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La messa (nera) è finita. Andate in pace. Rendiamo grazie alla prescrizione breve
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di Osservatorio Tg

La messa (nera) è finita. Andate in pace. Rendiamo grazie alla prescrizione breve

 

 

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  • I Tg di mercoledì 13 aprile 2011- La liturgia è finita. Dopo venti giorni di lavori forzati la Camera dei Deputati con stasera chiude rinviando al Senato la legge sul processo breve e soprattutto la norma sulla prescrizione breve, tanto cara al premier. Un forcing che ha causato la paralisi del Parlamento nei giorni in cui l’Europa ha visto scricchiolare pericolosamente le sue istituzioni a causa della crisi immigrati. Finalmente, si fa per dire, voltiamo pagina. La messa è finita, ma si trattava di una messa nera. Alcuni Tg anche stasera hanno seguito come da una curva di stadio lo svolgersi dei lavori; è il caso del Tg4 di Emilio Fede e di Studio Aperto; ora la prossima frontiera è, a parole, la riforma epocale della giustizia; nei fatti, la stretta sulle intercettazioni. Sia il Tg1 che il Tg5 continuano nella campagna che presenta estremi casi di mala giustizia. Solo il Tg3  ed il Tg2 danno risalto alle proteste di piazza che anche oggi hanno riempito Piazza Montecitorio.
    Per quello che ci riguarda, non siamo soli ad “osservare” i Tg. Nel commento abbiamo sentito Kostas Moschochoritis, presidente di Medici Senza Frontiere Italia, che ci ha presentato il Rapporto 2010 sulle Crisi Dimenticate, per il quale i Tg italiani - ma anche, in genere, quelli europei- non fanno certo una bella figura.

    Come se non bastasse il processo breve alcuni Tg trovano la maniera di farci vedere il premier per minuti e minuti con l’alibi della conferenza stampa sull’economia; Studio Aperto segue, senza proferir parola, le dichiarazioni di Berlusconi per più di 5 minuti; per il Tg1 è primo titolo e servizio di apertura, mentre il Tg5 ne parla subito dopo la pagina sul processo breve.

    Il governo italiano si dimostra antieuropeista a giorni alterni; ieri era quello della riappacificazione; oggi di nuovo Berlusconi e Maroni mostrano i muscoli sulla vicenda dei permessi temporanei. Sono però pochi i Tg ( è il caso del Tg3 , del Tg1 e del Tg2) che riportano queste contraddizioni. Tutti i Tg riportano nei titoli il naufragio del barcone carico di immigrati a Pantelleria, dove hanno perso la vita almeno quattro persone.

    Per non lasciare solo il Sottosegretario Castelli anche Speroni mette la mano sulla fondina e punta la pistola, o meglio il mitra, contro gli immigrati tunisini. Ma è notizia solo per il Tg3 ed il Tg2.

    In conclusione, per una volta una notizia ottiene l’en-plein da tutti i Tg. E’ il primo film con il ruolo da protagonista per Belen Rodriguez. E per una volta tutti sono d’accordo: il caschetto le sta benissimo. Gli italiani possono ritenersi soddisfatti.
    Lorenzo Coletta

     

    Il Commento di Kostas Moschochoritis, Presidente di Medici Senza Frontiere Italia
    (Intervista di Alberto Baldazzi)

    Kostas Moschochoritis, anche noi ogni giorno guardiamo i flussi delle notizie, soprattutto l’attenzione alle emergenze, dovendo riscontrare una disattenzione, un disimpegno o, al massimo, una logica ad ondate: un giorno c’è, l’altro tutto sembra finito. Nel vostro rapporto sulle crisi quest’anno prendete in esame la vicenda Haiti e la vicenda Pakistan. Come si può sintetizzare il comportamento dei nostri media, e soprattutto dei telegiornali?

    “Quest’anno abbiamo deciso di non produrre una top ten ma di fare questo confronto, ovviamente con l’aiuto dell’osservatorio di Pavia, tra le crisi mediatizzate e quelle dimenticate, ma anche delle crisi dimenticate dentro quelle che, come il caso di Haiti, sono state mediatizzate. Il terremoto di Haiti ha giustamente suscitato un enorme attenzione, invece il disastro delle alluvioni in Pakistan non ha suscitato affatto l’interesse o l’attenzione dei Media. Ma anche dopo il terremoto di Haiti c’è stata una grossissima epidemia di colera, ed invece, al contrario di quanto è successo col terremoto, non ha suscitato l’interesse dei Media”.

    La vicenda del Pakistan: in quel caso può essere entrato in campo il fatto che si tratta di musulmani, di un paese più lontano da noi che non è vicino alle nostre aree di turismo?

    “Per capire bene le ragioni dobbiamo anche prendere in considerazione il contesto politico. il Pakistan ha avuto molte meno vittime, 1700, ma ha toccato diverse milioni di persone, con un milione di case distrutte e tre milioni di sfollati. Ma anche il contesto politico è diverso, sfortunatamente. In Pakistan è scattata immediatamente la reazione d’intervenire e fornire aiuti perché volevano evitare la proliferazione di nuovo terrorismo. Questi sono obbiettivi che, nel mezzo di un intervento umanitario, non devono porsi mai”.

    Ed il confronto tra i media/telegiornali italiani ed quelli maggiori nazioni europee?

    “In questo caso siamo più o meno allo stesso livello. Per la prima volta abbiamo confrontato anche i servizi di quattro paesi europei: Regno Unito, Francia, Spagna e Germania, e le tendenze erano le stesse. Soltanto il caso del Pakistan è stato di maggior interesse in Inghilterra, vista la grande comunità di pakistani lì presente. In linea generale però il comportamento era più o meno lo stesso”.

    Possiamo dire che quest’anno è andata “meno peggio” che in altre situazioni visto la forma di confronto che Medici Senza Frontiere ha scelto e possiamo dare un “ 6 meno meno”?

    “Direi di sì, ma con una attenzione: spesso non conta solo il numero delle volte in cui si parla di un problema ma come si parla di un problema  e qui il voto andrebbe un pochino giù. È inutile parlare di faccende che riguardano solo l’universo italiano quando parliamo di Haiti, ossia per il turismo. Userò un esempio attuale, cioè la Libia: si parla del prezzo del petrolio e dei raid aerei, ma che ci siano migliaia di persone fuggite da paesi in conflitto  come l’Eritrea, la Somalia, il Ciad, il Darfur che sono bloccati in Libia e che non possono uscire dalle loro case o diventerebbero un bersaglio, che non possono scappare in Tunisia perché i posti di blocco sono tantissimi e non possono passare. Su questa condizione di migliaia di persone nessuno da l’attenzione dovuta”.


    Dati Auditel di martedì 12 aprile 2011

    Tg1
    - ore 13:30 4.010.000 24,22% ore 20:00 5.523.000 23,35%.
    Tg2 - ore 13:00 2.798.000 18,72% ore 20:30 3.005.000 11,07%.
    Tg3 - ore 19:00 2.040.000 14,06%.
    Tg5 - ore 13:00 3.852.000 25,32% ore 20:00 4.631.000 19,48%.
    Studio Aperto - ore 12:25 2.355.000 20,01% ore 18:30 1.004.000 8,80%.
    Tg4 - ore 19:00 850.000 5,79%.
    Tg La7 - ore 13:30 925.000 5,60% ore 20:00 2.428.000 10,09%.

    Fonte: www.tvblog.it


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