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Europa7 debutta a giugno. Grandinetti: ''una nuova “voce” nel panorama televisivo italiano''
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di Stefano Corradino

Europa7 debutta a giugno. Grandinetti: ''una nuova “voce” nel panorama televisivo italiano''

Dopo quasi undici anni e circa 100 ricorsi sembra chiudersi il caso di Europa 7, la tv che aveva ricevuto la concessione per trasmettere ma che non aveva mai ottenuto le frequenze per farlo. E il progetto di andare in onda, diventa concreto da giugno. Questo sulla base dell’accordo raggiunto tra il suo fondatore Francesco Di Stefano (nella foto) e il governo, nella persona del viceministro alle Comunicazioni Paolo Romani. “Ci sarà una nuova “voce” nel panorama televisivo italiano  anche se purtroppo dopo tanti anni di battaglie giudiziarie ed in un contesto certamente meno favorevole per i nuovi entranti, rispetto al 1999”. Lo afferma intervistato da Articolo21 l’avvocato Ottavio Grandinetti. Docente di Diritto dell'informazione nell'Università degli studi di Udine, ha assistito Europa 7 dal 2003 con qualche successo (anche dinanzi alla Corte di giustizia del Lussemburgo), e ha redatto il ricorso che ha "costretto" il governo a concludere l'accordo, nella cui stesura ho ovviamente assistito il fondatore Di Stefano.

La notizia di venerdì è quella dell'accordo raggiunto con il governo e che concede a Europa7 le frequenze integrative necessarie. E' così? Sarà dunque coperto l'80% del territorio?
Sì, è così, anche se va specificato che Europa 7 disporrà di una rete in grado di coprire effettivamente l’80% del territorio solo al momento del completo switch-off delle trasmissioni analogiche su tutto il territorio nazionale. Ad ogni modo, se il calendario verrà rispettato, entro il 2010 Europa 7 dovrebbe già coprire una buona parte di popolazione soprattutto nel centro-nord Italia.

L'esito di questa lunga querelle nelle sedi giudiziarie è una vittoria anche per il diritto alla libertà di espressione?
Ritengo di sì. Ci sarà una nuova “voce” nel panorama televisivo italiano, anche se purtroppo dopo 11 anni di battaglie giudiziarie ed in un contesto certamente meno favorevole per i nuovi entranti, rispetto al 1999.

Una battaglia lunga 11 anni. Adesso si è conclusa o rimangono nodi ancora da sciogliere?
Bisogna distinguere. Il contenzioso relativo al risarcimento dei danni subiti da Europa 7 dal 28 luglio 1999 al 30 giugno 2009 (che il Consiglio di Stato ha quantificato nella risibile cifra di circa un milione di euro) continuerà dinanzi alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo nel giudizio in cui, come sapete, è di recente intervenuta anche Open Society, attraverso la sua articolazione Justice Initiative. Il contenzioso relativo all’assegnazione del solo canale 8 VHF ed alla correlata richiesta di risarcimento dei danni maturati dopo il 30 giugno 2009 potrà considerarsi effettivamente concluso qualora il Ministero terrà fede a quanto previsto nell’accordo: in caso contrario, i giudizi saranno riattivati da Europa 7.  

Il destino di Europa7 era legato a quello di Rete4. Adesso per la rete Mediaset cambia qualcosa?
In realtà il destino di Retequattro è legato alla corretta applicazione della sentenza della Corte di Giustizia del 31 ottobre 2008. Come ho detto tante volte, Retequattro continua a godere di un diritto speciale comunitariamente illegittimo anche a prescindere dalla sorte di Europa 7. Anche se Europa 7 ora potrà trasmettere, il problema che rimane di fronte al nostro governo è sempre quello di non aver dato attuazione ad una sentenza della Corte europea. Questo, ovviamente, vale dal punto di vista giuridico. Dal punto di vista politico, invece, è indubbio che il problema Retequattro viene ad attenuarsi, dopo l’accordo con il Ministero.

corradino@articolo21.info


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