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La strana conferenza stampa di Sakineh
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di Tiziana Ferrario

La strana conferenza stampa di Sakineh

Ho scritto di Sakineh mesi fa schierandomi al suo fianco e lanciando con Articolo21 una raccolta di firme affinchè la sua condanna a morte per  lapidazione fosse sospesa. Ho ascoltato le ragioni del suo ex avvocato Mohammad Mostafaei quando  a Roma invitato le scorse settimane da Amnesty International, ha partecipato all’assemblea annuale di Articolo21.”In Iran ci sono tanti casi Sakineh” ci ha detto, “altre 150 donne  aspettano la lapidazione”,una tra le condanne più atroci perché la vittima  muore  tra grandi sofferenze.

Mostafaei stesso, che si e' occupato anche di diversi casi di minorenni condannati a morte, è stato costretto a lasciare  la Repubblica Islamica quattro mesi fa ed ora vive in esilio in Norvegia.  Sakineh- accusata  di adulterio e di avere partecipato all’omicidio del marito- ieri una una conferenza stampa improvvisata dalle autorità iraniane ha chiesto di essere lasciata in pace. Ha preannunciato querele contro  il suo ex avvocato e i due reporter tedeschi detenuti nelle prigioni iraniane che si stavano occupando del suo caso ed erano entrati con un visto turistico in Iran. Lo ha fatto durante un permesso che le è stato concesso per  cenare con i suoi figli. E proprio il figlio Sajjad sempre ieri ha riconosciuto pubblicamente la colpevolezza della madre ma ha anche chiesto che la sentenza alla pena capitale venga commutata.

Un cambio di rotta totale ed ora girano voci contraddittorie. Da una parte si dice che L’ayatollah Khamenei avrebbe dato il nulla osta all'impiccagione della donna e avrebbe ''consigliato'' di eseguirla nella prima settimana del 2011, dall’altra parte l’agenzia Fars lascia trapelare che la condanna potrebbe essere annullata. Non sappiamo dove sia  Sakineh e se dopo la cena con i figli sia tornata nel carcere di Tabriz. La vicenda è molto strana ed ha tutta l’aria di essere una gran messa in scena. Resta da capire a che cosa preluda. Nel frattempo  noi saremo sempre al fianco di Sakineh, pronti a raccogliere il suo invito a far calare il silenzio, ma non per molto, perché in gioco c’è la sua vita.


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