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Articolo 21 - Editoriali
Che cos'è la salute mentale?
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di Iva Testa

Su questo interrogativo per cinque giorni a Trieste, cittadella tra le più avanzate del mondo per l'approccio e la cura dei portatori di disagio mentale, si sono confrontati esperti , associazioni di volontariato, persone che hanno vissuto e che vivono tuttora il disagio mentale..
Un'esperienza ricca di vissuti ma anche e soprattutto di vari operatori che cercano con fatica ma anche successo di portare fuori dalle strette gabbie della malattia uomini e donne che possono e potranno reinserirsi nella vita quotidiana..
Un'importante sessione dei lavori ci ha riguardato da vicino..
" L'insano gesto" : incontro ad armi pari tra operatori dell'informazione e cittadini utenti dei servizi di salute mentale.
Siamo stati chiamati ad una profonda riflessione sull'atteggiamento che l'informazione ha verso l'esperienza del disturbo mentale..
Abbiamo detto, senza veli, che negli ultimi anni l'informazione è diventata sempre più rapida e superficiale, alla ricerca delle notizie strillate che più delle altre colpiscono l'attenzione dei lettori o dei telespettatori..E allora le persone che vivono l'esperienza diretta del disagio mentale diventano inevitabilmente vittime di linguaggi sminuenti. Il termine più usato dalle cronache è psicolabile o affetto da disturbi mentali per motivare un omicidio, un suicidio, o un gesto estremo..
O addirittura, quando la persona che compie un crimine è sano, si ricorre al " raptus di follia", che non ha alcun senso se non quello di ricondurre nell'alveo del non traducibile un evento reale..
E così non si guarda più alla persona, ma si da vita spesso ad un'equazione pericolosa : disagio mentale= violenza, pericolosità..
Perchè tutto questo?
Perchè nell'informazione ormai manca il racconto, la rotondità che permette di tratteggiare con cura gli eventi ..
Le colpe non sono solo dei giornalisti, ma del mercato della notizia, appetibile solo se clamorosa..
Ecco allora che Tartaglia, eroe suo malgrado con il duomo di gesso contro Berlusconi, viene dimenticato dopo due o tre giorni..proprio perchè psicolabile, categoria che ormai contiene ogni forma di espressione violenta..
Fino a poco tempo fa le persone attraversate dal disturbo mentale sono rimaste assenti dalla scena pubblica, come soggetti capaci di autorappresentarsi..Hanno delegato ad altri ( familiari, operatori culturalmente e umanamente vicini, mondo del volontariato) la loro voce.
Sull'onda lunga della legge 180 sono venuti allo scoperto uomini e donne che possono parlare, in prima persona, della propria sofferenza mentale..
I tempi sono ormai maturi perchè questa voce collettiva interagisca con i sistemi di produzione della notizia..
A Trieste abbiamo preso l'impegno di continuare questo confronto per rinforzare un percorso comune che possa finalmente sfondare le porte serrate della scorretta informazione...
Non sarà facile, ma altre esperienze ci insegnano che credere nei diritti della persona può e deve tradursi anche nell'onesto resoconto e racconto giornalistico.
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