"L'assurda decisione presa dalla commissione parlamentare di Vigilanza di non cambiare il rigido regolamento sulla presenza degli uomini politici nei talk show televisivi durante la campagna elettorale non puo' limitare il diritto
dei cittadini ad essere informati''. Lo affermano Beppe Giulietti, portavoce di Articolo 21, e Vincenzo Vita, del Partito democratico, coordinatore dei parlamentari di Articolo 21. ''E' preciso dovere di ogni giornalista, di ogni autore televisivo e, ancor di piu', di ogni direttore illuminare quelle situazioni di protesta che partono dai cittadini'', proseguono i due parlamentari che chiedono di "illuminare di piu'" la manifestazione organizzata dal popolo viola del 27 febbraio, che si svolgera' a Roma in piazza del Popolo a difesa della Costituzione e contro ogni illegittimo impedimento alla sua applicazione, e l'iniziativa 'Primo marzo 2010 - Una giornata senza di noi' (ovvero lo sciopero dei migranti), una manifestazione non violenta per far capire all'opinione pubblica italiana quanto sia determinante l'apporto dei migranti alla tenuta e al funzionamento della nostra societa'.
''L'entrata in vigore della par condicio -ribadiscono Giulietti e Vita- non puo' oscurare queste iniziative. Se in Tv e alla radio non possono parlare i politici e giusto dar voce agli invisibili, che in questo sono sempre di piu'. Perche' le reti pubbliche e commerciali non decidono di trasmettere in diretta questi eventi facendo sentire le voci dei cittadini?".

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