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Rapito un operatore di Emergency in Darfur. La famiglia di Francesco Azzarà con il fiato sospeso
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di Giulia Fresca

Rapito un operatore di Emergency in Darfur. La famiglia di Francesco Azzarà con il fiato sospeso

È un ragazzo calabrese come tanti, dal cuore grande e con la voglia di cambiare in bene, questo mondo che sempre più calpesta i diritti umani. Francesco Azzarà, 34 anni, l'operatore di Emergency rapito in Darfur, è di Motta San Giovanni, un paese di 6000 abitanti in provincia di Reggio Calabria, dove in queste ore i genitori del giovane, laureato in Economia aziendale a Pisa, Giuseppe Santo Azzarà e Fortunata Legato, pensionati ex gestori di un bar, sperano in un segnale che restituisca loro il figlio. Un ragazzo con il cuore immenso: «generoso, sensibile, straordinario, insomma un ragazzo d’oro» Queste le parole dei suoi concittadini. I genitori non se la sentono di parlare, l’ultima telefonata, riferiscono, risale a mercoledì scorso.

Francesco era sereno mentre il padre, stranamente preoccupato. «Collabora ad Emergency, da circa un anno ed era in Sudan da circa un mese e mezzo dopo essere stato in altri Paesi sempre per Emergency.- ha riferito il cognato Vincenzo Catalano – Un’esperienza che lo sta appassionando molto. Oggi la nostra speranza è che Francesco venga liberato il più presto possibile e che questa vicenda si concluda nel modo migliore» Francesco si è specializzato in commercio estero ed ha avuto molte esperienze professionali fuori dall’Italia ed è in Emergency, fondata da Gino Strada, da un anno, come logista nell’amministrazione presso il centro pediatrico di Nyala aperto nel 2010, che presta cure mediche ai bambini fino a 14 anni svolgendo anche attività di educazione igienico-sanitaria per le famiglie.

Una storia ancora tutta da chiarire sulla quale il Ministro degli Esteri, Franco Frattini ha fatto sapere, attraverso un comunicato, che «l'Unità di Crisi della Farnesina, in stretto contatto con Emergency e la missione Onu in Darfur (UNAMID) ed in pieno coordinamento con l'Ambasciata a Khartoum, ha attivato tutti i canali disponibili presso le autorità locali per una soluzione della vicenda» ed ha chiesto alla stampa, il massimo riserbo Il rapimento è avvenuto nel pomeriggio di ieri, sebbene la notizia sia arrivata in un Ferragosto festaiolo. Secondo quanto riferisce Emergency è avvenuto alle 17 ore locali. L'operatore è stato prelevato a Nyala, capitale del Sud Darfur, da un gruppo di uomini armati, mentre si trovava in auto diretto verso l'aeroporto della città.

Emergency ha immediatamente attivato in Darfur e a Khartoum tutti i contatti a sua disposizione ed ha altresì informato il Ministero degli Affari Esteri italiano, inoltre un team sta seguendo gli sviluppi della situazione ed è in costante contatto con la famiglia, le autorità sudanesi e quelle italiane Intanto Frattini ha precisato, nel corso della trasmissione radiofonica Baobab che «per il rapimento dell'operatore di Emergency non è arrivata alcuna rivendicazione. Si tratta di un sequestro inaspettato, perché lì gli operatori facevano il bene dei più deboli. Ci sono delle piste ma il riserbo è necessario per poter lavorare, capire le dinamiche, chi sono i responsabili del rapimento e ottenere la rapidissima liberazione del nostro connazionale.

L'intelligence è al lavoro - ha proseguito il Ministro - c'è un distaccamento della nostra intelligence in Sudan cui è stata messa in contatto con Emergency». Frattini ha spiegato che vi sono diverse piste ma «l'unica cosa essenziale è evitare ipotesi avventate che possono rischiare di fare il gioco del sequestratori. Per questo lavoreremo nella cautela, nel silenzio, nella discrezione assicurando che sono già stati attivati tutti i contatti locali» Ad informare il titolare della Farnesina è stato, personalmente, il fondatore di Emergency, Gino Strada, prima che la notizia del rapimento venisse resa nota ed è proprio Strada, ricordando che la struttura nella quale lavora il giovane calabrese è l'unico ospedale pediatrico specialistico e che, dunque, chi vi opera «è molto amato dalla gente», che ha lanciato un appello per la liberazione immediata di Francesco Azzarà auspicando piena collaborazione di tutti coloro che possano aiutare ad arrivare a un esito positivo di questa vicenda.

Articolo 21 rilancia l’appello a sostegno della liberazione di Francesco Azzarà e per la tutela degli operatori di pace che, come gli uomini di Emergency, pongono la propria vita al servizio degli altri nel rispetto ed a tutela dei diritti umani.

Questo è il link al video del racconto di Gino Strada

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