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Vertenza Fiat e lavoratori senza permesso ... di rappresentanza : il diritto/dovere di protestare
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di Leoluca Orlando

Vertenza Fiat e lavoratori senza permesso ... di rappresentanza : il diritto/dovere di protestare Legalità è, in primo luogo, rispetto dei diritti di tutti e di ciascuno, è rispetto della legalità e  della armonia del sistema costituzionale.  In questi giorni assistiamo ad una grande confusione di messaggi e di ruoli che, a mio avviso, rischia di produrre un effetto di depistaggio di massa.  Dei contenuti degli accordi di lavoro devono occuparsi i datori di lavoro e i lavoratori, organizzati costituzionalmente in sindacati.  Di tali accordi, di regola, non deve occuparsi la politica.  Della garanzia della rappresentanza sindacale dei lavoratori devono occuparsi tutti, anche la politica.  

La anomalia della posizione attuale della  Fiat è di pretendere non soltanto di proporre e tentare di imporre le proprie posizioni in materia di accordi (fa parte della dialettica delle relazioni industriali !), ma di pretendere  che chi non sottoscrive un accordo non abbia rappresentanza sindacale!

Nasce in Italia la figura del lavoratore clandestino, invisibile, senza permesso di...rappresentanza.
Non sono a rischio, oggi , soltanto migliaia di lavoratori e una importante fabbrica del nostro Paese. Il rischio è ancora più grave: privare oggi migliaia, domani milioni , di lavoratori della possibilità di essere sindacalmente rappresentati.
Di questo la politica, di questo i cittadini non possono disinteressarsi. 
 
Protestare contro le scelte della Fiat è un dovere e un diritto di tutti: non soltanto dei lavoratori di Mirafiori.
 
Torna attuale l'ammonimento che , con riferimento a xenofobia e discriminazioni,  ci ha lasciato  Bertold Brecht :
"Prima di tutto vennero a prendere gli zingari e fui contento perché rubacchiavano.
"Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto perché mi stavano antipatici.
"Poi vennero a prendere gli omosessuali e fui sollevato perché mi erano fastidiosi.
"Poi vennero a prendere i comunisti e non dissi niente perché non ero comunista.
"Un giorno vennero a prendere me e non era rimasto nessuno a protestare.

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