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I Tg si contendono la "pole position" al Gran Premio di Montecarlo. I suicidi in carcere? non pervenuti
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di REPORTER SENZA RETE

I Tg si contendono la "pole position" al Gran Premio di Montecarlo. I suicidi in carcere? non pervenuti
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  • Le impaginazioni dei nostri Tg, tranne rare eccezioni, sono coerenti. Coerenti nell’asfaltare con uno spesso stato di disattenzione le tematiche, le notizie, i fatti che hanno attinenza con il sociale o che, più in generale, non rientrano nell’agenda della politica o dell’infotainment. Era successo mercoledì, con “zero tituli” sulle conclusioni all’ONU del dibattito sugli Obbiettivi del Millennio, lo stesso ieri quando il 25° anniversario dell’omicidio del giovane giornalista Giancarlo Siani non è stato nemmeno citato;  questa sera il grande assente – e non è la prima volta – è il drammatico problema delle condizioni carcerarie, con il  45° ed il 46° suicidio dietro le sbarre. Oscurata anche la manifestazione che si è svolta oggi davanti a Montecitorio, organizzata dall’ARCI,  da Ristretti Orizzonti e da altre associazioni che si occupano dei diritti e delle condizioni  dei reclusi. Nel commento ne parliamo con Franco Uda, Responsabile Carceri dell’ARCI.
    Venendo ai titoli e ai servizi dei TG, c’è bagarre ai box del Gran Premio di Montecarlo: tutti sgomitano per portare elementi, testimonianze, smentite e giudizi sulla vicenda  della casa accreditata a Giancarlo Tulliani. Alcuni come il TG 4, lo fanno con ola da stadio. Fede infatti ospita Padellaro de Il fatto e Feltri del Giornale, e appare più un  tifoso che un conduttore. Mentana, che dedica alla vicenda di Montecarlo tutta la prima parte del giornale, sembra accorgersi degli eccessi, e incastona tra un servizio e l’altro, la presa di posizione della Marcegaglia che smentisce il Governo quando afferma che l’Italia sta meglio degli altri.  Il caso dei rifiuti a Napoli è presente quasi dappertutto, anche se il Tg 5 ci tiene a farci sapere  che non è un’emergenza come due anni fa, si tratta di altro. C’è mondezza e mondezza, dunque. Il TG 3, assente stasera sui suicidi in carcere, dedica comunque un bel servizio alle manifestazioni in  sessanta città italiane per il Candestino Day. 
    Mezzo TG di Fede si occupa, ancora una volta, del tempo: “Eh, si! L’estate è proprio finita”, e dell’attesa per l’influenza autunnale.
    Ed infine , istruzioni per l’uso: Studio  Aperto ci racconta quali scuse gli italiani  sbiascicano quando vengono fermati dopo aver caricato una prostituta. 

    Il commento di Franco Uda, Responsabile Carceri dell'ARCI
    (Intervista di Alberto Baldazzi) 
    Dunque, fin quando l’informazione non farà propria questa battaglia civile sulla questione carceraria, c’è poco da accendersi; abbiamo visto che l’attenzione dei media è assente. Cosa ci dice?

    “ Penso che bisogna partire da una rivoluzione culturale nel paese. Negli scorsi anni si è soffiato sul fuoco del  “ securitarismo ”; oggi siamo in un momento in cui anche la capacità d’indignazione delle persone, rispetto ai tanti suicidi che accadono nelle carceri, rispetto al fatto che dentro le carceri ci stanno anche i bambini, i figli delle detenute, ecco: questa indignazione viene meno. Diventa molto complicato per chi, come il volontariato ed il terzo settore, fare delle battaglie di civiltà, che attengono fondamentalmente ai diritti umani; è difficile far passare questo messaggio. Se poi non c’è neanche la giusta collaborazione di chi dovrebbe riportare le notizie, almeno per quello che succede nel paese, io … la vedo molto dura”.

    Passando alla vostra attività: oggi un sit-in, per così dire, disertato dall’attenzione della stampa. Ma quali sono le vostre parole d’ordine, quali sono le vostre proposte per smuovere l’inerzia della politica?

    “ Mah, è un po’ quello che andiamo dicendo da diversi anni: dentro le carceri si vive una situazione disumana. Noi chiediamo che venga, semplicemente, ripristinata la legalità, recepita dall’Articolo 27 della Costituzione e dal regolamento penitenziario, quindi bisogna radicalmente diminuire il flusso d’entrata delle carceri, facendo riforme legislative che colpiscano le “leggi carcerogene”, cioè l’Ex- Cirielli, la Bossi-Fini e la Fini-Giovanardi. Ed inoltre bisogna fare un massiccio riferimento ed uso dell’esecuzione penale esterna; queste sarebbero le cose che noi chiediamo e che chiediamo da diverso tempo”. 

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