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Articolo 21 - Editoriali
Questione morale. Il duro richiamo del Presidente Napolitano, l'imbarazzo di Berlusconi per le "squallide consorterie".
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di Articolo 21

Chi cercava di sminuire, glissare, ridicolizzare, rendere il tutto a “sfigate bocciofile di pensionati” è stato prontamente redarguito. E dal più alto scranno istituzionale: "Ci indigna e allarma l'emergere di fatti di corruzione e trame inquinanti da parte di squallide consorterie, ma la nostra democrazia dispone di anticorpi: la reazione morale dei cittadini, i principi costituzionali, le leggi per applicare tali principi". Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, non ha usato mezzi termini per stigmatizzare la deriva che sta prendendo il sistema del potere in Italia.

Certo, non l’ha presa bene Berlusconi, il cui regime si regge anche sull’intreccio tra politica, affari, ambienti paramassonici segreti e conflitti di interessi. Da molto tempo andiamo ripetendo che questo “marciume” è la vera palude nella quale si è impantanata la politica in Italia. Una palude Stigia, infernale, dove si agitano esponenti del potere nazionale e locale, dove vige il malcostume dei ricatti, dei dossier, delle intercettazioni illegittime, delle estorsioni e della prepotenza.

Il rischio è che ne facciano le spese le istituzioni repubblicane, la dialettica democratica, la vita privata e pubblica di tutti i cittadini, di tutti coloro che soprattutto non sono tutelati da immunità di vario genere. Concordiamo col Presidente Napolitano quando sprona la magistratura ad andare avanti nell’accertare la verità in queste indagini, procedendo  "senza incertezza", ma anche "senza cedere al massacro tra e nelle istituzioni".

 

Come ci sembra fondamentale il suo ruolo di “arbitro” nella vicenda parlamentare della legge sulle intercettazioni, quando richiama il Parlamento a bilanciare tra i valori, come quello della sicurezza: "da garantire con l'imperio della legge, colpendone ogni violazione attraverso la ricerca con i mezzi indispensabili degli indizi di reato"; ma anche il valore della libertà di stampa "e ancora – ha specificato - il valore della libertà di comunicazione tra le persone, il diritto al rispetto della riservatezza e della dignità delle persone".

 

 

Articolo 21 prende atto che alcuni cambiamenti alla Camera sulla “legge-bavaglio” siano stati fatti, ma ritiene che, comunque, questo disegno di legge illiberale vada rigettato integralmente. Ne va della salute della democrazia, del senso di giustizia e di uguaglianza che verrebbero minacciati, della libertà fondamentale ad informare ed essere informati. Ne sono consapevoli i milioni di cittadini che hanno manifestato in piazza in questi mesi e che continuano a manifestare sulle “piazze virtuali” della Rete.

 

Non è in ballo il diritto alla privacy, anche perché se così fosse, non ci spiegheremmo come mai non vengono ancora colpiti tutti quegli organismi privati, aziende e vertici, che usano le intercettazioni, al riparo dei rigori delle attuali leggi, e che continueranno a farlo, nonostante l’eventuale approvazione della “legge-bavaglio”, come il caso dello spionaggio Telecom insegna.
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