Presentate ieri in Senato due interrogazioni parlamentari, indirizzate al Presidente del Consiglio dei ministri e ai ministri degli Esteri, della Difesa e delle Attività produttive, che hanno  come oggetto la presenza del contingente militare italiano a Nassiriya. Entrambe partono da un'inchiesta dal titolo "In nome del petrolio - la verità scomoda", a firma di Sigfrido Ranucci, mandata in onda lo scorso 13 maggio da "RAI News 24".

Con la prima interrogazione, di cui sono firmatari Luigi Malabarba [gruppo misto Rc] e Antonio Falomi [Gruppo misto-Cant], si chiede di sapere se risponda al vero l'esistenza di un dossier redatto dal ministero delle Attività Produttive, nel quale si cita Nassiriya come scelta dell'Italia per i giacimenti di petrolio, e se rispondano al vero gli interessi di compagnie ENI e Repsol nella zona e la dichiarazione dell'amministratore dell'ENI, Vittorio Mincato, riportata dall'agenzia Ansa del 12 novembre 2003 [giorno dell'attentato al contingente italiano] secondo il quale "rispetto ai negoziati con le autorità locali su una possibile presenza dell'ENI nella zona di Nassiriya, dovrà slittare al 2004 proprio per problemi legati alla stabilità della zona". Con la seconda interrogazione, presentata da Tana De
Zulueta [Verdi] e Anna Donati [Verdi] si chiede, similmente, se non si ritenga opportuno rendere pubblici tutti i documenti del Ministero delle Attività Produttive da cui emergerebbero gli interessi dell'ENI nelle risorse petrolifere della città irachena; se non sia indispensabile chiarire i reali interessi petroliferi ed economici italiani nell'area e se non si ritenga necessaria un'illustrazione parlamentare delle reali motivazioni per le quali l'Italia ha indicato proprio Nassiriya come dislocazione del proprio contingente militare.