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Il reato di diffamazione va abolito. Parola di Articolo19
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di redazione

Il reato di diffamazione va abolito. Parola di Articolo19 “...l’incarcerazione di giornalisti per diffamazione è un’anomalia in uno Stato democratico come l’Italia.” Questo uno dei passaggi finali contenuti nella lettera inviata ai presidenti di Camera e Senato dall'ONG internazionale Articolo19, che agisce in difesa della libertà di informazione e di espressione nel mondo dal 1987.
Il pretesto per sollevare la questione legata all'ormai anacronistico reato di diffamazione, ancora in vigore nel nostro paese, è la condanna comminata a due giornalisti, Walter Nerone e Claudio Lattanzio e Luigi Vicinanza, già direttore de Il Centro di Pescara, in seguito alla pubblicazione di un articolo datato 2007 nel quale si dava conto delle indagini che erano state avviate dalla Guardia di finanza a carico dell'allora sindaco di Sulmona. Vicenda per la quale i due giornalisti, accusati appunto di diffamazione, si sono visti comminare la pena a un anno di reclusione, mentre 8 mesi sono spettati al direttore... carcerazione a cui si aggiunge un'ammenda di 12.000 euro per risarcimento e spese legali.
Partendo dalla vicenda, grave per i suoi esiti, Articolo19 si dice fortemente preoccupata per il persistere di reati di diffamazione all'interno del codice penale italiano, in particolare l'articolo 595 “secondo il quale la diffamazione recata col mezzo della stampa è punibile con la reclusione da sei mesi a tre anni o con una multa non inferiore a €516. Se l’offesa è recata a un Corpo politico, amministrativo o giudiziario, o ad una sua rappresentanza o ad un’autorità costituita in collegio, le pene sono aumentate. L’articolo 595 può anche essere applicato in certi casi al direttore o al vice-direttore responsabile, all’editore o allo stampatore”
Un retaggio del passato che non ha più senso di esistere in un paese democratico e membro dell'Unione europea e del Consiglio d'Europa, sostiene la Ong che ricorda come: “L’articolo 595 del codice penale italiano del 1930 è stato redatto in un tempo in cui la libertà di espressione non era vista come un diritto. Lo scopo originario di tutte le leggi penali sulla diffamazione era fare della critica dei monarchi o governi un reato e far tacere il dissenso.”  E aggiunge: “ Oggi la diffamazione è verosimilmente una questione privata tra due individui con meno conseguenze pubbliche. La sua regolazione penale, e specialmente la possibilità della reclusione, è inappropriata.”
Del resto non è la prima volta che l'Italia viene redarguita in materia di libertà di informazione. Come vine ricordato anche nella missiva inviata ai due presidenti delle Camere, già nel 2006, il Comitato dei diritti umani dell'ONU aveva rivolto un appello all’Italia per “garantire che la diffamazione non sia più punibile con la reclusione”.
Analogamente l’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa nella Risoluzione 1577 (2007), aveva rivolto un appello agli Stati membri  affinché “siano abolite, senza indugio, le condanne alla reclusione per diffamazione.”
Anche da parte di Articolo19 l'invito è dunque pressante: il reato di diffamazione punibile con la reclusione va abolito e loro sono disposti ad assistere il Governo in carica in questo processo.
A questo punto però l'interrogativo è d'obbligo: un governo che vorrebbe imbavagliare la stampa in maniera completa perchè mai dovrebbe eliminare il reato di diffamazione?

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