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La7 "illumina" l'incontro Alfano-Bocchino
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di Reporter senza rete

La7 "illumina" l'incontro Alfano-Bocchino

 

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  • Tanta carne al fuoco nelle titolazioni e nei servizi dei tg di prima serata: La riapertura delle scuole,in mezza Italia, il mitragliamento del peschereccio da parte della motovedetta per cosi dire, italo-libica-italiana, visto che nessuno ha smentito la presenza a bordo di almeno un militare italiano: e poi gli attacchi alle comunità cristiane in India; il rapimento dell’imprenditore a Nola. I condimenti sono però diversi: per Studio Aperto e Tg 4 la riapertura delle scuole è presentato come un rito per nulla disturbato dalle proteste e dalle contestazioni dei precari , presenti invece nel tg 3 che per altro fa ascoltare anche il Ministro Gelmini: analogo, coretto comportamento da parte del tg 2. Emilio fede ne approfitta per coniugare la questione scuola con la politica di governo, e fa intervistare un gruppo di selezionati studenti sul tema crisi si, crisi no. Il tg 3 tiene molto alta la vicenda motovedetta libica, ospitando in
    studio Emma Bonino che fa l’autopsia all’accordo italo libico sul blocco ai clandestini. Primo titolo anche per il tg 1, che ospita l’intervento del Ministro Frattini, cosi come per il tg 2.
    Segnaliamo che la fascia delle 20, visto il nuovo clima di concorrenza, vede il tg 1 ed il tg 5 partire in anticipo, cercando di limitare i danni provocati dall’anteprima del tg la 7 di Mentana; oramai, possiamo dire, i tg g delle 20 partono tutti e tre a alle 19, 55.
    Per la politica, il Tg 3 mette il coltello nella piaga all’ UDC, che rischia di divenire la vittima degli acquisti berlusconiani nell’area centrista: vedi le dichiarazioni di Calogero Mannino. Emilio Fede prosegue nel suo equilibrato salotto di editorialisti, e per la seconda volta in una settimana ospita il Direttore del Tempo Sechi; mentre per Vittorio Feltri del Giornale, è la terza presenza in pochi giorni. Mentana non smentisce la sua recente leadership sull’informazione politica, e apre con l’incontro Alfano- Bocchino, che preluderebbe ad un accordo sui temi della giustizia.
    A proposito di politica e informazione, prosegue il nostro giro di opinioni tra i leader dei partiti. Questa sera, nel commento, il Presidente dell’UDC Rocco Buttiglione che, anticipiamo, crea un parallelismo proprio tra Fede e Minzolini.

    Il Commento di Rocco Buttiglione, Presidente UDC
    (Intervista di Alberto Baldazzi)                                                                                                                         Onorevole Buttiglione, finite le feste, anche quelle dei partiti, riprende l’attività politico parlamentare che ci aveva lasciati a fine luglio con le polemiche sul ddl Alfano. Il tema dell’informazione, nel frattempo, s i è arricchito di nuovi elementi. Inevitabile chiederle una sua valutazione sul successo di Mentana, e per converso, sule polemiche che ancora una volta hanno accompagnato il Direttorissimo Minzolini. Cosa ne pensa?
    “ Io penso che c’è nel paese una “ domanda di centro” , nel senso non necessariamente politico, nel senso di non faziosità, di qualcuno che dice quello che pensa senza essere legato al carro, né degli uni né degli altri. Mi sembra che i successo di Mentana risponda in buona misura a questa domanda che c’è nel Pese, perché un successo – direi – clamoroso non è che lo si può attribuire a grandi investimenti, abbondanza di mezzi o altri fattori che possono spiegare perché tanta gente vuole sentire il telegiornale di Mentana. Forse vogliono sentire una voce libera, che se sbaglia. sbaglia di testa sua, per conto suo. Minzolini è un grande professionista, tanto di cappello, però se il telegiornale per antonomasia, il TG 1, viene presentato ad un pubblico che è anch’esso refrattario all’estremizzazione, refrattario all’eccesso di propaganda, se fa un telegiornale come quello di Fede, deve aspettarsi col tempo ascolti simili a quelli di Fede.”

    Presidente, per l’ UDC, come per quasi tutte le forze politiche di centro, di sinistra, ma in qualche caso di destra, la priorità oltre l’economia, sarebbe in questo momento la riforma elettorale; ma lei dove posizionerebbe, in una ipotetica gerarchia, un provvedimento che aggiusti un sistema informativo come il nostro, che è scomposto e iniquo?
    “ Il problema non se è importante o meno i un provvedimento che intervenga sul sistema italiano dell’informazione; il problema è la possibilità di mettere insieme una buona maggioranza che lo approvi. La possibilità che il provvedimento sia così stiracchiato da una parte e dall’altra fino a peggiorare la già infelice  ituazione d’essenza. Di ce Platone: “ Non può avere una buona politica un paese che ha una cattiva musica”, e la musica per Platone non è quella fatta con gli strumenti. La musica è l’insieme di quello che noi chiameremmo il sistema della comunicazione. Certo poi il sistema della comunicazione è anche la malattia della politica, che in parte è causa, in parte è conseguenza della malattia dell’informazione. Come uscire da questo circolo vizioso però non è semplice, e non so se la prima tappa possa essere un intervento della politica.”                                                                                               
    Onorevole, dentro il problema pluralismo dell’informazione c’ è la questione Rai. L’UDC ha, anche in questo caso, una ricetta, almeno un ipotesi di ricetta per ridare dignità e vigore a quella che dovrebbe essere pur sempre una delle più importanti agenzie formative del Paese? Lei, per esempio, vede una Rai privatizzata oppure, con quale modifiche nei rapporti ( stiamo parlando del mondo dei sogni, lo so) con la politica?
    “ Io credo che una parziale privatizzazione della Rai potrebbe non essere una cosa sconvolgente, ma vedo che in Italia c’è la convinzione che le aziende televisive devono essere molto grandi e che farne di più piccole comporti una drammatica penalizzazione. Io conosco abbastanza il mondo televisivo tedesco, e devo dire che lì ci sono più aziende e non è male. Non è male per la qualità dell’informazione ; forse il mercato televisivo influenza meno drammaticamente e direttamente il mercato politico. La televisione è meno uno strumento di controllo politico, e questo mi piace: non mi sembra un difetto.”                                                                                                                    
    Presidente: la stagione dei talk di informazione è alle porte. C’è da temere ulteriori … risse? pressioni del governo ? Sentiremo di nuovo le sirene in soccorso o contro Santoro. Ci saranno altri attacchi della maggioranza?
    “ Guardi: la “Pax Televisiva”, onestamente, mi sembra lontana.”


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