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Dal Veneto alla Rai, uniti contro la censura
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di Redazione

Dal Veneto alla Rai, uniti contro la censura Ci risiamo con la censura e con le liste di proscrizione! Pur di uscire dal fango nel quale si sono cacciati, non esiteranno a utilizzare tutti i mezzi possibili, leciti o illeciti che siano. Come sempre non lesineranno le manganellate mediatiche e tenteranno di chiudere tutto quello che non piace al piccolo Cesare. Nei giorni scorsi vi avevamo raccontato della campagna di boicottaggio lanciata dalla regione veneto per mettere fuori dalla scuole e dalle biblioteche i libri degli autori che, a suo tempo, avevano sottoscritto appelli contro l'estradizione di Cesare Battisti che, inciso, continuiamo a giudicare un cinico e spietato delinquente comune.
Nulla, tuttavia, può giustificare questa sorta di simbolico rogo, come se non bastasse, a conferma dei possibili contagi, una nuova polemica è scoppiata, sempre nel Veneto, perché dalla biblioteca civica del comune di Preganziol, retto da una maggioranza berlusconian leghista, sono spariti i libri di Roberto Saviano.
La sparizione è avvenuta dopo che alcune camice verdi avevano inserito lo stesso Saviano nell'elenco delle opere proibite, subito dopo, ma guarda che combinazione, i suoi libri sono diventati introvabili.

Come se non bastasse è ricominciata la caccia alle trasmissioni sgradite: non solo Annozero e Ballarò, ma anche Agorà di Andrea Vianello, il Tg3, Linea notte, sono finite nel mirino delle squadre d'azione Santanchè.
Dal momento che non si fidano molto delle capacità del direttore generale Masi hanno deciso di provare a far deliberare dalla maggioranza della commissione parlamentare di vigilanza l'adozione di un regolamento che decreti la chiusura di tutte le trasmissioni di informazione in caso di elezioni. Anzi, vorrebbero imporre per decreto la doppia conduzione, la doppia vignetta, e persino una norma che preveda che quando una trasmissione affronti un tema, magari il lunedì, per tutta la settimana tutte le altre dovranno ignorare l'argomento.
Proviamo a fare un esempio, il lunedì sera Bruno Vespa, unico che va in onda in quella giornata, dedica il suo programma a Silvio e alle sue ragazze, dal giorno dopo tutti gli altri dovranno astenersi dal trattare lo stesso tema, magari potranno dedicare il programma a Silvio e ai suoi miracoli, ma non all’inchiesta di Milano.
Dal momento che l'idea è troppo scema per essere vera, si tratta solo di un tentativo di sparare alla luna, per accontentarsi di un doppio bavaglio in caso di elezioni anticipate.

Per queste ragioni, ma senza più sperare di essere ascoltati, continuiamo a sperare che almeno su questo punto si possa realizzare una ampia convergenza da Fini a Vendola per concordare una comune strategia di denuncia e di azione, dentro e fuori le aule del parlamento.
Ciascuno si presenti pure alle elezioni come caspita vuole, ma contro i bavagli e contro la censura sarà davvero il caso di stare insieme, anche perché non si tratta di solidarizzare con qualche giornalista, ma di impedire che le prossime elezioni, anche le prossime elezioni, si svolgano in un clima truffaldino, tale da alterare il libero esercizio del voto.
Siamo sicuri che questi temi saranno al centro anche della grande giornata di lotta indetta per il prossimo 28 gennaio dalla Fiom e dalla Cgil.

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