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Articolo 21 - INFORMAZIONE
Fondi: informazione, silenzi, omertà
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di Santo Della Volpe

  Dobbiamo,vogliamo saldare la terra con il cielo” diceva don Peppino Diana,il parroco di Casal di Principe ucciso dalla camorra quindici anni fa, riferendosi al suo ruolo di sacerdote della legalità.”e per fare questo c’è bisogno di un pensiero che non si lascia consumare ed usare, quindi di una informazione libera,che vada in profondità e non intimidita” aggiunge don Luigi Ciotti.  La sala dell’Auditorium San Domenica, nell’antica  ex chiesa medioevale di Fondi è piena,silenziosa. L’appello del fondatore e presidente di Libera  entra in un pubblico teso, attendo, ma anche diviso. In fondo alla sala anche i parenti di alcuni degli inquisiti per associazione mafiosa arrestati nei mesi scorsi: sul palco, con me Lorenzo Frigerio per Libera Informazione , Francesco Forgione (ex presidente della Commissione Antimafia), Lisa Laurelli (consigliere regionale del PD per l’Osservatorio Regionale sulla sicurezza), il magistrato di Cassazione Giovanni Salvi.  Fondi, emblema della crisi che si è aperta nella lotta alla mafia ,della spaccatura anche nel governo, che non ha voluto sciogliere il Consiglio Comunale per infiltrazione mafiosa, nonostante due relazioni prefettizie che lo richiedevano con forza: Fondi,segue attenta, ma si interroga ora sul futuro. Perché ormai i riflettori su Fondi sono più che mai accesi, il problema di queste zone, le infiltrazioni camorriste e della ‘ndrangheta sono ormai note a milioni di italiani che hanno letto e visto in TV gli approfondimenti sulla realtà di questo paese. Ma ora c’è da capire bene come sarà il futuro della gente di Fondi e della provincia, capire ed illustrare bene,nell’informazione, che la legalità conviene per tutti, che l’illegalità e l’arricchimento ottenuto con la violenza, i soprusi e le “raccomandazioni” imposte dalle famiglie criminali, fa male a tutti perché divide, arricchisce pochi a danni della maggioranza dei cittadini.  Parole che entrano nella platea: ma citare i giornali che hanno parlato di Fondi (Latina Oggi, L’Unità,Repubblica), rompendo il silenzio dell’omertà o semplicemente il silenzio,provoca subito la reazione di chi vede strumentalizzazioni dappertutto, come estrema difesa di fronte all’evidenza dei fatti descritti nella relazione del prefetto di Latina, Frattasi.Ed allora Luigi Ciotti richiama tutti al proprio dovere di denunciare l’illegalità ed aggiunge secco: “Il peccato del sapere è la mancanza di profondità,la poca analisi, sono le poche inchieste: non le denuncie,come quelle che hanno fatto capire il problema di Fondi; il peccato dell’informazione è il silenzio di fronte alle infiltrazioni dei mafiosi nella società, nell’economia, nelle istituzioni, il peccato è il silenzio non la denuncia. C’è bisogno di una informazione che faccia crescere la consapevolezza e quindi, se vogliamo alimentare la speranza, tutti dobbiamo aiutare l’informazione, con lasciare soli i giornalisti”.Ed allora la critica verso chi non interviene a Fondi ed invece cerca di chiudere la bocca all’informazione ed ai magistrati:” Noi di Libera” aggiunge Luigi Ciotti,          chiederemo a norma di legge di conoscere gli atti della decisione governativa di non sciogliere il comune di Fondi. Perché li pubblicheremo, così tutti sapranno perché altri 179 scioglimenti  di amministrazioni locali sono avvenuti a norma di legge, mentre qui a Fondi non si è voluto fare. Perché? Quali interessi ci sono qui dietro? E poi, lo diciamo apertamente anche qui a Fondi, la nuova legge sulle intercettazioni attualmente in discussione al Parlamento, uccide la libertà di stampa. Noi non vogliamo bavagli per i giornalisti, non vogliamo che ai magistrati venga tolto lo strumento delle intercettazioni nella lotta alle illegalità”.Applausi,certo:Fondi si sveglia,quando il magistrato Giovanni Salvi mette in risalto le contraddizioni di quel mancato scioglimento dell’amministrazione di Fondi leggendo le parole stesse del consiglio dei ministri; quando Lisa Laurelli ricorda che le mafie sono forti quando non se ne parla e chiama tutti ad una difesa delle regole,della Costituzione materiale e scritta.”L’onore di Fondi si salva se ci si libera della criminalità organizzata,se si sono regole uguali per tutti e tutti le rispettano”, afferma  a chiare lettere Francesco Forgione che, da profondo conoscitore della ‘ndrangheta calabrese, ricorda facendone nomi e cognomi,le famiglie Tripodi che a Fondi hanno investito e realizzato legami anche politici,ben evidenziati dalla relazione di un prefetto integerrimo come Frattasi.  La sala si svuota, ma lentamente, molta gente resta , vuole parlare, il responsabile dell’Agesci della provincia richiama anche le parrocchie alla loro funzione di aggregazione per la  legalità; c’è anche il tempo per capire che la tensione esiste davvero in questa città che rischia di restare invischiata in un passato che il governo non ha voluto tagliare di netto. Chi aveva legami con la criminalità continua ad agire ed a preparare le nuove elezioni comunali e regionali, a Fondi. Ed allora la proposta di Articolo21: innanzitutto difendiamo la Costituzione come carta fondamentale della convivenza civile e delle regole, La Costituzione Italiana non si tocca, perché la separazione dei poteri,la funzione di controllo della magistratura e dell’informazione, devono restare a disposizione della conoscenza e dei cittadini: perché le Istituzioni non sono di qualcuno o di una parte sola che pur di tenerle in pugno è capace di allearsi con la Criminalità. Le Istituzioni sono di tutti; è questo il sale della democrazia, Fondi lo sa, lo sta sperimentando.Per questo al prossimo incontro pubblico di Articolo21, il  nostro riconoscimento dedicato al collega scomparso Paolo Giuntella, sarà assegnato agli operai in lotta per il lavoro della Eutelia di Roma ed  al “Comitato di lotta alle Mafie” di Fondi,anche in segno di solidarietà con il coordinatore  Bruno Fiore, recentemente preso di mira con un attentato per fortuna andato a vuoto. E finalmente scatta un applauso  forte e sentito da tutta la sala. Ma Fondi dovremo tornare  a discutere, presto.

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