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Mibac, un settore al collasso retto da un ministro "fantasma"
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di Vittorio Emiliani

Mibac, un settore al collasso retto da un ministro "fantasma"

Nel 2004 gli stanziamenti ministeriali per la cultura e per i beni culturali rappresentavano ancora lo 0,34 % del bilancio statale. Oggi sono precipitati al 20%. Quindi la diminuzione in otto anni è stata pari al 41 %, e già quello 0,34 era già una delle percentuali più basse in Europa. La Francia infatti spende lo 0,90 % del suo bilancio statale e il Regno Unito l’1,20 %. ''No alla morte della cultura'': è infatti l'accorato appello che 600 intellettuali italiani e stranieri hanno firmato e lanciato ieri mattina dalla Sala Nassirya del Senato al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Promosso dall'Associazione Nazionale dei Tecnici per la Tutela dei Beni Culturali e Ambientali, insieme con l’Associazione Ranuccio Bianchi Bandinelli, l’Associazione Culturale Silvia Dell’Orso, l’Associazione Nazionale Archeologi, il Comitato per la Bellezza, Italia Nostra, la Rete dei Comitati per la difesa del territorio, l'appello sottolinea quanto ''la misura sia colma, considerata l'inadeguatezza nella gestione del piu' grande patrimonio del mondo''.
I firmatari, illustrando la gravissima situazione in cui versa il Ministero dei Beni Culturali, ormai al collasso dopo i feroci tagli inferti dal governo Berlusconi (e subiti dal ministro Bondi) e dopo i clamorosi errori commessi nel patrimonio dell’Aquila post-terremoto e di Pompei, dove i tecnici veri sono stati sostituiti dalla Protezione Civile, hanno chiesto le dimissioni di Sandro Bondi definito un “Ministro fantasma”, “autentico liquidatore del MiBAC”.
Gli organici reali del Ministero sono scesi da 21.232 a 18.839 unità, con una riduzione superiore all’11 %, ma è in previsione un altro 10 % in meno, mettendo a rischio la tutela del patrimonio storico-artistico, l’apertura dei musei e dei siti archeologici. Proprio mentre si crea la figura di un direttore (Mario Resca ex McDonald’s e ex Casinò di Campione) alla valorizzazione con uno stipendio particolarmente elevato. In compenso non c’è più al Collegio Romano la direzione generale per il Paesaggio e quella ai Beni storici e artistici è stata incorporata nei Beni architettonici. Il personale tecnico-scientifico del Ministero si ferma così a 3.250 fra archeologi, storici dell’arte, architetti, archivisti, bibliotecari, ecc. Gli archeologi statali – si è rilevato nella conferenza stampa – sono appena 450. Se si pensa che le aree archeologiche risultano in Italia circa 2.000, ce n’è 1 ogni 4,4 aree archeologiche, cioè 1 ogni centinaia di chilometri quadrati. All’ultimo concorso per 30 posti da archeologo si sono presentati 5.500 concorrenti con dottorato di ricerca.
V’è di peggio. L’ombra del malaffare si è allungata su di un settore che non aveva subìto indagini giudiziarie né col post-terremoto dell’Irpinia, né con Tangentopoli, né col post-terremoto umbro-marchigiano: per la Grande Brera era stato infatti chiamato quale soggetto attuatore l’ing. Della Giovampaola uno degli esponenti della “cricca” di Firenze e dell’Aquila.
Hanno preso la parola alla conferenza stampa al Senato Irene Berlingò (Assotecnici), l’ex soprintendente di Pompei, Piergiovanni Guzzo, Vittorio Emiliani (Comitato per la Bellezza), Ebe Giacometti (Italia Nostra), Bernardo Rossi Doria (Rete dei Comitati per la Difesa del Territorio), Tsao Cevoli (Associazione Archeologi) e Marisa Dalai (Bianchi Bandinelli). Un saluto è stato portato dai senatori Francesco Pardi (Idv) e Vincenzo Vita (Pd). Era presente il responsabile Cultura del Pd, Matteo Orfini.


Si è tenuta questa mattina presso la sala Nassirya alSenato, la conferenza stampa di presentazione dell’appello lanciato dall’associazione Assotecnici e sottoscritta da numerose altre, oltre a ben 600 intellettuali per la difesa della cultura, all’indirizzo del Presidente della Repubblica. "Articolo21- affermano il presidente Federico Orlando e il portavoce Giuseppe Giulietti - che era rappresentato questa mattina dall’On Vincenzo Vita e dal segretario Tommaso Fulfaro, non solo aderisce all’appello ma rilancia dalle pagine del sito una campagna di sottoscrizione, perchè la cultura è un bene prezioso che va difeso." Leggi e Sottoscrivi l’appello

L’appello, oltre a ribadire l’importanza della difesa del patrimonio artistico, culturale e ambientale del nostro territorio, è anche rivolto a chiedere a gran voce le dimissioni del Ministro Bondi, in prossimità della mozione di sfiducia che verrà discussa lunedì alla Camera.
Le associazioni che hanno aderito all’appello:  Associazione nazionale dei tecnici per la tutela dei beni culturali e ambientali, Associazione Ranuccio Bianchi Bandinelli, Associazione culturale Silvia dall’Orso, Associazione nazionale archeologi, Comitato per la bellezza, Italia nostra, Rete dei comitati per la difesa del territorio.

Il testo dell’appello:
Signor Presidente,
i ripetuti attacchi alla professionalità dei tecnici del MIBAC da parte del Ministro Bondi, in seguito alla vergognosa vicenda di Pompei, ci inducono a rivolgere ancora una volta a Lei un appello sull’incredibile situazione dei beni culturali in Italia, che tanto scalpore sta suscitando in tutto il mondo.
In nome di un managerialismo di facciata, condito da commissari che tanti episodi giudiziari stanno provocando, sono state calpestate e si vogliono calpestare competenze di altissimo livello, anche internazionale, imbrigliate prima dall’omologazione con i Lavori Pubblici, quando c’era precedentemente una legislazione specifica, poi dai tagli mortificanti di finanziamenti e mezzi, che hanno reso il settore asfittico.
Si è giunti addirittura a vietare i sopralluoghi ispettivi con la propria auto ai funzionari, che già “godono” per la maggior parte di risibili stipendi, a fronte delle retribuzioni da super manager che pervadono il Ministero e a tal proposito desideriamo ringraziarLa pubblicamente per il Suo autorevole intervento nell’incresciosa situazione.
Ebbene, riteniamo che la misura sia colma, considerata l’inadeguatezza nella gestione del più grande patrimonio del mondo. L’Italia e la sua cultura sono una priorità che merita una riflessione globale sui beni culturali, da non considerarsi né merce né emergenza ma il volano economico, oltre che ricchezza per l’umanità.
Confidando nel Suo autorevole intervento, La preghiamo di accogliere i sensi della nostra più alta considerazione.


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