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Valchiria contestata, Assange disarcionato. E i Tg continuano al piccolo trotto
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di Reporter senza rete

Valchiria contestata, Assange disarcionato. E i Tg continuano al piccolo trotto

 

Le manifestazioni a Milano per la prima della Scala e i tafferugli nel centro di Roma con protagonista sempre la protesta contro la legge Gelmini ; l’evoluzione giudiziaria della vicenda Assange; il buio nelle indagini per la scomparsa della tredicenne Yara: questi i temi che si dividono le aperture dei TG di prime time. Sul primo, continua la tradizione di un’informazione solo superficiale e che ancora una volta non interpreta e non analizza i motivi delle proteste; per molte testate è proprio la tensione l’unico specchietto per allodole: le “parole della protesta” che, ad esempio, il TG 3 riprende dal sito dei ricercatori Rete 29 Aprile, anche in questo caso appaiono più una citazione folkloristica che una manifestazione di impegno informativo. Sul caso Assange, i Tg si limitano alla cronaca e alla immediata manifestazione di entusiasmo per l’arresto,  da parte del Ministro Frattini, che scambia un’indagine per stupro con inesistenti provvedimenti  giudiziari legati alle pubblicazioni “pirata”. Nel commento ospitiamo Alessandro Gilioli, coautore del recente lavoro sui “nemici della rete”, con il quale cerchiamo di approfondire la sostanza e le prospettive innescate dalla vicenda Wikileaks.
Sulla vicenda di Brembate e la scomparsa della tredicenne, Tg 5 sembra “orfano “ del mostro, dopo il rilascio del ventiduenne marocchino, e  lo va a cercare tra la gente della cittadina, scavando nell’angoscia diffusa. Le altre testate non spiccano per originalità. Solo Tg La 7 tenta una riflessione comparativa tra i comportamenti d’ambito familiare tra Aversa e Brembate. A proposito: tanti auguri a Mentana, che stasera ha festeggiato le 100 candeline della sua direzione.
Oggi, complessivamente, non c’è la consueta marea grigia della politica: a meno 7 dal d-day ,anche i più fantasiosi o i più  integrati , non sanno più cosa inventare.
Il Tg 3 “illumina” Sarah  Palin e il suo cattivo gusto nel mandare in onda nel suo show televisivo l’abbattimento di una renna, immortalata poi come un trofeo. Presente all’interno anche nel TG 2.
Infine segnaliamo Studio Aperto che propina il primo scandalo alla Corte di Londra per le foto con le orecchie da coniglietta della promessa sposa del Principe William.



Il Commento di Alessandro Gilioli, esperto di rete e coautore de “I nemici della rete”
(Intervista di Alberto Baldazzi)

Alessandro Gilioli, in questo momento – forse in maniera subdola – il pubblico ed il privato nella vicenda di Assange riempiono ancora una volta le cronache, i titoli, e le attenzioni – forse non troppo approfondite – dei media di tutto il mondo. Ma Wikileaks, la diplomazia statunitense, il trauma dei giorni scorsi è ormai “metabolizzato”. Ti chiedo, allora: che cosa ne sarà della rete dopo questo trauma, che cosa ne si può ricavare da questa vicenda?

“Mi sembra che siamo ufficialmente entrati nell’era della trasparenza come valore prioritario. Fino a ieri si ragionava sul fatto che le informazioni vanno date o meno a seconda degli effetti che producono, che siano positivi o negativi (per alcuni e per altri). Mi sembra che il prima – dopo creato da questa botta di Wikileaks sia il fatto che, per una gran parte della popolazione in tutti i paesi i sondaggi sono favorevoli ad Assange, specie per la popolazione giovanile, cresciuta con la rete e con Facebook. Il diritto all’informazione, a diffondere e a condividere qualsiasi informazione vera (indipendentemente dagli effetti che questa diffusione produce), è diventato quasi un diritto fondamentale dell’uomo. Quando Zuckerberg, il capo di Facebook, diceva che la riservatezza non è più un valore tutti noi annusavamo che lui lo dicesse per motivi d’interesse personale (essendo il capo di Facebook); però (in fondo) c’aveva azzeccato. Oggi la riservatezza è considerata un disvalore da una fetta crescente per una fetta crescente di popolazione giovanile o che va sulla rete in generale, mentre la trasparenza è considerata un valore assoluto, sciolto da qualsiasi altro elemento, indipendentemente dalle conseguenze che produce”.

Galileo ci ha insegnato che qualunque elemento scientifico e di progresso può essere anche utilizzato a prescindere dalle intenzioni dei suoi ideatori. Non c’è anche un rischio dietro la prospettiva di una maggiore trasparenza?

Certo, ma sono rischi che vale la pena di correre. Quando hanno inventato la ruota, tra gli uomini primitivi molti erano contrari perché il carro poteva scivolare ed ammazzare qualcuno; l’automobile ha provocato alcune centinaia di migliaia di morti sul pianeta, no? Ogni invenzione tecnologica, ogni crisi di passaggio comporta degli effetti collaterali negativi, dei rischi che vanno gestiti con la massima consapevolezza. Ma un conto è prepararsi a gestire i rischi ed un conto è opporsi al cambiamento tecnologico (alla ruota, all’automobile, all’elettricità)”.

Per concludere – una volta tanto – come coriferi del clima generale e dell’attenzione dei media sul personaggio “Julian Assange”. A tuo giudizio, si tratta di un eroe (una persona che lascerà un’impronta legata al proprio nome, alla propria faccia, al proprio operato) , o piuttosto di uno dei tanti elementi di un puzzle “fortuitamente, ma positivamente impazzito” che porta avanti la ruota dello sviluppo?


“No. Eroe mi sembra una parola grossa; non è (però) un pazzo. È uno che ha scelto di assumersi le sue responsabilità - lo ha detto nella web-conference sul sito del Guardian: da deciso di diventare il “parafulmine” -  in termini di notorietà la cosa ha avuto i suoi risultati, come le sue difficoltà, ed è appunto finito in galera. Sicuramente, se dobbiamo fare la doppia pariglia degli effetti positivi e negativi della personalità di Julian Assange, il mio giudizio è molto positivo”.


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