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Acqua pubblica, Rodotà: " Un referendum che riguarda la sopravvivenza dei cittadini"
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di Alessandro Danese

Acqua pubblica, Rodotà: " Un referendum che riguarda la sopravvivenza dei cittadini"

Un referendum riaprira’ i rubinetti. Insomma accelera il processo di privatizzazione ma continua a correre forte anche la volonta’ di chi si batte perche’ l’acqua  non diventi una merce.   Tra i testimonial illustri ed estensori  dei tre quesiti referendari il costituzionalista Stefano Rodota’ che in una frase dice tutto: ”Rimediamo ai limiti del pubblico non trasformiamo un bene comune in un bene privato, questo e’ un referendum che riguarda la sopravvivenza dei cittadini”.  Come sappiamo il Governo con l’approvazione del decreto Ronchi, lo scorso 19 novembre, ha puntato forte il piede sull’acceleratore. L’acqua presto passera’ ai privati. La societa’ civile, gli enti locali e i movimenti continuano cosi’ a mobilitarsi per ribadire invece “il diritto all’acqua pubblica”.  Dopo la manifestazione di Roma e la Giornata Mondiale dell’Acqua, promossa dalle Nazioni Unite, il percorso per  la ripubblicizzazione dell’acqua in questi giorni dunque ha preso la strada referendaria. Il Comitato promotore del Referendum Acqua Pubblica,  piu’ di un centinaio tra associazioni dei consumatori, ambientalisti, comitati cittadini e sindacati,  ha depositato tre quesiti referendari presso la Corte di Cassazione   per  l’abrogazione di tutte le norme che stanno rendendo possibile la sua privatizzazione nel nostro paese. Norme  stabilite dai governi che si sono susseguiti in questi anni: i quesiti chiedono infatti l’abrogazione  in pratica del decreto Ronchi, Governo Berlusconi, e di due articoli stilati nell’era Prodi. I quesiti chiedono cosi’: il primo di abrogare l'art 23 bis che prevede che le società, per poter fornire servizi idrici, debbano trasformarsi in aziende miste con capitale privato al 40%;  il secondo l’abrogazione dell'articolo 150 del decreto legislativo 152/2006 che prevede, come unico modo per ottenere l'affidamento di un servizio idrico, la gara e la gestione attraverso società per azioni; il terzo ed ultimo quesito chiede di abrogare l'articolo 154, nel punto in cui si impone al gestore di ottenere profitti garantiti sulla tariffa, caricando sulla bolletta dei cittadini un 7% in più.  A questo punto sono  necessarie 500mila firme poi l’ultima parola spettera’ ai cittadini quando nella primavera del 2011 saranno chiamati a dire la loro con il referendum. La campagna per la raccolta firme prendera’ il via nel week end del 25 aprile perche’ come ha spiegato piu’ volte Marco Bersani del Forum Italiano dei movimenti per l’acqua “e’ una sorta di battaglia di liberazione dall’espropriazione di un bene comune essenziale per l’umanita’ ”.  

Ascolta contributo audio Stefano Rodota’. Intervista a margine della conferenza stampa di presentazione del referendum


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