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Sabato a Milano l’Italia della dignità. Io ci sarò perché
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di Emilia De Biasi*

Sabato a Milano l’Italia della dignità. Io ci sarò perché

La moralità di un uomo politico non si misura dalla sua esuberanza sessuale, siamo d’accordo. Ma qui non si parla di affari privati, né di camere da letto violate. Ciò che leggiamo tutti i giorni, e per fortuna possiamo ancora farlo, lascia sgomenti per lo squallore di giri di giovani e giovanissime squillo, di esponenti delle istituzioni dedite all’organizzazione di festini, giri di droga. E tutto questo si addensa attorno al presidente del consiglio, affetto da bulimia telefonica come ossessione mediatica, la stessa che lo fa apparire in tv con proclami degni di un dittatorello sudamericano da film anni sessanta.
Parliamo dell’uomo che di fatto ahimè rappresenta il nostro paese nel mondo, l’uomo dei cucù alla Merkel e delle corna al vicino nelle foto ufficiali, oggi patetico e tardivo amatore a pagamento, dileggiato e fregato dai suoi stessi amici, umiliato dalle stesse donne che ha pagato profumatamente.
Parliamo di Silvio Berlusconi che ha offeso e colpito la dignità di un popolo.
Si deve dimettere.
Parliamo del capo del governo, di un uomo pubblico, che ha fatto strame di moralità coi suoi comportamenti, che ha ridotto le donne a corpo, merce di scambio, oggetto di piacere, annichilendone intelligenza e dignità. E’ una forma odiosa di violenza sessuale condita da videocrazia e selezione delle classi dirigenti in base alla lunghezza della coscia e alla compiacenza al capo, al padre padrone.
Si deve dimettere. La dignità delle donne lo impone.
Esiste un’altra Italia, ed esistono donne diverse da quegli esempi.
Donne a cui piace sentirsi belle ed ammirate, ma che non per questo si prostituiscono; donne che studiano, lavorano o vorrebbero lavorare, e che non scelgono la via breve del successo diventando ancelle; donne che sanno che la loro libertà esiste se c’è la loro dignità nella società, nel lavoro, nella politica, nelle istituzioni.
E ci sono uomini a cui piacciono le donne, ma che non per questo le violentano, le comprano, le usano; uomini che hanno una dignità e sanno che la loro libertà dipende dal rispetto delle donne.
Si deve dimettere.
Un’altra Italia è possibile: onesta, pulita, paritaria nei comportamenti, che vuole costruire il proprio futuro in autonomia e libertà, che sa che il denaro e il successo non sono l’unico metro di misura della civiltà, che ama e non umilia, che ha rispetto per l’altro da sé, che non riduce la dignità a moralismo, che sa la differenza fra cittadino e suddito.
Indignarsi non basta più. E’ il momento di reagire e di agire con le idee, le coscienze, le mobilitazioni. Non possiamo più consentire che la democrazia italiana e la nostra bella Costituzione vengano ulteriormente scempiate.
E’ l’ora della riscossa della dignità delle donne, di quella parte del paese che vuole una nuova Italia.
E’ l’ora di rimettere al centro della politica i problemi dell’Italia vera.
Ecco perché ci sarò. E tu?

* deputata PD, Articolo 21


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