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Aquila, in arrivo la proposta di legge popolare per la ricostruzione
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di Bruna Iacopino

Aquila, in arrivo la proposta di legge popolare per la ricostruzione

Lo avevano sottolineato a chiare lettere durante la conferenza stampa tenuta a Roma subito dopo le manganellate ricevute dalle forze dell’ordine: “ Noi applichiamo una cosa che si chiama democrazia partecipativa…” e adesso quell’affermazione risulta già essere stesa nero su bianco sotto forma di una proposta di legge popolare che verrà discussa, nel corso di una riunione, a L’Aquila oggi pomeriggio.
Di deleghe non vogliono più sentir parlare. La loro era una posizione ben chiara sin dalla prima ora, quando, strenuamente si erano battuti contro la trasformazione della Protezione civile in una Spa. La gestione dell’emergenza Abruzzo, con tutte le evidenze anche giudiziarie che continuano ad emergere in seguito alle inchieste aperte, doveva servire come monito a chiunque altro. Un’intera popolazione esautorata, messa all’angolo, privata non solo del potere decisionale, ma della stessa libertà di “movimento” e di “espressione” era già tanto, troppo. Laddove si voleva la disgregazione sociale completa, si è invece creato un coordinamento forte, solido, che si incontra con cadenza regolare, discute, propone, si interroga e interviene su un qualcosa che per molti risulta estraneo: “la res publica”.
La proposta di legge popolare, quasi pronta, galleggia nel mare della rete, un work in progress aperto al contributo di chiunque abbia voglia di dire la propria su una materia di interesse collettivo. I punti della legge, ( sette per il momento, ma potrebbero subire ulteriori modifiche) ricalcano quanto più volte ribadito dal coordinamento dei comitati aquilani, lo scopo, la ricostruzione del cratere, a partire da un’efficace opera di monitoraggio dei luoghi e da una adeguata valutazione del rischio, avvalendosi in questo dell’opera degli istituti e degli enti preposti.
Si legge infatti al primo punto, art1, Ambito di applicazione: “1. Sono di preminente interesse nazionale gli interventi funzionali alla ricostruzione fisica e alla riorganizzazione socio-economica del territorio colpito dal sisma del 6 aprile e diretti in modo specifico a: a) restaurare e ricostruire il patrimonio storico monumentale, il patrimonio edilizio pubblico e privato, ridisegnare e riorganizzare da un punto di vista morfologico e funzionale le aree gravemente danneggiate; b) ridurre la vulnerabilità sismica dei centri colpiti; c) ricostruire il tessuto economico sociale; d) prevenire la rischiosità sismica ed il degrado idro-geologico. 
Ma il punto su cui vi è maggiore insistenza è il criterio di trasparenza che deve contraddistinguere ogni passaggio e far si che i cittadini siano, ancora una volta, realmente partecipi di quanto sta avvenendo.
Si legge infatti all’ART2 comma 9: “La Regione ed i Comuni hanno l'obbligo di applicare i criteri di trasparenza e partecipazione nei confronti delle popolazioni colpite, di dare sollecita e puntuale rendicontazione delle spese sostenute, di rispettare i tempi previsti dalla presente legge relativamente alla determinazione del danno, alla sua quantificazione, alla predisposizione dei piani di recupero, ristrutturazione e ricostruzione. A tal fine le popolazioni colpite dall'evento calamitoso possono adire il Comitato dell'intesa istituzionale di programma che è obbligato, con cadenza semestrale a predisporre una relazione sul corretto svolgersi del programma nei tempi, nei modi e nella spesa. Detta relazione deve essere portata a conoscenza del Presidente del Consiglio dei Ministri, del Consiglio Regionale, dei Consigli Provinciali e dei Consigli Comunali relativi al territorio colpito dall'evento calamitoso.”
Mentre un passo ulteriore viene fatto all’ART.7 che istituisce un apposito “Osservatorio e controllo sulla Ricostruzione.” “Per garantire la corretta applicazione delle norme previste dalla legge, sul rispetto della tempistica di ricostruzione, sulle erogazioni finanziarie nel rispetto di quanto stabilito nei singoli interventi, sulle eventuali more e diffide, la Regione ed i Comuni nominano una commissione di vigilanza, con la partecipazione almeno di due rappresentanti scelti tra i cittadini colpiti dall'evento calamitoso, con poteri di accesso e controllo ed obbligo di rendicontazione. La Commissione di Vigilanza svolge anche funzioni di supporto legale tutela dei cittadini.” Come a dire che nulla può essere lasciato al caso, o per meglio dire allo sciacallo di turno.
Una volta pronta la bozza, in teoria da settembre, si dovrebbe partire con la raccolta firme: 50.000 a sostegno.
Ora, se solo si pensa all’iter, alle varie proposte di iniziativa popolare ( quella sull’acqua, tanto per citarne una) depositate e rimaste in un cassetto, lo scetticismo è d’obbligo, ma al contempo, di fronte ad un panorama di disaffezione/disillusione generale, non si può che rimanere piacevolmente colpiti da quello che è un esempio positivo di coscienza civile che si risveglia e pretende la parola.

Per ulteriori info visita il sito: http://www.anno1.org/home


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