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Articolo 21 - Editoriali
Birmania. Bonanni: "Nessuno faccia affar con chi sfrutta il lavoro forzato"
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di redazione

Il Segretario Generale della CISL Raffaele Bonanni ringraziando il Ministro degli Esteri Franco Frattini per aver indetto una conferenza stampa congiunta così positivamente inusuale, che ha visto la partecipazione anche di Maung Maung, Segretario Generale del Sindacato Birmano FTUB, ha illustrato le richieste della CISL al governo e alla comunità internazionale perché si vada finalmente oltre le dichiarazioni di condanna e si adotti una forte pressione affinché il Rappresentante della UE Piero Fassino, Ban Ki-moon Segr. Gen. ONU e il Segretario dell’Asean Surin possano immediatamente andare in Birmania per negoziare con la giunta la liberazione immediata di Aung San Suu Kyi e di tutti i prigionieri politici e sindacali (38 sindacalisti condannati ad oltre 20 anni); perché la giunta accetti l’avvio del dialogo con l’opposizione e le rappresentanze etniche per la transizione alla democrazia, e perché attraverso il dialogo che si attui innanzitutto la revisione della costituzione, approvata con la forza dai militari. Tale revisione, secondo Bonanni è la condizione imprescindibile perché la comunità internazionale accetti le elezioni indette per il 2010, elezioni che dovranno tenersi sulla base di una legge elettorale democratica e con la partecipazione di osservatori internazionali.

Tra le altre richieste, Bonanni ha chiesto che i governi Europei rafforzino le sanzioni economiche e ne condizionino la riduzione alla attuazione degli impegni per la transizione vera alla democrazia, introducendo sanzioni che proibiscano alle imprese europee di fornire polizze assicurative in Birmania e sanzioni sulle transazioni finanziarie attraverso il divieto di utilizzo dell’euro come valuta per le transazioni commerciali con persone o imprese birmane, così come hanno fatto gli USA.

Raffaele Bonanni, mentre ha espresso apprezzamento per le poche imprese che si sono ritirate dalla Birmania, ha anche annunciato la pubblicazione della lista delle imprese italiane che continuano a lavorare con questo paese ed ha chiesto di interrompere tali rapporti fino a quando non vi sarà un profondo cambiamento democratico e serie garanzie perché i lavoratori e le lavoratrici possano lavorare con dignità e non essere vittime di lavoro forzato e di sfruttamento violento e disumano e perché possano avere il diritto di organizzazione e contrattazione collettiva. oggi negato con il carcere

La CISL ha presentato un nuovo elenco di imprese che continuano, nonostante le decisioni europee a importare ed esportare prodotti, soprattutto del settore del legno, della meccanica, elettronica e potenzialmente della difesa. La CISL chiede che gli uffici preposti delle Dogane e delle Finanze, in particolare gli Uffici Centrali Antifrode predispongano tutte le procedure e gli strumenti necessari affinchè le imprese non esportino o importino in violazione delle decisioni assunte dalla UE, anche attraverso la triangolazione con Cina e Thailandia.

Alle altre imprese che fanno affari con la Birmania, pur non in violazione delle norme europee, soprattutto in questo delicato momento, la CISL chiede di interrompere tali affari perché comunque alimentano la permanenza di questa giunta militare che basa il suo potere sulle uccisioni, sugli stupri, sul lavoro forzato, sulla confisca delle terre e sulla incarcerazione arbitraria di migliaia di uomini e donne che non hanno commesso altro crimine che quello di lottare per la democrazia e i diritti. La CISL, impegnando i propri iscritti chiede di fare un passo indietro e chiede a tutti i consumatori di boicottare le imprese, comprese quelle del turismo, che continuano a chiudere gli occhi di fronte a questa sanguinaria dittatura.

LA LISTA DELLE IMPRESE CHE HANNO RAPPORTI COMMERCIALI CON LA BIRMANIA

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