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Articolo 21 - Editoriali
Di Pietro ed Excalibur: una questione di rispetto
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di Francesco Paola*

Il termine "Excalibur" alimenta indistinte memorie fatte di richiami esoterici. Alimenta richiami, e li rendeva ieri sera palpabili, al fondamentalismo.  V'era da sperare un maggior pudore, un maggior rispetto dei morti di Spagna, vittime proprio di violenza fondamentalista.  Ai morti di Spagna e alle loro famiglie la serie indistinta fatta anche di urla e stridii di difficile decifrazione cui ieri sera era dato di assistere in diretta non hanno recato certamente rispetto.

Ed in silenzio, nel coro di stridii, con rispetto e pudore, Antonio Di Pietro ieri sera invece si è allontanato dalla trasmissione Excalibur e dal suo conduttore.  Era quanto di più doveroso. Non reca rispetto ad argomenti seri e gravi, profondi e complessi, alla Spagna e alla Europa in lutto, il litigio da osteria.  Non reca rispetto la mancanza di obiettività, di imparzialità.  Non reca rispetto la politica-trash (cui pure questi anni avrebbero voluto assuefarci) di cui Socci ha ieri sera elaborato una delle sue sintesi estreme. Quanto si immedesimi la "qualità" della politica di questi anni con la "qualità" della televisione è la prima cosa che, vedendo Excalibur, viene in mente.  Socci è arrivato a gloriarsi di avere aumentato il proprio trend televisivo. Dal 4% al 7%!. Non v'è che dire: è un bel successo...
Il monopolio mediatico si "è fatto politica": e ha determinato, perciò stesso la fine della politica. Non altro.  Il conflitto di interessi mediatico è la fine della politica e della libera informazione, insieme.  E trasmissioni come Excalibur, o stravaganti ed esoteriche forse figure di conduttori, ne rappresentano la sintesi estrema. Essi sono l'esemplificazione migliore possa esservi di questo concetto.  Un programma figlio del conflitto di interessi mediatico non potrebbe essere che Excalibur.  Con altrettanta obiettività occorre dire che non poteva ragionevolmente preventivarsi esito diverso da quello che vi è stato.  Era opportuno che un argomento tanto delicato come la strage di taglio fondamentalista avvenuta in Spagna, potesse essere affidata, ad un soggetto, come Socci, che del fondamentalismo (anche se cristiano) sembra avere fatto propria professione (-confessione) di vita?  
Risposte chiare a quesiti di questo tipo paiono sempre più essenziali.  La presa netta di distanze dai fondamentalismi religiosi, a qualsiasi confessione apprtengano, è quanto di più urgente ed essenziale.  Occorre che tali concetti siano espressi con voce sempre più forte e chiara. Occorre che i valori di tolleranza riacquistino il posto che gli spetta.  Tramite ciò, pure, si riguadagnerebbe, senza dubbio in imparzialità e serietà.  Si riguadagnerebbe in rispetto per i fatti.  In rispetto dei principi del pluralismi.  In rispetto della verità.

*Responsabile nazionale sui temi del conflitto di interessi e della concorrenza del partito di Italia dei Valori

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