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Un mese di mobilitazione per dire NO ai caccia F-35
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di redazione

Un mese di mobilitazione per dire NO ai caccia F-35

Dal 7 febbraio associazioni e gruppi locali si attiveranno a sostegno  della campagna "Taglia le ali alle armi" promossa da Sbilanciamoci!, Tavola della Pace e Rete Italiana per il Disarmo con il sostegno di Unimondo, GrilloNews e Science for Peace per chiedere al nostro Governo di non procedere all'acquisto di 131 caccia bombardieri Joint Strike Fighter F-35. La data di inizio di questa nuova fase della campagna, che è attiva  del 2009 e già ha raccolto oltre 45.000 adesioni, non è scelta a caso:  

"In quello stesso giorno nel 2007 il sottosegretario Forcieri firmava  
l'accordo per la partecipazione alla seconda fase del programma -  
sottolinea Francesco Vignarca coordinatore di Rete Disarmo - in cui si  
mettevano le basi anche per il successivo acquisto. Ma senza  
prevedere, come recentemente è stato dimostrato, alcuna penale prima  
della firma di un nuovo contratto: qualcosa che non è mai avvenuto e  
che ci permetterebbe ancora un dietro-front"
Proprio quanto chiedono le realtà promotrici della campagna, che  
sottolineano gli enormi costi che avrebbe per il nostro paese una tale  
decisione (almeno 15 miliardi per l'acquisto e circa il triplo  
considerando anche il successivo mantenimento) in una fase di crisi  
economica che impone grossi sacrifici a tutti gli italiani.

“In un momento di grave crisi per tutto il Paese troviamo fuori luogo  
che il Ministro-Ammiraglio Di Paola nei suoi monologhi televisivi  
continui imperterrito a difendere l’F-35, promettendo al massimo  
qualche sforbiciata – precisa a riguardo Massimo Paolicelli della Rete  
Italiana per il Disarmo - Parlare di un programma di elevato valore  
operativo, tecnologico e industriale vuol dire non tenere in  
considerazione i rilievi negativi dello stesso Pentagono ed i  
ripensamenti di molti paesi partner nel progetto”. Sono infatti  
diverse che denunciano il continuo lievitare dei costi a causa dei  
tempi di sviluppo e produzione che si allungano per mettere mano ai  
forti deficit qualitativi dell’aereo. Chi oggi dovesse firmare il  
contratto per l’acquisto dell’F-35 si assume la forte responsabilità  
di gettare al vento ingenti somme di denaro pubblico.

“Che motivo  
abbiamo per farlo? Per la velleità di alcuni Generali di spacciare  
l'Italia per media potenza militare industriale, violando palesemente  
il dettato della nostra Costituzione”, conclude Paolicelli.
La campagna “Taglia le ali alle armi” è disponibile in qualunque sede  
ad un confronto con il Ministro Di Paola e i funzionari del Ministero  
della Difesa sui dati e sulle prospettive del programma F-35
Gli stessi soldi stanziati per i caccia potrebbero essere impiegati in  
mille altri modi più utili sia economicamente che socialmente. “Con i  
15 miliardi da spendere per gli F-35 potremmo costruire 45mila asili  
nido pubblici, creando oltre 200mila posti di lavoro – sottolinea  
Giulio Marcon, portavoce di Sbilanciamoci! - oppure mettere in  
sicurezza le oltre 13mila scuole italiane che non rispettano le norme  
antisismiche e quelle antincendio”; anche in questo caso il risultato  
sarebbe positivo anche sul fronte economico con nuove opportunità per  
moltissime imprese e decine di migliaia di posti di lavoro creati.
Le giornate di sostegno alla campagna (che si annunciano numerose e  
creative) culmineranno poi nella data del 25 febbraio, scelta come  
giornata delle "100 piazze d'Italia contro i caccia F-35".


“Il primo obiettivo di questa nuova mobilitazione è spingere il  
Parlamento e ogni singolo parlamentare a discutere in modo aperto e  
trasparente sugli F-35. L'appello lanciato dalla Marcia Perugia-Assisi  
dello scorso 25 settembre non deve cadere nel vuoto – ricorda Flavio  
Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della Pace - Il Parlamento  
deve impedire innanzitutto che si crei il fatto compiuto. L'Italia non  
può permettersi oggi di impegnare ulteriori 15 miliardi di euro, oltre  
ai quasi 3 già spesi, per l'acquisto e il mantenimento di questi  
bombardieri, senza che ci sia un chiaro e onesto dibattito pubblico  
sulle esigenze e le priorità a cui dobbiamo rispondere”.


In maniera simbolica l'avvio della mobilitazione è stato dato nel fine  
settimana a Verona, dal palco che ha ospitato la festa per il 50°  
anniversario del Movimento Nonviolento. "La costruzione di un avvenire  
di nonviolenza parte anche da scelte concrete di disarmo e riduzione  
delle spese militari - sottolinea Mao Valpiana presidente  
dell'associazione fondata da Aldo Capitini - ed è quindi naturale che  
chi lavora quotidianamente in questa prospettiva di costruzione della  
pace sia tra i primi a muoversi contro questo mastodontico progetto  
d'armamento costosissimo, contrario allo spirito della nostra  
Costituzione e forse anche inutile militarmente".
L'invito che la campagna lancia a tutti i gruppi locali impegnati su  
questi temi è quindi quello di organizzare momenti di informazione e  
raccolta firme, cercando anche di coinvolgere gli Enti Locali  
nell'approvazione di una mozione di sostegno alla mobilitazione.
***
Tutte le informazioni sulla campagna si possono trovare sui siti delle  
organizzazioni promotrici:
www.perlapace.it (Tavola della Pace) – www.sbilanciamoci.org (Campagna  
Sbilanciamoci!) - www.disarmo.org (Rete Italiana per il Disarmo)
La petizione online (con i dettagli per la raccolta di firme cartacee)  
è invece raggiungibile all'indirizzo www.disarmo.org/nof35









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