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Articolo 21 - Editoriali
Stangata fiscale.Il “Golpe bianco” di Berlusconi/Tremonti.Come arginare la “macelleria sociale”.
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di Gianni Rossi

E’ sempre in estate che si tentano i “golpe bianco”, ovvero la restaurazione di regimi anticostituzionali. E’ stato così negli anni Sessanta e Settanta, con scarso successo, per fortuna. Accade oggi con la stangata fiscale di Berlusconi/Tremonti/Bossi. A meno che il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano non firmi questo decreto, ma richieda subito delle variazioni, visto che si è fatto garante presso le istituzioni europee di un piano di risanamento credibile insieme al governatore di Bankitalia, e futuro presidente della BCE, Mario Draghi. Qualche osservatore cerchiobbottista dirà che si “vuole tirare per la giacchetta il presidente”. No! Chi si rende oggi complice di questa”macelleria sociale”, domani non potrà autorevolmente fare appello al senso di responsabilità degli italiani! 

Anziché la Patrimoniale sui ricchi e il ripristino di una tassazione sulle successioni oltre limiti decenti, Berlusconi ha scelto la scure demagogica e antipopolare dell’addizionale su chi paga sempre. L’imposizione fiscale, già al secondo posto in Europa, ora balzerà oltre ogni limite mondiale, anche grazie alle nuove addizionali regionali e comunali, che gli enti locali saranno costretti ad innalzare, per contrastare i tagli previsti. Questa è una politica di classe: dei ristretti ceti straricchi contro tutti gli altri, coloro che mandano avanti la “barca Italia”. Nell’ America  di Obama con il travagliato provvedimento per scongiurare il più grande default della storia degli USA non sono state aumentate le tasse, che restano 4 aliquote con il top del 39%, ma tagli alle spese diluite in 10 anni. 

La bocca del Caimano trasuda del sangue degli italiani. Ecco il vero epilogo della sua fine di Autarca inebriato di sesso, stramberie e trame oscure varie. Questa “mattanza” fiscale, senza alcun provvedimento per innescare la crescita e sviluppare l’occupazione è del tutto inutile, ma in linea con il movimento globale di restaurazione del peggiore capitalismo neoconservatore. Vengono colpiti scientificamente gli strati sociali, che teoricamente votano centrosinistra, i ceti medi produttivi, i pubblici dipendenti, i pensionati, la “classe intellettuale"; ma si salvano quelli propensi al centrodestra (vedi l’inutile tassazione per autonomi, commercianti e artigiani oltre i 50 mila euro, quando la media di quelle dichiarazioni è sui 30 mila). Ma anche per loro non c’è più “trippa per gatti”, perché i consumi si deprimono e i soldi non girano più. Hanno contato Berlusconi,Tremonti e Bossi quanti negozi e attività commerciali chiudono? Quanti esercizi hanno ridotto dipendenti e orari di apertura? Quanti milioni di italiani, famiglie e giovani, sono rimasti a casa senza fare le ferie estive? E che dire della crescente disoccupazione giovanile di “qualità”, la maggior parte laureati, in attesa da anni di lavori non precari o da stagisti? Il loro futuro è sulle spalle sempre più curve per il peso della tasse dello loro famiglie.  

La speculazione finanziaria già sta rientrando. Quella cui abbiamo assistito è stata una prova del fuoco per costringere i governi conservatori riottosi a fare “macelleria sociale”. Le borse già riprendono fiato e i mercati ora ritornano a comprare, dopo lo shock di queste settimane. Mancando una proposta globale delle opposizioni progressiste, socialdemocratiche, riformiste, ecco che i “mercati”  impongono le loro scelte politiche e ripristinano le forche caudine dell’iperliberismo monetarista. Dopo la Grecia e il Portogallo è l’Italia il paese che paga di più il peso dell’attacco all’Euro. E’ chiara la politica di Germania e Francia: se l’Italia avesse passato indenne la tempesta perfetta della speculazione, e avesse avuto un vero governo con politiche di rilancio economico, per lo sviluppo, sarebbe diventata un competitore troppo forte per l’economia tedesca, che da due anni sta vivendo un periodo di grande sviluppo. La stessa Francia, aiutata dall’accondiscendenza tedesca, stava oltrepassando la linea della bufera, grazie soprattutto al sistema finanziario bancario e ad alcuni “campioni” industriali molto agguerriti in Europa (alimentare, lusso, aeronautica, aerospaziale, tecnologia avanzata) con shopping ovunque.

Ecco  dunque che con l’Italia in piena depressione, Francia e Germania marciano in combutta con un Gran Bretagna, il più forte mercato finanziario al di qua dell’Atlantico, per egemonizzare il futuro economico dell’Unione Europea. E con loro la BCE, che di fatto “commissaria” per la prima volta un governo nazionale, attraverso una “lettera di intenti” restata finora segreta allo stesso Parlamento. “Germanizzazione” del continente, dunque; ma non si fanno i conti con le classi sociali che strozzate e tartassate ora si rivolteranno dalla Grecia, al Portogallo, la Spagna, l’Irlanda e l’Italia. 

Dal 1992 ad oggi tanti “prelievi forzosi” per salvare la patria, messa in crisi non dai ceti popolari e medi produttivi, ma dalle classi politiche e imprenditoriali. Eppure, nessuno di questi irresponsabili della gestione pubblica ha mai pagato, se non  qualcuno al tempo di Tangentopoli. Oggi, i loro epigoni sono qui a chiedere il solito balzello mascherato da “contributo di solidarietà” per due anni addirittura. Ma si è solidali verso qualcuno che merita il nostro aiuto, non obbligatoriamente verso la classe dirigente al potere, che ha portato scientemente il nostro paese alla rovina. Gli avvisi erano venuti da più parti e da anni, eppure il Caimano e i suoi sodali ci hanno spinto nel baratro.Che fine hanno fatto i miliardi di euro lasciati in tasca a coloro che un anno fa hanno beneficiato dello “scudo fiscale” tremontiano, che, se opportunamente modificato ed inasprito, da solo avrebbe potuto risolvere gran parte del deficit e del debito? Anche la sinistra al potere richiese sacrifici e una tantum per alcuni scopi. Misure sbagliate nel metodo, ma utili nei fatti perché indirizzate ad entrare nell’Euro, seppure dalla porta di servizio e con il rapporto Lira/Euro il più alto e pesante dell’intera Eurolandia. Qualcosa di quelle tasse fu ridato comunque ai contribuenti.

Qui siamo, invece, allo “strozzinaggio” di stato, aggravato dal fatto che, rispetto per  esempio al prelievo forzoso di Amato e alla tassazione sui titoli e azioni, mentre allora il prelievo era indistinto e operava anche sugli evasori ed elusori,  oggi Berlusconi e Tremonti prendono a piene mani solo da chi ha un reddito fisso, una pensione e  paga regolarmente le tasse. Fuori patrimoniale, supertassazioni ai superbonus dei top manager, tagli degli stipendi per  superdirigenti della pubblica amministrazione, magistrati. Per Berlusconi, schivati i processi con leggi ad personam e buttati in un angolo gli scandali, l’aver messo le mani in tasca agli italiani, 20 anni dopo la fine del suo amico e sodale Craxi, si apre la discesa agli inferi. Chi comprerebbe mai un Televisore usato, anche “al plasma” dal Sultano di Arcore, un tempo Mago e Unto del Signore?

Non da meno, si trova sui carboni ardenti il suo consulente principe fiscalista, quel Giulio Tremonti/Treconti, oggi odiato, ma da sempre suo passepartout in fatto di risanamento dei debiti delle sue aziende. Per il Superministro dell’Economia, lambito da sospetti morali per il “caso Milanese”, il fine “Robin Hood” che ha sproloquiato all’estero quasi fosse un “bolscevico” delle riforme economiche e fiscali. Avesse ragliato meno alla Luna e guardato in faccia la realtà della crisi, avrebbe optato per altre misure o, più responsabilmente, si sarebbe dimesso già alla fine del 2008, quando la crisi mondiale bussava alle nostre porte. 

Abbiamo spesso avanzato proposte sul nostro sito, anziché creare nuove gabelle, come: Tassazioni sule operazioni finanziarie ( vedi la TTF europea allo 0,05%, quanti miliardi in questi giorni avrebbe portato?). Abolizione delle agenzie di rating, sospensione a tempo delle Borse quando avvengono tumulti del genere e blocco delle operazioni al ribasso. Creazione di un’Agenzia pubblica europea di rating, sotto l’egida dell’OCSE. Un organismo che acquista i debiti sovrani per gli stati membri Eurolandia. Tassazione straordinaria per gli immobili delle banche  Vendita di parte delle riserve auree detenute in Bankitalia, come fece Ciampi nel 1992 ai tempi della manovra Amato. 

Alla “macelleria sociale” si può rispondere solo con l’unità d’intenti da parte delle opposizioni in Parlamento, senza farsi abbindolare dai falsi richiami delle sirene che spingono al ”senso di responsabilità” e di sacrificio. Dopo questa manovra “lacrime e sangue” c’è solo la disperazione di un popolo e il declino di un economia che fu ancora nei primi anni novanta la “Quinta”  tra i paesi del G7. C’è la scomparsa di interi settori produttivi, intellettuali della società. C’è la prospettiva dell’antipolitica e della rivolta sociale. E l’autunno rischierebbe di diventare anche in Italia un prolungamento della “lunga estate calda”, che ha messo a ferro e fuoco le periferie di Londra.

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