legittimo impedimento a presentarsi in udienza, ha bocciato l’automatismo del rinvio, ha bocciato l’impedimento continuativo (che consentiva all’imputato il rinvio fino a sei mesi) e soprattutto ha attribuito al giudice la facoltà di valutare il legittimo impedimento che invece prima era facoltà del governo stesso. Una bocciatura parziale ma sostanziale.

Antonio Ingroia, lei come pm ipoteticamente potrebbe sollevare altre eccezioni di incostituzionalità o ritiene la sentenza della Consulta sufficiente a garantire i principi della Costituzione? 
Premesso che un giudizio compiuto può essere formulato soltanto dopo aver letto la motivazione della sentenza, la mia prima opinione, sulla base della lettura del solo dispositivo della sentenza, e' che la Corte ha realizzato un giusto equilibrio degli interessi e dei principi costituzionali in  gioco. Una volta che viene restituito al giudice il potere di valutare la legittimità dell'impedimento, pur fornendogli i generali parametri di riferimento, si e' posto rimediato al profilo che a me sembrava costituzionalmente più insostenibile.

Le sembra che comunque questa sentenza, riconoscendo in parte il principio del legittimo impedimento dovuto all’attività di governo, introduca un nuovo e giusto contrappeso nel rapporto tra i poteri dello Stato? 
Non credo sia un nuovo contrappeso, ma soltanto la convalida costituzionale  di tale contrappeso. Il riconoscimento, credo innegabile, che l'attività di governo può essere entro certi presupposti un impedimento legittimo a comparire in udienza, purché non si trasformi in un abuso, un pretesto... 

La reazione del premier alla sentenza della Consulta sul legittimo impedimento sembra sintetizzabile in questi termini: non c’è l’ho tanto con i giudici ma con i pm sì, in particolare quelli che mi accusano e che sono di sinistra. Il capo del governo continua a ritenere che parte della magistratura lo perseguiti  politicamente, vorrei provare a ribaltare il punto di vista: lei come pm si sente perseguitato dal governo?
La domanda e' un po', mi consenta, provocatoria... Pero', e' vero che il reiterarsi del medesimo ritornello denigratorio nuoce alla serenità, diciamo così, del clima infra-istituzionale...

 Il principio affermato dalla Corte è importante - di Nicola Tranfaglia / Storia dei lodi e storia dei no - di Giorgio Santelli / Berlusconi: La sentenza non demolisce il legittimo impedimento


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