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Articolo 21 - Editoriali
Intervista Gianni Lannes. Richiesta di rettifica
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di redazione

A seguito dell'Intervista pubblicata sulla nostra testata, titolata
"Rifiuti radioattivi. Io ho le prove." Gianni Lannes ha inteso puntualizzare quanto di seguito riportato :
"Il titolo è alquanto inappropriato, perché si tratta soprattutto di scorie chimiche. Ad ogni buon conto, chiedo con la presente di rettificare alcune dichiarazioni a me attribuite e mai rilasciate. Il 9 febbraio alle ore 12,30 circa ho tenuto una conferenza stampa presso la sede Cgil di Cosenza. Erano presenti decine di colleghi (Web, Tv, Radio e Carta Stampata). Il Tg 3 nazionale ha mandato in onda il servizio nell'edizione delle 14,15. Giulia Fresca ha pubblicato ieri 10 febbraio 2010, a pagina 17 del QUOTIDIANO DELLA CALABRIA, un sintetico resoconto dell'evento. In effetti, al termine dell'iniziativa la Fresca mi ha chiesto un'intervista che ho puntualmente concesso. Nell'articolo apparso su ARTICOLO 21, però appaiono palesi inesattezze, imprecisioni e dichiarazioni mai pronunciate dal sottoscritto; oltre a qualche domanda mai posta dalla cronista.
Dunque: Non ho mai detto che l'Italia produce 62 milioni di tonnellate di rifiuti tossici. Purtroppo la produzione di scorie industriali e sanitarie in Italia e in Europa e a tutt'oggi un dato sconosciuto; neppure l'Ocse ne stima l'esatta entità. Insomma, si tratta di un buco nero. Non ho mai dichiarato che nave Catania matricola 840 è stato requisito il 3 marzo 1943. La Fresca riporta Aimo (in inglese è tale la pronuncia dell'acronimo) ma si scrive correttamente Imo (Organizzazione internazionale marittima). Indi scrive in riferimento alla società Ecoge srl dei Mamone: "grazie a un contratto di appalto per lo smaltimento dei rifiuti radioattivi" (mai detto). Quanto alla nave dei rifiuti radioattivi: si scrive Cunski e non Kunski. Non ho mai fatto riferimento alla Fnsi, ma al silenzio dell'Ordine nazionale dei giornalisti."
Gianni Lannes

Di seguito la risposta della cronista Giulia Fresca:
L’intervista è stata rilasciata concordemente con Gianni Lannes insieme agli altri colleghi presenti della Rai, della testata giornalistica Tele Cosenza curata da Francesco Straticò, pubblicata su Youtube, che ha anche rilanciato all’AGI la notizia (che si riporta) ed alla collega Elvira Madrigrano della Redazione Cn24.tv di Cosenza. Le domande circoscritte per la ristrettezza dei tempi concessi per l’intervista sono state espressione della collaborazione tra tutti i colleghi nello spirito della collegialità e condivisione di una notizia che per la Calabria riveste particolare e significativa attenzione. L’intervista audio che si allega, le cui domande sono state poste dalla sottoscritta riportano le parole riportate e dunque non danno adito al alcuna interpretazione  compreso quanto riguarda al Fnsi. Infine per completezza delle informazioni mi è stato concesso da parte di Lannes l’autorizzazione a fotografare i medesimi documenti ripresi dalle telecamere RAI dai quali risultano le date e le informazioni relative alla nave Catania.
Mi preme aggiungere, rispettando l’operato di Gianni Lannes, che anche in Calabria esistono cronisti investigativi che da anni si occupano di delitti contro l’ambiente e contro la salute dei cittadini, che hanno raccolto informazioni e pubblicato dossier sulle “navi dei veleni”, non ultimi i giornalisti Massimo Clausi e Roberto Grandinetti ma anche persone che vivono il mare come Piero Greco che oggi attuerà una protesta a Cetraro contro la ipotesi avanzata da Gianni Lannes dopo aver diffuso una lettera aperta che pubblichiamo.
La ricerca della verità e la consapevolezza che le “parole sono pietre…e le pietre sono parole”, deve essere il Vangelo di un giornalista.
Giulia Fresca

Nota di redazione:
In seguito alla richiesta di Lannes gli errori sono stati corretti, quindi non appaiono più sul testo.
Inoltre su richiesta della nostra collaboratrice alleghiamo all'intervista la registrazione audio dell'intervista, un video mandato in onda da Telecosenza, alcune foto scattate durante la giornata e una lettera aperta indirizzata al giornalista da parte di Piero Greco, capo spedizione di uno Staff di sommozzatori che opera per il ritrovamento di relitti affondati nei mari calabresi durante la Prima e Seconda Guerra mondiale.

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