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Libia: in attesa della "giornata della collera". Gheddafi contro FB
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di redazione

Intanto secondo alcune fonti di informazione internazionale sale a 38 il bilancio delle vittime degli scontri di questa note a Bengasi. Ancora da chiarire la dinamica che, stando a fonti locali, avrebbe visto contrapposti i sostenitori di Gheddafi a un gruppo di manifestanti scesi in piazza per chiedere la liberazione dell’avvocato attivista dei diritti umani Fethi Tarbel, avvocato dei famigliari delle 14 vittime del 17 febbraio 2006, quando la polizia aprì il fuoco sui manifestanti che avevano attaccato il consolato italiano, per protestare contro lo show televisivo dell’allora ministro Roberto Calderoli che aveva mostrato in tv le vignette satiriche su Maometto. Tarbel è inoltre coordinatore dei famigliari delle vittime della strage nel carcere di Abu Salim, avvenuta il 29 giugno del 1996: in quell’occasione la polizia intervenne nel carcere che si trova alla periferia di Tripoli uccidendo, secondo gli attivisti, 1.200 detenuti.
L’Unione Europea, memore probabilmente dei recenti fatti egiziani e tunisini ha immediatamente lanciato un appello affinchè venga rispettato il diritto del popolo a manifestare, quindi sia tutelata la libertà di espressione senza ricorso alla violenza, mentre il regime, forse nella speranza di placare gli animi, ha scarcerato in queste ore 110 islamisti appartenenti ai GILC, i Gruppi islamici dei Libici Combattenti.
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