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Vescovi dipietristi?
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di Alessandro Speciale

Vescovi dipietristi? da Il mondo di Annibale
Cosa accadrebbe se i vescovi italiani promuovessero e appoggiassero un disegno di legge di iniziativa popolare che rende ineleggibili tutti coloro che hanno ricevuto una condanna – non importa il grado di giudizio – oppure che non si sono sottposti all’esame di una ‘Commissione Etica’? Non osiamo immaginarlo, ma è sicuro che, se davvero così facessero, verrebbero accusati di scavalcare persino Antonio Di Pietro sulle barricate del giustizialismo.

Eppure, in Brasile, una legge di questa fatta è stata approvata nel giugno 2010. “Ficha Limpa” (“Foglio bianco”), questo il nome della legge, è stata approvata dopo una grande mobilitazione popolare durata due anni che ha portato alla raccolta di 1,6 milioni di firme per combattere il dilagare della corruzione e promuovere la “onorabilità” dei candidati.

E’ il frutto di una campagna promossa dalla Conferenza episcopale brasiliana e che anche il Vaticano vede di buon occhio: “Ficha Limpa” sarà, infatti, una delle ”buone pratiche” di applicazione della Dottrina Sociale della Chiesa che verranno presentati durante il convegno per i 50 anni dell’enciclica ‘Mater et Magistra’ organizzato la prossima settimana a Roma dal Pontificio Consiglio ‘Giustizia e Pace’.

“La Chiesa – ha detto oggi il segretario del Pontificio Consiglio, monsignor Mario Toso, presentando il congresso e l’iniziativa brasiliana – ha un compito di formazione, esprime desideri e orientamenti. Questa, – ha aggiunto con riferimento a ‘Ficha Limpa’ – è una ‘buona pratica’ che ha avuto esito positivo anche dal punto di vista politico”.

Un modello replicabile anche in Italia? “Quanto è stato fatto – ha risposto monsignor Toso -, proprio perché presentato, è ritenuto esemplare, un punto di riferimento valido, una cosa buona, utile a contrastare il fenomeno dell’illegalità e ad aiutare nella selezione della classe politica, e considerato realizzabile anche altrove”. “La classe politica – ha aggiunto – dovrebbe salire di livello morale, di esemplarita’, di ‘decoro’, come è stato detto qua in Italia”.

La legge prevede l’ineleggibilità di candidati che hanno avuto condanne precedenti, non solo dopo la candidatura o l’inizio della carriera politica, e sarà applicata la prima volta alle elezioni comunali del 2012.

“La Chiesa – ha concluso il vescovo – può offrire orientamenti. Non siede in Parlamento. Ci vuole qualcuno che recepisca tali orientamenti e non so – ha concluso – se in altri Paesi siano altrettanto pronti a recepire”. A buon intenditor…

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