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Minoranze: svolta storica in Turchia
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di Riccardo Cristiano

Minoranze: svolta storica in Turchia C’era una volta la Turchia di Ataturk, quella per cui se c’era una Turchia allora c’era una cultura turca e una religione turca (e un esercito incaricato di assicurare questa unità). Poi, domenica sera, Erdogan  ha convocato  un banchetto serale per la rottura del digiuno nel parco del museo Topkapi invitando le princiapali personalità religiose della Turchia, islamiche, ebraiche e cristiane. E ha autorizzato la tv a riprendere l’evento. “La svolta stava  già in questo”, ci dice il professor Niyazi Oktem, docente di filosofia del diritto all ‘Università di Istanbul. “Mai nella storia della Repubblica Turca un primo ministro prima di lui aveva accettato di incontrare pubblicamente un leader religioso turco non musulmano. Lui ora li ha riuniti tutti ed è apparso in tv con il patriarca greco ortodosso, Bartolomeo I, seduto al suo fianco. Un fatto impensabile. Ma non basta. In quell’occasione ha annunciato di aver firmato un decreto nel quale autorizza la restituzione alle varie comunità religiose di tutti i beni immobili confiscati dalla stato. Per ora il provvedimento è limitato alle minoranze religiose riconosciute ufficialmente e  in Turchia, quelle indicate dal trattato di Losanna, quindi i cattolici latini, tanto per fare un esempio che voi italiani saprete intendere, non figurano tra i beneficiari del decreto. Ma è chiaro che si tratta di una prima tappa in  una svolta di portata storica e per questo anche i cattolici latini plaudono. E poi Erdogan stesso lo ha detto, in televisione. Infatti ha detto in Turchia ci sono stati cittadini di serie b per via della loro fede e che non deve più essere così. Quindi l’apertura non potrà non coinvolgere anche le chiese oggi non riconosciute.

Lasciamo stare l’entità del patrimonio immobiliare che viene restituita a cristiani ed ebrei, circa 1200 immobili. E’ un patrimonio enorme,  ma non è questo il punto che conta di più. Quello che conta è un altro dato: un governo di ispirazione islamica, come è quello di Erdogan, fa segnare un indiscutibile progresso nel riconoscimento dei diritti delle minoranze, un passo avanti legislativo! Sono convinto che quindici, o dieci anni fa nessuno al mondo avrebbe potuto prevedere e scommettere su uno sviluppo del genere.”

Il professor Oktem è anche convinto che vada espressa gratitudine a qualcuno in particolare: ” Sì, bisogna ringraziare tutti coloro che hanno creduto nel dialogo inter-religioso. Un cammino cominciato 25 anni fa tra mille scetticismi. Scetticismi nel mondo cristiano e anche in quello musulmano. Per chi non è stato scettico questo è un giorno di festa.”

Quella verificatesi in Turchia è proprio una svolta, che sia aggiunge all’altra recente svolta, altrettanto importante, che ha posto il potere politico sopra quello dei generali.

Con questi due colpi davvero storici Erdogan cambia la Turchia e riapre il negoziato con l’Europa. E adesso l’Europa che farà?


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