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Egitto: se anche la stampa dice basta
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di redazione*

Egitto: se anche la stampa dice basta

250 giornalisti egiziani hanno firmato una petizione nella quale si propone di togliere la fiducia al presidente della “Federazione della Stampa”, Makram Mohammad Ahmad. Lo accusano di aver adottato una posizione troppo conciliante nei confronti del governo in carica e del presidente Mubarak al riguardo delle intimidazioni e delle violenze subite dalla stampa in questi giorni di rivolta pacifica. Ricordiamo che un giornalista è stato ucciso a sangue freddo in Piazza Tahrir, solo perché effetuava delle riprese da un balcone e non risulta che il sindacato abbia inoltrato formale protesta. Makram Mohammad Ahmad è stato in passato uno stretto collaboratore del presidente Mubarak, del quale scriveva i discorsi.

In serata un membro dell’esecutivo del sindacato dei giornalisti, Yahia Qallash, ha già chiarito che ad avviso della giunta esecutiva la legge proibisce il voto sfiducia. (Non conosciamo la legislazione egiziana, un divieto del genere ci appare curioso ma abbiamo anche appreso in questi giorni a non stupirci per le leggi in vigore nel Paese di Mubarak, dove per altro vige lo stato emergenziale da trent’anni.) Poco dopo però lo stesso Makram Mohammad Ahmad ha detto che se la categoria vuole davvero che si dimetta lui è pronto a farlo. Ma nelle ultime ore sembra che la categoria abbia deciso di allargare la protesta, ipotizzando di denunciare alla magistratura come i direttori dei giornali legati al regime abbiano accumulato  enormi fortune economiche. Chi si è già rivolto alla magistratura è il vasto mondo delle organizzazioni per la difesa dei diritti umani; chiedono l’incriminazione del ministro dell’Informazione, Anas al-Fiqqi, che avrebbe istigato alla violenza le bande che il 2 febbraio scorso hanno ucciso e ferito numerosi manifestati anti-regime in piazza at-Tahrir. Quel giorno al-Fiqqi avrebbe tenuto discorsi incendiari, accusando i manifestanti di tradimento della nazione.

*dal blog Il mondo di Annibale

 


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