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Articolo 21 - Editoriali
Rai, Rizzo Nervo: blitz su 22 vicedirettori, ho lasciato il cda
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di Redazione

 

"Nel giorno in cui si
cominciavano ad approfondire il piano di risanamento
aziendale ed il budget per il 2010, i lavori del consiglio
sono stati strozzati per consentire la nomina di ventidue
vicedirettori in alcune testate ed altre strutture aziendali,
le cui proposte sono state distribuite appena mezz'ora prima
della loro votazione. Non condividendo il metodo, ed in molti
casi la sostanza, delle proposte ho abbandonato i lavori". E'
la protesta del Consigliere Rai, Nino Rizzo Nervo, che spiega
come "e' irragionevole e contraddittorio che in un momento di
crisi che potrebbe portare anche a scelte non indolori sul
perimetro delle attivita' aziendali si decida di aumentare il
numero dei dirigenti. Un esempio su tutti: mentre il piano di
risanamento presentato dal direttore generale prevedeva una
riduzione dell'offerta di Rai Internazionale, nella struttura
che conta circa 50 giornalisti sono stati nominati ben cinque
vicedirettori (uno ogni dieci), pur essendovi gia' due
vicedirettori non utilizzati nelle loro funzioni. Cosi' come
e' stato aumentato il numero dei vicedirettori della Tgr, di
Isoradio, della direzione Palinsesto e marketing e della
direzione  Innovazione prodotto". 

 "Il metodo dei pacchetti di
nomine lasciati aperti sino all'ultimo momento, tant'e' che
le proposte sono giunte durante i lavori consiliari, e' la
prova inoltre di una procedura poco trasparente - aggiunge
Rizzo Nervo - che ha inevitabilmente condizionato le
autonomie dei direttori di testata, determinando in alcuni
casi anche scelte di basso profilo professionale. Per questi
motivi non vi era alcun senso che io restassi in consiglio ed
ho preferito manifestare il mio dissenso non partecipando
alla votazione che peraltro era in premessa blindata dalla
maggioranza. Il mio rifiuto a partecipare a lunghe e
defatiganti trattative sulle nomine e' stato sino ad ora e
continuera' ad essere assoluto. Per questo continuero' a
giudicare metodo e nomine soltanto quando le proposte della
direzione generale sono formalizzate  in consiglio di
amministrazione, continuando pero' a denunciare pubblicamente
la distorsione di un sistema che lede l'autonomia di questa
azienda e mortifica professionalita' e merito come mai e'
avvenuto in passato. Mi preoccupa la diffusa mancanza di
consapevolezza che cosi' facendo si toglie credibilita' e
legittimazione al servizio pubblico determinandone - conclude
il consigliere - al piu' presto la sua fine".

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