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Premio Marco Rossi “per dar voce al lavoro”: Occasione per ricordate un compagno straordinario
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di Roberto Secci

Premio Marco Rossi “per dar voce al lavoro”: Occasione per ricordate un compagno straordinario

Un premio giornalistico per un collega, un compagno di lavoro con il quale per un periodo di tempo hai condiviso un periodo della vita professionale, diventa occasione di riflessione e di condivisione su un percorso di vita. Il collega è Marco Rossi al quale è stato dedicato il concorso radiofonico “ Per dare voce al lavoro” indetto da Radio Articolo 1 e assegnato giovedì sera  al Circolo degli Artisti a Roma. Per alcuni di noi momenti di forte emozione, senza alcuna retorica, nel riconoscere nelle parole pronunciate dai tanti giornalisti che hanno aderito al bando proprio Marco. Ricordiamo alcuni momenti di una esperienza ormai lontana ma che accompagnerà molti di noi per sempre. Il 23 maggio del 1988, in piazza del Gesù 47 a Roma, iniziavano le trasmissioni di Italia Radio . Un progetto velleitario, come spesso accade nell’editoria dei partiti di sinistra, che ebbe comunque il merito di sperimentare un format per quei tempi rivoluzionario : talkradio e syndication insieme. In pochi mesi avevamo costruito una dorsale di collegamento, acceso una quarantina di impianti e aperto sedi regionali a Roma, Milano, Firenze e Bologna. Ricordo anche la fase concitata di costruzione della squadra redazionale condivisa con Altero Frigerio ( ispiratore del premio dedicato a Marco Rossi) Peppino Caldarola e Romeo Ripanti. Di quella squadra faceva parte Marco Rossi, a quei tempi un ragazzo. Marco sembrava più grande della sua età. Di quella squadra di giovani che approcciava alla professione giornalistica, era il più attento, il più coscienzioso, il più corretto il più sensibile agli aspetti “sindacali” che, inevitabilmente, si aprirono nel giro di pochi mesi per quella realtà troppo fragile economicamente per reggere la sfida tecnologica di una rete nazionale. Lo ricordo così: un radiofonico che amava il suo lavoro e ci metteva tutte le sue capacità, la sua cultura e professionalità. Chiusa l’esperienza di Italia Radio, Marco aveva saputo conquistarsi stima e fiducia nel sindacato iniziando a collaborare prima con Liberetà e poi con Rassegna sindacale. La radio era sempre rimasta la sua passione più grande e accettò con grande slancio di partecipare al progetto di "Radio Articolo 1" .  Per ricordare Marco riporto quanto scritto il 15 settembre del 2008 da Altero Frigerio con il quale giovedì sera ho condiviso diversi momenti di commozione “La voce, il microfono, l'agenda erano strumenti di lavoro che Marco utilizzava con professionalità nella sua attività giornalistica fatta di buona tecnica, grande precisione e attenzione. Mai formali nè fine a se stesse ma al servizio dell'ascoltatore, del lettore, del sindacato. Della Cgil innanzitutto, quella speciale comunità che Marco quasi mitizzava, nella quale si riconosceva  'per partito preso' e dove ritrovava quella idea di socialdemocrazia, quella speranza di giustizia sociale che lo hanno animato, per la quale si è battuto e impegnato con tanta passione.”
Marco manca soprattutto alla sua famiglia.... e anche a noi che lo abbiamo conosciuto e stimato. Marco era tutte le cose che abbiamo detto ma era soprattutto un “compagno”. Nel lavoro, nella vita, per cultura politica e sindacale …Una persona che divide con te le cose che ha e combatte per conquistarne di nuove, a vantaggio di tutti. Grazie all’amico Altero Frigerio e a tutta Radio Articolo 1 per avermi permesso di condividere questa straordinaria esperienza.


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