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Il menù dei TG? Politica, bioetica e Bossi e Alemanno alla vaccinara
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di Reporte senza rete

Il menù dei TG? Politica, bioetica e Bossi e Alemanno alla vaccinara
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  • I titoli dei TG del 6 Ottobre 2010 - Tutti i TG, con servizi equilibrati, affrontano il tema della legge 40 tranne TG4 e Studio Aperto. Il ricorso alla Corte Costituzionale riapre le polemiche su una norma che ha già perso pezzi e che probabilmente ne perderà, ovvero il divieto della fecondazione eterologa. Approfondiamo il tema contestatissimo tra mondo laico e cattolico nel commento col professor Carlo Flamigni membro del Comitato Nazionale per la Bioetica.
    Oltre alla politica, con Berlusconi che ribadisce i suoi 5 punti e nega il ricorso anticipato alle urne, presente in tutti i TG l’attacco alla sede romana della CISL e, in diretta dallo studio del TG1, c’è il segretario Raffaele Bonanni.
    La pace fra il leader della Lega e Alemanno è presente su TG3, TG La7 eTG1 che non fa finire le polemiche a tarallucci e vino ma specifica con “coda alla vaccinara e polenta”. Solo il TG La 7 esprime dubbi sulla serietà dell’iniziativa.
    Il TG1 parla della sentenza della Cassazione sul delitto di Cogne e del ritrovamento del cadavere sgozzato di Sergio Calore , l’ex terrorista nero parlano solo TG3 e TG la 7 mentre il TG5 preferisce dedicarsi alle opinioni di Vladimir Luxuria, Platinette e Alessandro Cecchi Paone sul “caming out” di Tiziano Ferro e sul desiderio di Vendola di adottare un figlio col suo compagno Canadese. E per chi ha problemi sul “lato B”, arriva Studio Aperto, che in un titolo assicura che si può fare chirurgicamente qualcosa per la parte in cui non batte il sole.



    Il Commento di Carlo Flamigni, ginecologo e membro del Comitato Nazionale di Bioetica
    (Intervista di Alberto Baldazzi)

    Professore, per la seconda volta la Corte è chiamata in causa sulla legge 40 : una prima volta sul numero degli embrioni, adesso sulla fecondazione eterologa. Che cos’è che non va nella legge attuale della fecondazione assistita? Ce lo può sintetizzare?
    Ciò che non va di questa legge è intanto la sua fragilità: è stata scritta per non durare, e questo è così evidente che ogni volta che  sbatte il naso su un magistrato se ne perde un pezzo. Comunque la legge era molto punitiva per una serie di cose, l’obbligo più evidente quello di utilizzare solo tre ovociti, con il conseguente divieto di distruggere gli embrioni che si formavano, ne di congelarli. Qui c’è stato l’intervento più importante della corte costituzionale, che ha sancito: “Non può essere una norma di legge a decidere queste cose. Il problema è il bene della paziente, il suo interesse precipuo, quindi deve essere il medico a decidere quante uova fertilizzare e quanti embrioni produrre”, il che vuol dire – e questo è il secondo punto in cui è intervenuta la corte – che questi embrioni prodotti non debbono essere trasferiti contemporaneamente. Questo apre la strada ad una grande eccezione al divieto di congelamento degli embrioni, che è come se non esistesse. Il secondo punto sul quale c’è un divieto molto severo, ed anche piuttosto cattivello, è quello delle indagini pre-impianto che si fanno sugli embrioni per evitare di trasferire alla madre embrioni malati: qui non c’è stata ancora una modifica da parte della Corte Costituzionale, ma tutte le volte che i pazienti sono andati davanti ad un giudice, il giudice ha deciso in loro favore ed ha accettato le loro richieste. Oramai è quindi diventata prassi che si possano fare indagini quando lo scopo delle indagini è identificare un anomalia genetica in una coppia che ne è portatrice. Il problema dell’eterologo è un problema un tantino più complesso, ma che però ci aspettavamo tutti da quando una corte europea si è espressa  contro una legge austriaca, dicendo che: “Ogni paese ha il diritto inserire una certa tecnica all’interno delle proprie cure mediche. Può opporsi ad un determinato trattamento, ma se decide di inserirlo deve dare allora pari opportunità a tutti i cittadini”. Queste opportunità in questo momento non ci sono, quindi capisco come la Corte Costituzionale sia portata a dare un ennesimo giudizio. Alla fine di tutto questo, cosa resta di questa legge? Alcune decisioni malevole, come l’esempio di una donna che ha avuto un figlio con la fecondazione assistita  e che non può decidere di lasciarlo in adozione, contrariamente al diritto di tutte le donne italiane. Altri problemi come questi, alcune apparenti “cattiverie” si sono autodistrutte, come l’obbligo di inserire embrioni prodotti anche se mal conformati: questa norma è imperfetta, perché non contiene alcuna sanzione per chi la contravviene, quindi è come se non esistesse. A questo punto importa capire se ha senso tornare su una legge che è tanto dimagrita da sembrare solo scheletro, o se non conviene invece insistere per ottenere delle buone linee guida”.

    C’è una forte contrapposizione ideologica. A suo giudizio, parte da elementi intrinseci, di vera e propria coscienza, o siamo figli e frutto malevolo di uno schieramento politico pre-costituito?
    Io credo che esistano sette religiose che hanno posizioni contrarie alla manipolazione della vita, che ritengono che esista una dignità della procreazione che non deve essere toccata, che sono cose molto sagge per loro e la loro fede, ma che a persone estranee al loro credo appaiono … sciocchezze. Io credo che in un paese laico si dovrebbe tener conto di tutte le posizioni esistenti.  Il filosofo Abbagnano diceva che: “Un paese laico che legifera tenendo conto di posizioni, in questo caso religiose, è un paese che ha un governo disonesto”. Uso i suoi termini, perché Abbagnano usava raramente termini forti, come in questo caso. Questa legge, la legge quaranta, ha tenuto conto soltanto nel problema dell’embrione della posizione della chiesa Cattolica, quindi  delle posizioni di una delle tante sette religiose sull’inizio della vita personale. Io credo che ci voglia un pochino più di saggezza, un pochino più di laicità, e che bisogna tener conto del fatto che la sterilità, contrariamente a quanto mi dice qualche medico cattolico, è malattia in quanto sofferenza”.


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