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Berlusconi e conflitto di interessi, ora se ne accorgono a destra. La sinistra invece ha lasciato correre
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di Giuseppe Giulietti

Berlusconi e conflitto di interessi, ora se ne accorgono a destra. La sinistra invece ha lasciato correre

“Il conflitto di interessi c’è, è un problema grosso come una casa e va risolto..”, no non sono le parole di un antiberlusconiano radicale, ma del capogruppo di Futuro e Libertà, Benedetto Della Vedova, liberale di lungo corso. Cosa mai è accaduto per far riscoprire anche da quelle parti quel reperto archeologico che risponde ormai al nome di conflitto di interessi? E’ successo quello che già era capitato ad altri soggetti politici e sociali  e cioé che quando vai a insidiare il potere del capo supremo scatta immediata e durissima la rappresaglia  politica e mediatica. Per informazioni chiedere all’ex direttore dell’Avvenire Dino Boffo.

Fini e i suoi hanno osato ribellarsi e puntare il dito, e non solo simbolcamente, contro Berlusconi e, di conseguenza, l’impero mediatico a lui devoto si è messo all’opera, sia confezionando dossier, sia cancellando  progressivamente le posizioni dei dissidenti.

Naturalmente la lotta politica prevede questi scontri, anche durissimi e sporchissimi, in ogni parte del mondo, quello che invece non cade in nessun altra parte del mondo è che uno dei contendenti sia anche il diretto controllore dell’interruttore che accende e spegne le principali reti nazionali. Questa concentrazione del potere politico, mediatico, patrimoniale in pochissime mani prende il nome di conflitto di interessi e in Italia non è mai stato contrastato in modo adeguato.

Questa metastasi non curata ha mutato la Costituzione materiale, ha alterato la tradizionale divisione dei poteri, ha concesso un vantaggio inaudito ad uno dei contendenti, purtroppo una così grave alterazione viene denunciata a giorni alterni e solo quando si tocca o mglio si viene toccati sulla propria pelle.

Il centrosinistra, per primo, non ha mai ritenuto di affrontare questo tema con la necessaria urgenza, anzi lo confinò tra le cose inutili o superflue. Qualcuno lo fece per un calcolo politico miope e neoconsociativo, altri per stoltezza politica ed ignoranza di fronte a qualcosa di inedito e della quale non compresero la potenza e le capacità egemoniche.

Ora tocca ad una parte della destra scoprire, dopo essere stata bastonata, l’esistenza di un grave problema democratico, forse rilevabile da almeno un decennio, ma probabilmente in quel periodo i finiani non erano stati informati della esistenza del conflitto di interessi….

Adesso serve davvero a poco usare questo tema come una clava verbale da usare nella polemica quotidiana. Se davvero anche da quelle parti si è arrivati alla conclusione che non si può consentite a nessun governante di controllare direttamente i media, e non solo nel caso di Berlusconi, allora bisognerà mettersi insieme d elaborare una sola proposta in materia capace di mettere insieme tutte le forze politiche che si riconoscono in questo principio di elementare civiltà politica. Non c’è da inventare molto, basterà riesumare e questa volta far applicare, il principio  he non può essere eletto chiunque sia titolare di una concessione televisiva, possibilmente sia a a livello nazionale, sia a livello locale, dove non manca neppure qualche “berluschino” rosso o rosa.

Magari non sarebbe male, nella stessa proposta, inserire una normativa antitrust che non c’è più. E accompagnare i partiti fuori dalla gestione diretta delle autorità di garanzia e della Rai.

Perché Della Vedova non propone una iniziativa comune? Perché finalmente non usciamo tutti da un uso propagandistico e strumentale di un tema così rilevante per la democrazia italiana?

La destra berlusconiana già pensa ad una offensiva sui temi della bioetica tesa a conquistare i voti dei moderati finiani e dell’Udc, perché non anticipare questa mossa presentando insieme una grande proposta per liberare l’Italia dal conflitto di interessi, dai ricatti dei dossier politici e mediatici, dalle manganellate su commissione, dagli oscuramenti dell’avversario di turno, e dal rischio che una sola persona possa ritrovarsi ad esercitare una influenza dominante sul reti pubbliche e private?

Sarebbe velleitario pensare di risolvere il tema in questi prossimi mesi, ma una proposta comune su un tema così rilevante sarebbe forse il miglior viatico per tentare di dar vita ad una grande allenza capace davvero di voltar pagina e di superare la stagione del berlusconismo.


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