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Articolo 21 - Editoriali
Tutti a Saxa Rubra qualora la Rai ritenesse questa una non notizia
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di Federico Orlando*

Cara Europa, condividiamo e facciamo nostro l'appello dei promotori del No B. Day affinché giornali e media diano spazio alla manifestazione del 5 dicembre, e ci permettiamo di rivolgerlo non solo alla Rai ma anche a tutti i media italiani , perché nella descrizione di questo evento abbandonino i pregiudizi e gli schemi obbligati, e provino a raccontare la storia di una manifestazione autorganizzata, dando finalmente voce e volto a tanti cittadini che, attraverso la rete, si sono messi insieme per difendere lo stato di diritto e la costituzione. Per questo vorremmo che la Rai il 5 dicembre garantisse la diretta alla manifestazione, affinché milioni di cittadini e cittadine  possano formarsi liberamente un'opinione attorno a un avvenimento che ha giustamente richiamato l'attenzione non solo della stampa italiana , ma anche della più qualificata stampa straniera. Giuseppe Giulietti, Stefano Corradino, portavoce e direttore di Articolo 21

Cari amici, come ha spiegato ieri ampiamente Europa, il Partito democratico non è ufficialmente tra i promotori della manifestazione del 5 contro le manipolazioni delle leggi, del parlamento, della giustizia e dell'informazione in favore del premier, spacciate per riforme della giustizia e della governabilità.  Due esigenze, governabilità e giustizia certa, che naturalmente condividiamo. Proprio per questo, se  non ci saranno bandiere del Pd a piazza del Popolo, tuttavia ci saranno molti associasti e dirigenti e parlamentari, che verranno a titolo personale ma con una inequivocabile scelta di contenuti. Noi ci auguriamo che questi contenuti e la vasta rappresentanza politica e sociale, di giovani e di adulti, che il No B.Day raccoglierà, non siano turbati da volgarità antipolitiche come quelle di piazza Navona, un anno fa, che indussero molti dei presenti ad andarsene. E ci auguriamo anche, viste le origini spontanee della manifestazione, che nessun partito ci metta su il cappello, e che dal palco parlino personalità della cultura, del diritto, del giornalismo, amici delle istituzioni e della costituzione, a livello alto, per opporre all'arbitrio la qualità. Nell'arbitrio non c'è solo la pervicacia di chi si rifiuta di sottostare alla legge comune e fugge “dal” processo, come a nessun altro cittadino è consentito; c'è anche il comportamento della Rai, che diventerebbe ignobile comportamento da Eiar se non venisse data alla manifestazione la diretta: magari giustificando una simile censura, come fece il Tg1 con la nostra manifestazione del 3 ottobre contro il bavaglio all'informazione, giudicata una non notizia. Centinaia di migliaia di persone in piazza sono una non notizia per chi, evidentemente, non ricorda i giornalisti della radio di regime, dei giornali, delle agenzie, con le uniformi in orbace e i berretti con visiera e piccione, secondo lo stile fascista. Che chiedeva anche ai giornalisti di “Credere, obbedire, combattere”. Probabilmente voi ricorderete un'altra nostra manifestazione antiregime,  quella di piazza San Giovanni del 15 settembre 2002, con un milione di ragazzi e adulti venuti a proprie spese da tutta Italia. In quell'occasione, dissi dal palco, a nome di Articolo 21, che la successiva riunione di popolo  sarebbe stata opportuna non nella bella piazza romana ma a Saxa Rubra, perché il marcio di tutti i regimi è sempre l'informazione, seconda solo alla polizia politica, Ovra o Stasi che sia. Purtroppo quella manifestazione non c'è stata.  Mi permetto di riproporvela, se ancora una volta la Rai dovesse tradire i diritti dei cittadini.  

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