Clicca qui per il nuovo sito di Articolo 21 »
Ricerca con Google
Web articolo21.info
 
 
Articolo 21 - CULTURA
E se la botta d'arresto venisse proprio dalla cultura?
Condividi su Facebook Condividi su OKNOtizie Condividi su Del.icio.us.

di Maurizio Sciarra

E se la botta d'arresto venisse proprio dalla cultura?

Dalla sala 2 del cinema Adriano, 162 posti, si deve passare alla sala 4, 512 posti, la più grande. E la maggior parte della gente continua a rimanere fuori! Questo il dato numerico di un’ennesima giornata di lotta dello spettacolo, del cinema, dell’audiovisivo. Ma i numeri non riescono a dire tutto.  C’è un altro dato che salta agli occhi: sono le bandiere dei tre sindacati che non si vedevano insieme da un bel po’, e che campeggiano all’ingresso dell’Adriano, a fare la differenza. Sì, perché il mondo del cinema e dello spettacolo si erano già riunificati quando 100 Autori ha lanciato l’occupazione della casa del cinema, ma i sindacati confederali stentavano a trovare una base comune. Che proprio dallo spettacolo riparta quella spinta unitaria che negli anni ‘70 furono i metalmeccanici ad esprimere? Che sia sulla cultura che il Governo debba segnare una botta di arresto, votando il Parlamento prima la mozione sul pluralismo e poi la sfiducia a Bondi? Certo, sarebbe una bella beffa, per questa maggioranza che aveva con sprezzo relegato spettacolo, beni culturali, arte tra le cose meno importanti da fare, e coloro che ci lavoravano tra le categorie meno importanti da corteggiare. Sottovalutare tutto ciò potrebbe essere esiziale per questo governo.
Per intanto, la spinta ad unirsi, a fare tutti un piccolo passo indietro, è il primo grande regalo che questo governo fa alla categoria. E’ stato meraviglioso oggi sentire il rappresentante dell’Agis Lazio minacciare la serrata di tutti i teatri e i cinema se non si otterranno i risultati richiesti. E’ stato proprio quel passo indietro, quell’accettare oggi uno sciopero effettuato di lunedì, giorno di chiusura dei teatri, su cui molti “duri e puri” avevano gridato allo scandalo prima che tutto accadesse, che ha spinto l’Agis, forse, a guardare la futuro di questo movimento. Il produttore Barbagallo, presentato da un sindacalista non tanto addentro alle cose di questi giorni per essere timoroso di una reazione di rigetto nei suoi confronti, ha detto a chiare lettere “io qui non mi sento un ospite!”. E così è. Il contributo che lui in prima persona e l’Unione Produttori ha portato a questo movimento è stato paragonabile soltanto al grande contributo che Cristaldi diede alla stesura della legge cinema. E tutti gliene diamo atto. E pensare che si era partiti con i distinguo, con una conferenza stampa alla quale gli autori non erano stati invitati dai produttori per non dare l’impressione che si parlasse di sprechi e privilegi... Tutto un ricordo, per fortuna.
Adesso però, come ha detto Conforti a nome dei registi, che si fa? Adesso è giunto il momento delle proposte, del confronto, dei dettagli di leggi di sistema che possono far rinascere il nostro settore. Proposte che avranno valore se a farle saremo ancora tutti insieme.
Ma il problema è ancora lo stesso: con chi si parla? Chi è l’interlocutore? Questo governo aveva fatto dell’autosufficienza il suo punto di forza. Basta con i ricatti , decidiamo noi per tutti. Ma la politica, quella vera, quella buona, è proprio l’opposto: confrontarsi con tutti, e poi decidere. Se si salta un passaggio, poi si salta per aria!

 


Letto 6318 volte
Dalla rete di Articolo 21