di Francesco Peloso
da Il mondo di Annibale
Fedeltà atlantica, all’Onu e all’Unione europea. Così il ministro degli Esteri Franco Frattini ha annunciato oggi la scelta dell’Italia di partecipare ad azioni militari contro il regime di Muammar Gheddafi, intanto fornendo le basi per gli aerei poi, volendo, anche prendendo parte ai raid aerei. Il ministro della Difesa Ignazio La Russa ha addirittura parlato di nuova “coalizione dei volenterosi”, rilanciando il nefasto linguaggio della guerra irachena.
Soltanto due mesi fa Frattini additava a tutto il mondo arabo e all’opinione pubblica italiana il colonnello Gheddafi come modello di riferimento nella gestione del potere e nella capacità di ascoltare il suo popolo. Poi ha difeso i vari dittatori della regione, dall’Egitto alla Tunisia, quindi ha chiesto ripetutamente alle istituzioni internazionali di non intervenire in Libia. Tanto che il 9 marzo, cioè pochi giorni fa, la fedele interprete del Frattini, Margherita Boniver (pdl) affermava: “Condivido la grande cautela espressa dal ministro Frattini e da tutto il Governo italiano riguardo all’ipotesi di una ‘no fly zone’ in Libia.Questa prudenza – ha aggiunto – deve essere palesata in ogni sede in virtù del rapido evolversi degli eventi in Libia e della poca chiarezza della situazione sul territorio. Ricordiamoci sempre che la posizione storica e geografica dell’Italia ci impone di muoverci con i piedi di piombo.”
Oggi l’Italia giura fedeltà all’Onu ed è pronta a entrare in guerra. Non è nemmeno più trasformismo, è il volto disperato di un governo del tutto privo di una visione internazionale, pronto a qualsiasi giravolta, in grado solo di prendere in giro gli italiani facendo strame della nostra credibilità. Solo qualche mese fa Gheddafi, giova ricordarlo, era ospitato con tutti gli onori nel nostro Paese e parlava da grande leader al Parlamento italiano. Ce n’è abbastanza per descrivere il dramma di una nazione.
Stiamo entrando in guerra - di Alberto Bobbio