Clicca qui per il nuovo sito di Articolo 21 »
Ricerca con Google
Web articolo21.info
 
 
Articolo 21 - Editoriali
La democrazia da difendere
Condividi su Facebook Condividi su OKNOtizie Condividi su Del.icio.us.

di Andrea Leccese

Mette di buon umore leggere al mattino il Corriere della sera, sorseggiando un buon caffè, ed evitando magari di macchiarsi la polo a causa dello stupore o dello sgomento. Leggendo il quotidiano milanese, può capitare infatti di imbattersi in articoli illuminanti e  divertenti come quello pubblicato mercoledì 18 agosto, a firma di Piero Ostellino, dal titolo “La volontà popolare da difendere”.

Il costituzionalista Ostellino accusa i Padri Costituenti di aver generato, “nel timore di un ritorno alla dittatura”, una sorta di dittatura del Parlamento, o meglio dei partiti politici, “vanificando” la sovranità popolare. Sovranità che sarebbe stata sostanzialmente ripristinata dalla attuale legge elettorale   - la “legge- porcata" per intenderci -   e da una non meglio definita “costituzione materiale”. Forse, al costituzionalista Ostellino sfugge che dittatore è normalmente un uomo assetato di potere, circondato e riverito da nuguli di servi, tartufi e clienti, e sostenuto da poteri forti e propaganda mediatica. Non si è mai sentito parlare, invece, di un “Parlamento – dittatore”.  

Forse, al costituzionalista Ostellino sfugge che, nel dettato costituzionale, i partiti politici hanno un ruolo centrale nella nostra democrazia. Infatti, “tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale” (art. 49 Cost.). Forse, al costituzionalista Ostellino sfugge che proprio l’attuale legge elettorale allontana i cittadini dal Parlamento e dalla democrazia, vanificando la sovranità popolare. Forse, al costituzionalista Ostellino sfugge che, in una democrazia sostanziale,   la “sovranità del popolo” non è affidarsi ad un capo carismatico o a un Duce. In tal caso, si parla normalmente di “dittatura”.

Forse, il Costituzionalista Ostellino non ha potuto leggere tutto il comma secondo dell’articolo 1 della Costituzione. Perciò, è utile citarlo per intero:”La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”. Il concetto, elementare, si insegna durante la prima lezione di diritto costituzionale. Perché queste forme e questi limiti? Affinché la democrazia non degeneri in dittatura della maggioranza, il popolo non può esercitare arbitrariamente la sovranità di cui è titolare, ma deve rispettare dei limiti a garanzia dei principi democratici (tutela delle minoranze, partecipazione di tutti i cittadini all’organizzazione statale).

Forse, il costituzionalista Ostellino non ricorda che la Carta del ’47 è una costituzione “rigida”, che può essere modificata solo dal Parlamento, “luogo” della sovranità popolare, e soltanto con una procedura “aggravata” (art. 138 Cost.). Forse, al costituzionalista Ostellino va ricordato che esistono limiti alla revisione costituzionale. I principi fondamentali, per esempio, non possono essere assolutamente modificati o sovvertiti. Forse, al costituzionalista Ostellino si deve rammentare che la Carta del ’47 è rigida proprio perché quella “flessibile”, lo Statuto Albertino, seppur fondata sull’uguaglianza di tutti i “regnicoli”, non aveva impedito l’affermazione della dittatura fascista.

Perciò, al costituzionalista Ostellino è doveroso sussurrare che, da noi, il concetto di “costituzione materiale” - sbandierato per giunta da taluni piduisti -   può rivelarsi gravemente eversivo.   Solo la Costituzione "formale" va rispettata, quella alla quale gli stessi piduisti hanno prestato solenne giuramento di fedeltà. Forse, al costituzionalista Ostellino è bene suggerire che i Padri Costituenti non sbagliavano a temere il ritorno della dittatura, perché i germi del fascismo sono vivi e vegeti, perché l’analfabetismo giuridico è imperante, perché la mentalità pubblica non è cambiata, perché il “familismo amorale” degli italiani non è arretrato di un solo centimetro.

Al costituzionalista Ostellino, si può anche dare una bella idea. Piuttosto che pensare a modificare la Costituzione formale, impegnamoci a cambiare quella materiale, e a rigenerare questo nostro Belpaese, dominato dal malaffare e dalle mafie. Può darsi, peraltro, che i rimedi alla deriva dei nostri giorni possano rinvenirsi proprio in quella vecchia Carta Costituzionale, che molti paesi civili continuano a invidiarci.

Letto 2479 volte
Dalla rete di Articolo 21