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E la libertà religiosa a casa nostra?
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di Alessandro Speciale

E la libertà religiosa a casa nostra?

Fa bene l’Italia, con il ministro Frattini in testa, ad alzare la voce in tutte le sedi internazionali contro le violenze sui cristiani e per la difesa delle minoranze cristiane in Egitto, Pakistan, Nigeria e così via. Ma forse prima di fare il diavolo a quattro a Bruxelles o a New York, l’Italia farebbe bene a mettere ordine a casa propria: ad esempio approvando una legge sulla libertà religiosa che manca ancora sebbene sia stata in discussione almeno nelle ultime tre legislature. Una legge tanto più necessaria poiché il nostro è un Paese ormai multietnico e multireligioso, con oltre cinque milioni di immigrati, in gran parte non cattolici e in larga misura anche non cristiani.

La materia è al momento regolata dall’art. 8 della Costituzione, che prevede la firma di una “intesa” tra il Governo e i rappresentanti di una confessione religiosa non cattolica, intesa che va poi ratificata dal Parlamento. Ma in alcuni casi, come quello dell’islam, è estremamente difficile arrivare ad un’unica rappresentanza giuridica e quindi i musulmani, ad esempio, si trovano al momento in una zona grigia dal punto di vista giuridico.

A ricordare tutto ciò a Frattini e al governo ci ha pensato, con una nota, la Federazione delle Chiese Evangeliche Italiane:


“L’impegno del nostro Ministro degli Esteri Franco Frattini in difesa delle minoranze religiose nel mondo naturalmente e’ apprezzabile. I diritti di chi crede, di chi crede diversamente dalla maggioranza e di chi non crede, sono diritti inderogabili e incoercibili, e in quanto tali sono tutelati anche dai più importanti strumenti di diritto internazionale, a cominciare dalla Dichiarazione universale dei diritti umani”.
“Tuttavia, come espressione di alcune minoranze cristiane di questo paese, che da sempre sono impegnate nella promozione del diritto fondamentale alla libertà religiosa, riteniamo necessario ricordare che in Italia non esiste ancora una legge quadro che disciplini in modo organico questa materia”.
Né gli evangelici dimenticano che “nel nostro tempo viviamo forti spinte ‘identitarie’ che provengono non solo da gruppi minoritari, ma anche da espressioni della cultura dominante. Queste spinte rischiano di minare la convivenza pacifica di società sempre più plurali”.

Di qui l’invito al Governo che non può non suonare almeno un po’ ironico: quello a “farsi paladino non solo della libertà religiosa a livello internazionale, ma anche di promuovere in Italia un’autentica cultura della laicità come sistema di garanzie della libertà di ciascuno”.

dal blog Il mondo di Annibale


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