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Articolo 21 - Editoriali
Le responsabilitĂ  della regressione culturale
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di Tania Passa

L’Italia delle ideologie e della prima Repubblica è stata archiviata senza rimpianti , quella delle veline si scopre all’improvviso , non piace a nessuno  nemmeno più ai suoi inventori che da ‘Drive In’ in poi ne hanno teorizzato il modello culturale, e colpo di scena, non piace più nemmeno agli alleati dei suoi inventori. ‘Farefuturo’ la fondazione legata a Gianfranco Fini, è stata la prima a chiedere una riflessione sull’opportunità di rivedere un ‘certo velinismo’ sfrenato che offende il ruolo della donna in questo Paese.

 L’altra sera il Ministro Bondi, uomo assai vicino al Cavaliere, mentre Franceschini leggeva le parole durissime dell’editoriale di Avvenire riguardo ad un certo “ ciarpame” afferma: “ cosa credi che anche io non sia d’accordo con tutto ciò che è espresso li”?

E’ abbastanza destabilizzante creare un modello culturale che confonde politica e star system , e poi disconoscerlo . In tutta la vicenda Lario Berlusconi c’è una fanciulla che confonde sogni,  speranze e  felicità con la notorietà , quella ragazza ha imparato questo dal Paese.

C’è una generazione intera cresciuta così, confondendo l’estetica con i valori veri e, mio malgrado, non mi riferisco certo ad un concetto di estetica Kantiana o di qualche altro autore filosofico.

No purtroppo mi riferisco ad un’estetica fatta di unghie finte , capelli tinti e sempre perfetti , vestiti alla moda, leggerezza dell’animo e la tendenza ossessiva a riflettere sempre meno sulla vita e il senso delle cose, perché considerati pensieri tristi.

I ‘pensieri tristi’ che evita la generazione tirata su dal 'velinismo’ sono: il dolore , le malattie, la diversità , le riflessioni sul mondo, le passioni come espressione dell’animo .
Ora noi alle prossime europee ci troveremo davanti al voto  una generazione così, ma si badi bene dare la colpa a questi ragazzi è un grande errore, loro sono la conseguenza non la causa, la causa è chi ha teorizzato quel modello culturale, ed ora che Fare futuro ha compreso i danni di questo modello  la responsabilità di aver avallato negli anni passati tutto ciò, chi se la prenderà?

Ci sono momenti nella vita di un Paese in cui le riflessioni debbono essere collettive, alcuni modelli appartenenti tanto a sinistra che a destra , stanno conducendo il Paese al disastro, mi riferisco alla strana alchimia tra arroganza e potere .

Il potere in questo Paese viene riconosciuto culturalmente tale quando coincide con forza, prepotenza ed arroganza , non viene riconosciuto quando coincide con spessore e democrazia, e di fronte a questa deriva il problema ‘velinismo’ è persino meno grave.

Sia a destra che a sinistra i due più grandi partiti hanno esercitato tale arroganza al loro interno confondendola con il potere, e ciò a portato ad una regressione civile tanto a livello nazionale che territoriale, fino al punto che quando  si interviene ora sui grandi valori , non si è più credibili.

Ora che quel modello si sta sgretolando però le responsabilità  vadano distribuite, perché se passa l’idea che i responsabili sono sempre gli altri, il risultato è solo che l’analisi non si compie e un partito vero alternativo a Berlusconi non nasce.
Il manifesto di Bersani letto al Nens è lucido chiaro e perseguibile , ma stavolta ci sia coerenza e si sappia che ci sono italiane e italiani che non hanno bisogno di arroganza per riconoscere il potere , ma piuttosto di reagire insieme con un’attenta crescita culturale collettiva, per arrivare all’Italia che vorremmo, quella disegnata dai nostri studi, la nostra fatica , i nostri valori.

 

 

 

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