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Articolo 21 - Editoriali
Spagna. La lezione madrilena e il ??papocchio? italiano
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di Salamandra

Di pace si può morire, politicamente s??intende! Mai la sinistra è stata tanto divisa al suo interno su di un tema così semplice e diretto per le coscienze dell??opinione pubblica. Manifestare per la pace significa oggi soprattutto lottare contro il terrorismo internazionale. Non si capisce pertanto perché proporre ( come ha fatto il sindaco di Firenze, il ??dalemiano? Domenici) una manifestazione alternativa per giovedì prossimo, cui dovrebbero partecipare maggioranza e opposizione. Tanto meno è comprensibile la posizione del leader dei DS Fassino, che in questo modo rischia di rompere ancora di più il fronte pacifista, la sinistra tutta, e di dare una grande mano al decotto Berlusconi, proprio quando il governo di destra si trova in grossa difficoltà.
Alla vigilia delle elezioni europee, la proposta di Fassino potrebbe rivelarsi un boomerang, come lo fu la stagione impapocchiata della Bicamerale voluta da D??Alema.

La pace, la lotta non-violenta alla barbarie cieca del terrorismo globalizzato, è unica e senza bandiere di partito: l??unica bandiera è quella arcobaleno, che cento milioni nel mondo hanno esposto per testimoniare la loro contrarietà alla guerra unilaterale voluta dal petroliere Bush, contro l??Iraq del dittatore Saddam.
Dalla Spagna ci giunge una lezione chiara e forte. Alla violenza del terrorismo internazionale ci si oppone con la forza dell??unità, per ribadire la voglia di pace e di convivenza civile, chiedendo a gran forza il ritiro delle truppe dall??Iraq. E il voto spagnolo ha certificato nell??urna questo sentimento popolare. Le forti contestazioni, avvenute addirittura nei giorni di divieto di manifestazioni per il silenzio pre-voto, hanno colpito il Partito Popolare del leader ??amerikano? Aznar fin dentro ai seggi elettorali ( eclatanti le immagini con il leader sconfitto Rajoy apostrofato da alcuni contestatori mentre sta per votare!). 

Agli occhi di tutti, la strage di Madrid è subito apparsa come una tappa della ??strategia della tensione? che il terrorismo internazionale di matrice islamica, ma non solo, ha intrapreso e che, purtroppo, farà altre vittime. Solo i governanti bugiardi,  gli amici ??amerikani? di Bush, gli epigoni dei ??neoconservatori? possono ancora sperare in cuor loro che il terrorismo è solo localistico, di matrice nazionalistica, e non collegabile con la guerra all??Iraq.

La globalizzazione.
Purtroppo è anche questo, non solo Internet o viaggi a basso costo, non solo MacDonalds e auto giapponesi e coreane a prezzi concorrenziali? E?? trovarsi in casa propria cellule, nuclei ben organizzati di fondamentalisti ( non soltanto islamici!), che probabilmente operano con la connivenza e l??aiuto di basisti locali, ma anche sfruttando complicità di settori deviati degli apparati statali.
La globalizzazione porta con sé la facilità di movimento delle persone e dei capitali, quindi anche dei finanziamenti ai gruppi terroristici. Le spietate condizioni di emarginazione economica, sociale e culturale di milioni di immigrati provenienti dai paesi islamici spinge alcune frange disperate ad abbracciare le ??cause sante? della guerra globale dichiarata dai nuovi padroni dell??irredentismo, sparsi nei vari continenti. Basta soffiare sul fuoco di queste fragili coscienze per ottenerne dei militanti spietati, disposti anche a trasformarsi in kamikaze.
Certo, la lezione dell??11 Settembre 2001, con il corollario delle due guerre in Afghanistan e in Iraq, che nulla per ora hanno modificato l??assetto geopolitica in senso di maggiore sicurezza o pacificazione globale ( l??escalation della guerriglia fratricida tra Israele e Palestina sta a dimostrarlo quotidianamente!), certifica tre verità:

- L??incapacità degli esecutivi ??neoconservatori? a governare i propri paesi e a creare un nuovo ordine mondiale.
- La crisi senza sbocchi delle Nazioni Unite e degli organismi internazionali, così come sono stati ideati alla fine della Seconda Guerra mondiale.
- L??asservimento di alcuni gruppi di potere e di alcuni governi agli interessi delle grandi compagnie petrolifere, pubbliche e statali ( l??Iraq è il più grande produttore di gas e il secondo di petrolio, da anni ci sono piani per la costruzione di oleodotti e gasdotti, per ridurre la concorrenza russa).

Il nuovo terrorismo.
Stiamo assistendo ad un??evoluzione tecnica, politica e culturale ( si potrebbe anche definire religiosa) di questo fenomeno. Finora, il terrorismo interno, in alcuni paesi d??Europa ( a tutt??oggi vi sono 30 milioni di islamici), storicamente privilegiava l??eliminazione del ??nemico di classe? ( tipo Brigate rosse italiane e loro epigoni) o dell??oppositore all??indipendentismo nazionalistico ( vedi l??ETA basca o l??IRA nord-irlandese). Obbiettivi mortali erano esponenti politici, magistrati, forze dell??ordine o militari, imprenditori e sindacalisti, ??tecnici governativi?). Oggi siamo arrivati al ??bersaglio grosso?. Una specie di ritorno al passato, con le stragi di gente comune, come dalla fine degli anni Sessanta in poi.

Se in Gran Bretagna si respira un??aria di tregua con le azioni terroristiche dell??IRA, grazie anche agli sforzi  del governo laburista di trovare una soluzione politica per il Nord Irlanda insieme agli esponenti delle due comunità in lotta, e al venir meno dei legami finanziari e militari tra gli irredentisti e la Libia ( complice anche il ??ritorno? di Gheddafi nell??alveo della comunità internazionale, con la fine delle sanzioni), così non si può dire per la Spagna di Aznar o l??Italia di Berlusconi.
L??ETA, purtroppo, resiste ancora, nonostante il progressivo isolamento operato dalla politica del nuovo leader del PSOE, il vincitore delle elezioni Zapatero, e dei partiti autonomisti basco e catalano. Per queste ragioni, al popolo spagnolo sono parse come colossali bugie mediatiche le accuse di responsabilità dell??ETA rivolte dal ministro degli Interni di Madrid, subito dopo le stragi alle stazioni. Tanto più odiose se si  pensa a quanto scritto nel telegramma inviato a tutti i diplomatici iberici dal ministro degli Esteri, Ana Palacio: ??deve essere difesa ad ogni costo la tesi che dietro alle bombe c??è la mano dell??ETA e va fugato ogni dubbio propagandistico da voci interessate?. E di conseguenza si sono comportati i tanti ambasciatori ospiti nelle varie trasmissioni giornalistiche delle TV e Radio europee. Clamoroso autogol, ma anche sintomo della offensiva mediatica messa in atto dal governo Aznar, per salvare la propria inettitudine e la propria cecità di ??intelligence?, pur di coprire la vera causa: la partecipazione alla guerra di Bush contro l??Iraq.

In Italia la striscia nera e rossa del terrorismo di Stato si condensa come un grumo flebitico sulle nostre coscienze, dopo l??assoluzione dei neofascisti a 35 anni dalla strage di Piazza Fontana di Milano. Dov??è la giustizia e dov??è la verità inconfessabile?
Chi mai pagherà tra coloro che si sono occultati nell??anonimato degli apparati deviati dello Stato, nelle complicità del potere politico e finanziario?

Certo il terrorismo nero e rosso d??un tempo è stato almeno in gran parte debellato. Ma resistono ancora cellule sparse e incontrollabili, alimentate da ambienti neofiti di emarginati italiani ed extracomunitari, probabilmente infiltrate da ??mani sapienti? di settori non del tutto ??bonificati? dell??intelligence nazionale e internazionale.
Non stiamo parlando di una ??Spectre? alla James Bond. Non esiste una ??centrale unica? della destabilizzazione mondiale. Anche se sarebbe tutto più semplice ed esaustivo credere ad una ??tela di ragno?, tessuta da settori incontrollati dei servizi segreti deviati di mezzo mondo (dalle americane CIA  e NSA, agli inglesi MI 5 e MI 6, agli israeliani del Mossad e del Shin Beit, ai russi e ai cinesi, per finire ai nostrani Sismi e Sisde). L??unica ??Internazionale dell??intelligence? fuori controllo è quella che gestisce il sistema di ascolto e comunicazione Echelon a tutto vantaggio degli interessi privati, industriali, finanziari e quant??altro degli Stati Uniti e di alcuni loro stretti alleati.
Esistono interessi e ambienti che, pur operando distinti e non comunicando tra loro, si attivano per destabilizzare comunità e paesi, che al loro interno hanno ancora questioni sociali, politiche e istituzionali irrisolte. E l??Italia è tra questi casi!
Nonostante il potere tecnologico enorme di controllo video ed audio satellitari, di cui dispongono le unità di intelligence americane ed alleate, come mai non si è riusciti a sgominare un??operazione militare così organizzata nei minimi dettagli e portata avanti da un numero considerevole di persone, come quella che ha procurato la strage a Madrid?

Nessuno ha controllato le telefonate sospette, i messaggi via internet, le auto rubate, il materiale occorrente a confezionare gli zaini-bomba, i soldi che saranno pure girati per organizzare e pagare le ??truppe irregolari? del neo-terrorismo globalizzato?
Eppure telecamere a circuito chiuso ormai esistono a migliaia in ogni grande città, i telefonini cellulari, anche se spenti, sono sotto controllo di Echelon ed altri apparati simili; microcamere Web sono in funzione giorno e notte dappertutto.
E?? che le forze regolari di Intelligence seguono altre piste: i no-global, i ??nipotini? delle vecchie Brigate rosse, i ??reduci? dell??ETA e dell??IRA. Ma non sono capaci di infiltrarsi tra le comunità islamiche, non osano soprattutto ( e questa è la grande colpa dell??amministrazione americana Bush!) mettere il naso negli affari sporchi di alcuni paesi arabi ritenuti amici ( Arabia Saudita, in primis, da dove è partito Osama Bin Laden, per esempio).

La paura di scoprire strane connessioni tra ambienti terroristici e settori del potere economico e finanziario, non solo arabo, costringe le potenze occidentali a focalizzare i loro sforzi di intelligence sui settori classici dell??antiterrorismo: i gruppi filo-palestinesi, gli immigrati clandestini, le ridicole minoranze estremistiche no-global e anarchiche.
Di Bin Laden, se è ancora vivo davvero e se non è stato già preso e tenuto ??nel congelatore? per essere esposto all??opinione pubblica mondiale al momento opportuno (come è successo in parte per Saddam), ufficialmente nulla si sa: dove sta e come riesce a tenere le fila di questa ??tentacolare rete? del terrorismo globale? Se vive in una caverna o tra i monti irraggiungibili afghano-pakistani, come fa a comunicare con i telefoni satellitari( tutti controllati giorno e notte dai satelliti spia), con dei foglietti di carta forse? E come arrivano a destinazione gli ordini scritti in Europa, attraverso la trasmissione orale di messaggeri fidati? E i soldi, chi li va a ritirare dai conti segreti  già individuati, e  molti bloccati,e  poi dove sono questi forzieri straripanti di danaro ??sporco??

E come riescono le cellule impazzite islamiche a incontrarsi e dialogare con i gruppi terroristici nostrani, all??insaputa di un qualsivoglia ??occhio telematico satellitare? ( andate  rivedere il film di Tony Scott ??Public enemy?, per comprendere a quale livello di controllo e depistaggio si può essere sottoposti negli USA e non solo) ?

Ultime due considerazioni
La prima è che secondo il ministro degli Interni, Pisanu, gli obbiettivi ??sensibili? in Italia sarebbero 8 mila e a questi sono state impegnate 12 mila unità. Facendo due calcoli da specialisti, per ogni obiettivo sensibile occorrono in media dai 9 ai 12 agenti (polizia, carabinieri, guardia di finanza). Insomma, ci vorrebbero non meno di 80 mila uomini con mezzi e tecnologie all??altezza (che non ci sono però in questa quantità), lasciando svuotati commissariati, stazioni di polizia e comandi di finanzieri. Dal che si deduce che lo ??sforzo? antiterroristico del governo è pressoché vicino all??inefficace ronda quotidiana!

A meno che negli 8 mila obbiettivi sensibili non figurino anche personalità politiche nostrane e altri esponenti eventualmente segnalati. Ma sappiamo come è andata a finire col povero professor Biagi e le scorte tolte dal Vicinale! Purtroppo propendiamo per questa seconda ipotesi: le 12 mila unità servono a proteggere obbiettivi umani e qualche centinaio di sedi più a rischio ( dalle sedi istituzionali, a quelle dei partiti e dei sindacati, ai grandi monumenti dell??arte e della religiosità).
Ben poca cosa per scongiurare un eventuale attacco del neo-terrorismo che sembra prediligere i luoghi di grande impatto mediatico, ma in qualche modo anonimi ( i grattacieli, le stazioni finora), piuttosto che incentrarsi su luoghi come San Pietro o il Colosseo, oppure il Parlamento o Palazzo Chigi. A questi terroristi preme più l??effetto devastante della strage dei civili comuni, oppure l??attacco a siti militarizzati ( vedi Nassirya in Iraq). Così cresce l??emotività dell??opinione pubblica e il danno alla democrazia è più devastante.

In ogni modo, per attacchi del genere sono indispensabili conoscenze approfondite di orari, vie di fuga, agibilità dei luoghi e una logistica a livelli paramilitari: tutti fattori in qualche modo controllabili da serie e professionali Intelligence di controspionaggio.
La seconda considerazione riguarda il nostro ??Pinocchio? Berlusconi ed è tragicomica. Vuoi vedere che porta davvero sfiga?
Da quando ogni lunedì il Bossi va a cena da lui, il leader della Lega non è più lui. Sbraita per giorni, minaccia la crisi di governo e poi, all??uscita, dopocena, si ammansisce come un agnellino. E ora è stato anche colpito da un ictus davvero maligno. A lui va la nostra solidarietà come uomo e combattente verace, politico di razza, anche se dalla parte opposta ai nostri ideali. Ma certamente uomo dal fiuto politico e dalla moralità specchiata.

E?? che la vicinanza di Berlusconi fa proprio male! L??altro giorno è partito di corsa a baciare e abbracciare il suo amico Aznar, per poi partecipare alla manifestazione contro il terrorismo a Madrid. Mai un abbraccio fu tanto nefasto! I popolari spagnoli di Aznar, che avrebbero dovuto comunque conservare la maggioranza, hanno perso inaspettatamente e consegnato il paese ai socialisti di Zapatero, quello che vuole ritirare il contingente militare iberico dall??Iraq il 30 giugno prossimo.

Ora, qualcuno di sinistra, in Italia, vorrebbe addirittura marciare insieme a lui giovedì prossimo contro il terrorismo e poi, come se niente fosse, manifestare per la pace sabato 20 marzo. In pratica, è come chiedere al ladro della propria auto di usare le nostre chiavi, perché non  rompa il vetro, anziché rivolgersi a qualche poliziotto! Siamo davvero al masochismo politico! Non vorremmo che questa fantomatica marcia contro il terrorismo e la violenza diventi un sentiero zeppo di nidi di vipere per la sinistra, e che il buon Fassino, parafrasando il Vangelo, ha porto l??altra guancia al maramaldo Berlusconi soprattutto per dare colore al suo viso pallido!
Ci viene spontaneo fornire un utlie ??consiglio ai naviganti?: d??ora in poi è meglio cominciare a ??toccarsi? e a munirsi di salvifico cornetto rosso, ogni volta appare o fa sentire la sua voce il Cavalier Tragedioni. Non si sa mai, con i tempi che corrono!

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